Recensione
Kore wa Zombie desu ka?
4.0/10
Recensione di VerderameAlih
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Allora, adesso vi spiegherò come preparare un perfetto "Kore wa Zombie desu ka?".
Innanzitutto prendete una pentola molto capiente. In seguito procuratevi gli ingredienti necessari, ovvero una negromante non proprio chiacchierona, una masou shoujo pazza squilibrata, una vampira ninja che all'occorrenza sfoggia un paio d'ali che fanno diventare rosso d'invidia il caro Batman, e infine uno zombie. Affettate i vari ingredienti con una motosega rosa shocking, dopodiché mescolate tutto quanto, aggiungete a vostro piacimento qualche dobermann proveniente dall'Inferno, pronto a riscattare la povera anima di un essere umano appena dipartito, e il gioco è fatto!
Lasciate cuocere a fuoco lento per dodici minuti - che corrispondono allo straziante numero complessivo degli episodi -, dopodiché servite ai vostri peggiori nemici tale prelibatezza.
Aiyumu Aikawa, un liceale senza la minima voglia di far nulla, viene ucciso e riportato in vita come zombie da una negromante apparentemente muta, che esprime i propri pensieri e risponde alle domande mediante l'uso di un taccuino. Egli è solo una delle tante vittime di una serie di omicidi efferati che si svolgono tra le strade: chi è il killer e quale volto possiede?
Una volta risvegliatosi, Ayumu si ritrova a dover convivere con Yu la negromante, la vampira ninja e la masou-shoujo a cui viene assegnato.
Ero più contenta se rimaneva morto, sarebbe stato sicuramente più utile.
Quando ho iniziato a visionare l'anime ero totalmente ignara: non conoscevo affatto l'entità del pericolo e la grossa delusione in agguato. Fu così che mi ritrovai a cercare di comprendere una trama priva di qualsiasi logica che procedeva a singhiozzi, visionando episodi frammentati da momenti ecchi malriusciti e spesso di cattivo gusto, combattimenti privi di logica e mostri usciti dal Paese-di-non-so-dove, nonché scenette quotidiane piuttosto demenziali che dovrebbero rivelarsi comiche, ma non fanno ridere proprio nessuno.
La continua comparsa di una carrellata di deficienti cubici mi ha fatto sussurrare un flebile "oh-oh" pieno d'orrore: tali cretini per antonomasia apparivano come se stessero sfilando su una passerella per aggiudicarsi il titolo di "Personaggio più stupido" e, in tutta sincerità, non saprei mai chi incoronare, perché ognuno di loro ha i suoi grandissimi meriti.
Il personaggio protagonista, un sex symbol acclamato dalle folle quando si infila quel vestitino rosa confetto che tanto gli dona, si trasforma dunque in una masou shoujo nel corso del primo episodio: sono rimasta inorridita e ho deglutito rumorosamente ma, siccome sono masochista, ho continuato a osservare le sue eroiche gesta mentre brandiva una rumorosa motosega rosa.
Oltre a lui, però, ci sono altri personaggi degni di essere citati: la pazzoide armata di motosega - quella rosa-shocking di cui vi parlavo prima - con degli evidenti problemi di sovralimentazione; la negromante, una figura oscura avvolta in una nube di profondissimo e affascinatissimo mistero; una vampira ninja che non ha capito di dover comprare i capi d'abbigliamento di qualche taglia in più, visto che il suo secondo paio d'occhi fuoriesce come non mai.
Eppure, la suddetta truppa di deficienti cubici, mi ha fatto sorridere qualche volta. D'altronde chi di voi non curverebbe le labbra di fronte a dei soggetti simili che si rendono ridicoli da soli?
I disegni sono buoni, niente di eccezionale ma godibili, così come le animazioni.
L'opening è forse l'unico elemento su cui non ho niente da ridire: briosa, spumeggiante, molto bella, mentre l'ending è assurda in tutti i sensi!
Nel complesso non mi sento di consigliare a nessuno "Kore wa zombie desu ka?". Io personalmente adoro il genere demenziale, ma qui nulla sembra avere un senso e solo pochissime scene comiche fanno realmente sorridere, mentre le altre annoiano.
