Recensione
Sakamichi no Apollon
9.0/10
Emozionante. Difficile aggiungere altro su di un anime che, nel suo piccolo, cambia, aggiorna e stravolge i canoni classici.
Esistono due tipi di opere: quelle che si limitano a ripercorrere le forme e le idee già consolidate, riproponendole sotto luci diverse, ma di fatto ripetendole, e quelle che invece tentano qualcosa di più, un salto, spesso nel vuoto, altre volte vincente. "Sakamichi no Apollon" fa parte di questa seconda categoria.
Spesso nelle recensioni vi è una caccia agli elementi positivi, a quelli negativi, agli elementi migliori e peggiori; in questo caso non voglio farlo. Non che questa serie non abbia punti deboli, ma quelli di forza sono talmente in sovra-numero che li nascondono, li seppelliscono e dopo chi più se li ricorda.
Come spesso mi accade, l'inizio non mi convince molto. Sembra la solita storia di uno studente "secchione" che si trasferisce in una nuova scuola dove nessuno lo considera e lui non fa altro che ripetere quanto schifo gli fa il mondo. Questo studente sembra essere impersonato da Kaouru Nishimi: un personaggio che definire controverso è dire poco. Egli sembra mescolare una serie di personalità che lo rendono talmente imprevedibile da dare l'impressione di essere una bomba che può ridere felice e subito dopo esplodere: scatti d'ira, poi rapidi pentimenti. Egli è un personaggio "vivo", un ragazzo che si sente solo e che in Sentaro ha trovato qualcosa di più di un semplice amico. Un legame talmente forte li lega da renderli inseparabili e lasciarli sulla stessa lunghezza d'onda anche quando le loro strade rimangono divise per molti anni. In realtà è come se non si fossero mai persi di vista.
Rika è un personaggio che ho apprezzato moltissimo, non solo per la sua estrema dolcezza e compostezza (che caratterizza gran parte delle ragazze dei manga - inciso: io non ne ho mai incontrate di simili!), ma anche, e soprattutto, per il modo in cui vive i suoi sentimenti e la sua amicizia, bagnata d'amore, con Kaouru e Sentaro. Lei per certi versi "sta in mezzo" all'amicizia piena di contrasti, e con fatica ed entusiasmo riesce a fare da collante tra i due, tanto da renderli inseparabili.
Le musiche, bellissime, rendono a pieno l'atmosfera frizzante e allo stesso tempo leggera dell'anime. Quella stessa musica che sotto forma di jazz gioca un ruolo di indiscutibile protagonista della storia.
Il finale è davvero azzeccato, bello, felice e commovente. Davvero in dodici puntate non si poteva fare di meglio, dodici puntate in cui sono racchiuse e descritte tante emozioni umane, di gioia e di sofferenza, con una tale maestria che non potranno lasciarvi indifferenti.
Esistono due tipi di opere: quelle che si limitano a ripercorrere le forme e le idee già consolidate, riproponendole sotto luci diverse, ma di fatto ripetendole, e quelle che invece tentano qualcosa di più, un salto, spesso nel vuoto, altre volte vincente. "Sakamichi no Apollon" fa parte di questa seconda categoria.
Spesso nelle recensioni vi è una caccia agli elementi positivi, a quelli negativi, agli elementi migliori e peggiori; in questo caso non voglio farlo. Non che questa serie non abbia punti deboli, ma quelli di forza sono talmente in sovra-numero che li nascondono, li seppelliscono e dopo chi più se li ricorda.
Come spesso mi accade, l'inizio non mi convince molto. Sembra la solita storia di uno studente "secchione" che si trasferisce in una nuova scuola dove nessuno lo considera e lui non fa altro che ripetere quanto schifo gli fa il mondo. Questo studente sembra essere impersonato da Kaouru Nishimi: un personaggio che definire controverso è dire poco. Egli sembra mescolare una serie di personalità che lo rendono talmente imprevedibile da dare l'impressione di essere una bomba che può ridere felice e subito dopo esplodere: scatti d'ira, poi rapidi pentimenti. Egli è un personaggio "vivo", un ragazzo che si sente solo e che in Sentaro ha trovato qualcosa di più di un semplice amico. Un legame talmente forte li lega da renderli inseparabili e lasciarli sulla stessa lunghezza d'onda anche quando le loro strade rimangono divise per molti anni. In realtà è come se non si fossero mai persi di vista.
Rika è un personaggio che ho apprezzato moltissimo, non solo per la sua estrema dolcezza e compostezza (che caratterizza gran parte delle ragazze dei manga - inciso: io non ne ho mai incontrate di simili!), ma anche, e soprattutto, per il modo in cui vive i suoi sentimenti e la sua amicizia, bagnata d'amore, con Kaouru e Sentaro. Lei per certi versi "sta in mezzo" all'amicizia piena di contrasti, e con fatica ed entusiasmo riesce a fare da collante tra i due, tanto da renderli inseparabili.
Le musiche, bellissime, rendono a pieno l'atmosfera frizzante e allo stesso tempo leggera dell'anime. Quella stessa musica che sotto forma di jazz gioca un ruolo di indiscutibile protagonista della storia.
Il finale è davvero azzeccato, bello, felice e commovente. Davvero in dodici puntate non si poteva fare di meglio, dodici puntate in cui sono racchiuse e descritte tante emozioni umane, di gioia e di sofferenza, con una tale maestria che non potranno lasciarvi indifferenti.