logo GamerClick.it

-

La seconda serie di "Ef", "Ef - a tale of melodies", riparte da dove era finita la prima, ma in questo capitolo assistiamo a diversi, profondissimi cambiamenti rispetto al precedente. Questa serie non solo risponde alle domande ancora in sospeso lasciate dalla prima, ma soprattutto sviscera le storie degli altri personaggi: quelli che in "a tale of memories" erano stati personaggi di "contorno", qui sono i protagonisti - e viceversa i protagonisti del capitolo precedente qui sono poco più che comparse. "Melodies" mantiene gli stessi tratti distintivi di "Memories", ovvero la complessa struttura della trama, innanzitutto, qui ancor più solida e stratificata, che oltre ai due piani spaziali (la narrazione si alterna tra due città, una in Australia e una in Giappone, con lo stesso nome e simili tra loro: in questa serie conosceremo anche il legame che intercorre tra questi due luoghi), presenta ben tre piani temporali: uno in cui si narrano le vicende presenti, quelle subito successive agli eventi della prima serie; un altro in cui ci vengono mostrate le vicende di 10 anni prima (1998), quando Yu e Kuze erano liceali, e infine un ultimo piano in cui ci vengono narrati fatti risalenti a 20 anni prima, (1988), in particolare dell'incontro tra Yu e Yuuko in orfanotrofio.

Non solo ogni filone narrativo è magistralmente intrecciato, (e verranno a coincidere tutti nel bel finale), ma ogni protagonista è legato all'altro, la storia per intero si compone gradualmente come un mosaico e svela legami tra tutti i personaggi che nella prima serie non conoscevamo - così come viene svelata la storia delle due città con lo stesso nome. L'altra peculiarità, in comune con "Memories", è lo sperimentalismo registico, cromatico e grafico, con luci e colori a dir poco suggestivi, soprattutto nei fondali, uno spettacolo visivo unico nel suo genere, superiore anche al primo capitolo, con animazioni perfette e ottimi disegni. La regia è altrettanto sperimentale, l'anime conta su un numero incalcolabile di animazioni, stacchi, sequenze, in cui si alternano immagini di contrasto cromatico, sfondi bianchi e neri con citazioni e scritte in tedesco e le figure dei personaggi, filtri di vario genere, specie color seppia, scritte e animazioni a tratti surrealiste, scene di puro "stream of consciousness" alla "Evangelion", caratterizzati dal forte espressionismo e simbolismo grafico (ancor più che nella prima serie), tutto ciò per dare larghissimo spazio ai momenti riflessivi e psicologici dei personaggi, i quali sono più maturi di quelli di "Memories", migliori, e risultano essere tra i meglio caratterizzati di sempre (su tutti i tre protagonisti, Yuuko, Yuu e Kuze).

E tuttavia, nonostante il forte sperimentalismo e lo stile grafico d'avanguardia, l'atmosfera dell'anime è delicatissima, rarefatta, molto intima, profondamente sentimentale, a metà tra realtà e sogno, proprio come nel capitolo precedente; un'atmosfera simile a quella di "5 cm per secondo" (con cui condivide il compositore della OST, il grande Tenmon), e "Clannad After Story". Eppure "Melodies" possiede un'anima propria, ben distinta, e spicca nel panorama dell'animazione per la sua originalità ben più del capitolo precedente. Infatti, oltre alle peculiarità già descritte, presenti anche in "Memories", questa stagione si distacca dalla prima per una maggiore maturità dei contenuti: l'elemento scolastico nella prima metà dell'anime è secondario e nella seconda metà sparisce praticamente del tutto; non c'è più solo il drama scolastico, ma si affronta il tema della morte, della depressione, della violenza, dello stupro, della solitudine. Anche l'amore, qui, va ben oltre l'amore adolescenziale, è trattato più in profondità, in modo molto più maturo, così come il tema della sessualità, affrontato in modo mai volgare, ma anzi poetico: una poesia che vi toccherà fin nel vostro intimo, che vi farà venire i brividi, commuovere, piangere, sognare, innamorare.

Se la prima serie era un gioiello del genere drama scolastico-sentimentale, questo è a tutti gli effetti un seinen, anzi, un capolavoro del genere seinen, ed è l'unica serie, a mio parere, che compete con "Clannad After Story", (dello stesso anno, tra l'altro), per il titolo di "miglior serie drammatico-sentimentale".