Il problema principale rimane soprattutto uno: troppi ingredienti tutti insieme che non riescono ad amalgamarsi tra di loro.
Innanzitutto prendete una pentola molto capiente. In seguito procuratevi gli ingredienti necessari, ovvero una negromante non proprio chiacchierona, una masou shoujo pazza squilibrata, una vampira ninja che all'occorrenza sfoggia un paio d'ali che fanno diventare rosso d'invidia il caro Batman, e infine uno zombie. Affettate i vari ingredienti con una motosega rosa shocking, dopodiché mescolate tutto quanto, aggiungete a vostro piacimento qualche dobermann proveniente dall'Inferno, pronto a riscattare la povera anima di un essere umano appena dipartito, e il gioco è fatto!
Lasciate cuocere a fuoco lento per dodici minuti - che corrispondono allo straziante numero complessivo degli episodi -, dopodiché servite ai vostri peggiori nemici tale prelibatezza.
Aiyumu Aikawa, un liceale senza la minima voglia di far nulla, viene ucciso e riportato in vita come zombie da una negromante apparentemente muta, che esprime i propri pensieri e risponde alle domande mediante l'uso di un taccuino. Egli è solo una delle tante vittime di una serie di omicidi efferati che si svolgono tra le strade: chi è il killer e quale volto possiede?
Una volta risvegliatosi, Ayumu si ritrova a dover convivere con Yu la negromante, la vampira ninja e la masou-shoujo a cui viene assegnato.
Ero più contenta se rimaneva morto, sarebbe stato sicuramente più utile.
Quando ho iniziato a visionare l'anime ero totalmente ignara: non conoscevo affatto l'entità del pericolo e la grossa delusione in agguato. Fu così che mi ritrovai a cercare di comprendere una trama priva di qualsiasi logica che procedeva a singhiozzi, visionando episodi frammentati da momenti ecchi malriusciti e spesso di cattivo gusto, combattimenti privi di logica e mostri usciti dal Paese-di-non-so-dove, nonché scenette quotidiane piuttosto demenziali che dovrebbero rivelarsi comiche, ma non fanno ridere proprio nessuno.
La continua comparsa di una carrellata di deficienti cubici mi ha fatto sussurrare un flebile "oh-oh" pieno d'orrore: tali cretini per antonomasia apparivano come se stessero sfilando su una passerella per aggiudicarsi il titolo di "Personaggio più stupido" e, in tutta sincerità, non saprei mai chi incoronare, perché ognuno di loro ha i suoi grandissimi meriti.
Il personaggio protagonista, un sex symbol acclamato dalle folle quando si infila quel vestitino rosa confetto che tanto gli dona, si trasforma dunque in una masou shoujo nel corso del primo episodio: sono rimasta inorridita e ho deglutito rumorosamente ma, siccome sono masochista, ho continuato a osservare le sue eroiche gesta mentre brandiva una rumorosa motosega rosa.
Oltre a lui, però, ci sono altri personaggi degni di essere citati: la pazzoide armata di motosega - quella rosa-shocking di cui vi parlavo prima - con degli evidenti problemi di sovralimentazione; la negromante, una figura oscura avvolta in una nube di profondissimo e affascinatissimo mistero; una vampira ninja che non ha capito di dover comprare i capi d'abbigliamento di qualche taglia in più, visto che il suo secondo paio d'occhi fuoriesce come non mai.
Eppure, la suddetta truppa di deficienti cubici, mi ha fatto sorridere qualche volta. D'altronde chi di voi non curverebbe le labbra di fronte a dei soggetti simili che si rendono ridicoli da soli?
I disegni sono buoni, niente di eccezionale ma godibili, così come le animazioni.
L'opening è forse l'unico elemento su cui non ho niente da ridire: briosa, spumeggiante, molto bella, mentre l'ending è assurda in tutti i sensi!
Nel complesso non mi sento di consigliare a nessuno "Kore wa zombie desu ka?". Io personalmente adoro il genere demenziale, ma qui nulla sembra avere un senso e solo pochissime scene comiche fanno realmente sorridere, mentre le altre annoiano.
Il problema principale rimane soprattutto uno: troppi ingredienti tutti insieme che non riescono ad amalgamarsi tra di loro.