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Tra le leggi non scritte di questo mondo è risaputo che esiste il detto che cita espressamente: "Ogni serie di successo verrà violentata commercialmente finché anche l'ultimo fanboy non ne verrà a noia, nessuna eccezione", e appunto nessuna eccezione è stata fatta, tanto che anche l'ormai sempre più povero studio Gainax ha deciso di rispremere ancora una volta quella che è stata ed è tutt'ora la sua opera di punta, Evangelion, in una trilogia di remake che poi è diventata una tetralogia di uno spin-off della saga originale, di cui rimangono solo citazioni...

Ma a me piaceva come stavano andando le cose in questi film, si era messa da parte la regressione dei personaggi per dare spazio a quegli spettacolari combattimenti per salvare il mondo che lo studio Khara riesce a tirare fuori, che se da una parte hanno fatto perdere valore all'originale rendendolo commerciale, dall'altra hanno regalato allo spettatore ore di puro intrattenimento visivo, da Ramiel che gioca a space-invaders con i cannoni della NERV ai tentacoli di Sahaquiel che ballano nello spazio, dove tutto esplode in una ormai non tanto simbolica croce di sangue.
Ma Q è differente, e se per metà si intravede il tentato "ritorno alle origini", il fatto che la sceneggiatura sia stata scritta dopo il rilascio del secondo film non passa inosservato, tanto che, come è già stato citato da un altro utente prima di me, nessuna delle scene presentate nella preview del 2.0 è presente in questo film.

Ed ecco finalmente "Evangelion: 3.0 You can (not) Redo", che tradotto diventa: "E' scritto tre volte nel Vangelo che noi (non) sappiamo fare i remake".
Tralasciando il fatto che un buon 70% del budget è finito in quei 10 minuti iniziali che sono andati su Youtube come pubblicità, questo cambio repentino di registro, composto da un timeskip piuttosto consistente, sarebbe anche potuto andare bene, se non fosse stato reso così insignificante e ridicolo.
Fin dall'inizio del film si viene catapultati senza spiegazione alcuna in un mondo "diverso", creato per sembrare "diverso", come se volesse dire che tutto ciò che è avvenuto prima è privo di significato, tanto che sembra che i personaggi abbiano perso la memoria e si comportino come capita, presi da ciò che stanno facendo in questo differente mondo, di cui si ha solo qualche affrettata spiegazione e nessuna motivazione, e la maggior parte dei testi riguardano terminologie tecniche, come se far conoscere allo spettatore la dispersione massima dei cannoni o la pressione dell'LCL sia più importante di, che so, capire cosa stia succedendo?

Questo cambiamento, oltre a mutare completamente l'ambientazione, ha alterato il design dei personaggi, e oltre ad aggiungere individui che si prendono fin troppo spazio nella prima parte per poi sparire nel nulla come non fossero mai esistiti subito dopo, hanno aggiunto ai vecchi degli... occhiali da sole firmati da un non noto stilista, giusto per dare un tocco futuristico su uno sfondo di tutt'altro colore e far capire allo spettatore che qualcosa è cambiato, e qui già da questa geniale trovata si può optare se passare il resto del film con la fronte incollata alla scrivania in segno di disprezzo.

E purtroppo, l'aspetto contenutistico non riesce a eccellere: anche durante il film ci si accorge di quanto poco stia succedendo, gli avvenimenti sono più citazioni della serie originale, dei "rimandi", eventi che dovevano succedere di cui lo spettatore è informato, che vengono citati giusto per rinfrescare la mente di coloro che con il tempo hanno scordato, e tali scene sono frettolose, infodump in mezzo al nulla, mentre per tutto il resto della serie gli unici discorsi che si sentono, a parte i sopra citati, riguardano persone a caso che insultano Shinji per un motivo vagamente chiaro e poco coerente.
Nonostante le ambientazioni apocalittiche, sempre più cupe e definite, siano probabilmente le immagini più belle di questo film, esso tende ad ambientarsi in piccoli spazi cupi e tetri, come una stanzetta grigia e buia, o quel giardino dove Kaworu si struscia senza ritegno né vergogna sul corpo imbarazzato di Shinji mentre suonano assieme il piano, che ricalca ancora una volta la sensazione di vuoto che si ha durante la visione.

La piega che questa tetralogia ha preso con questo terzo film è quella di un "punto a capo", un distacco totale dall'opera originale per ambientazione, ma conservando alla lontana gli avvenimenti, e la sensazione che rimane è che questo film non sia un terzo, ma un inizio, esattamente come sopra: come se negli altri due non fosse successo nulla.
Nel prossimo film, a meno che a qualcuno non venga la splendida idea di continuare con un quinto e oltre, si chiuderANNO, si spera, la storia che è cominciata in questo terzo film, i problemi nati in questo film, e le domande lasciate da questo film; gli altri due non servono nemmeno come presentazione, nemmeno la delineazione dei personaggi è servita a qualcosa, poiché in questo film sono persone completamente diverse, almeno per quel che si è visto per quanto riguarda Asuka, Rei, Mari, Misato e altri, purtroppo ridotti a macchiette sullo sfondo in favore di Kaworu e la sua elegante voce prestatagli da Akira Ishida.

E anche se questa fin troppo lunga recensione necessiti ancora di qualche approfondimento, mi fermo per motivi di spoiler.
Se mettessi da parte le lamentele per un secondo, mi vedrei costretto a parlare del comparto tecnico; in una parola? Spettacolare.
La parte che Shiro Sagisu ha avuto in questo film è mostruosa, le sue soundtrack apocalittiche che rimbombano per tutta la durata della pellicola potrebbero benissimo valere il biglietto del cinema. E rinnovo l'aggettivo "mostruoso" anche per la grafica, perfetta e molto curata come sempre, specie i fondali, e il fatto che è più visibile l'uso della CG è scusato dall'azione sempre più veloce e adrenalinica.
Alla fine dei conti l'aspetto tecnico e sonoro sono pressoché le uniche cose che salvo di questo film.
Ma non è mia intenzione fare l'elitario o il purista che rinnega a prescindere qualsiasi cosa che non rispecchi l'originale; ho apprezzato questa tetralogia anche per il fatto di aver avvicinato le nuove generazioni alla storica saga originale, ed è possibile che sia per le aspettative che non sono riuscito ad apprezzare questo film, o per il continuo confronto con l'opera originale, o sarà quell'assillante sensazione di stonatura che ha pervaso tutto il film che altera la mia valutazione, e mi rendo conto che probabilmente non merita tale valutazione, dato che è anche probabile che non abbia capito nulla, ma non mi è piaciuto.