Recensione
Leggendo l'accenno alla trama di questo anime pensai che mi sarei ritrovato a vedere l'ennesima serie in cui dei normali ragazzini venivano sbattuti in un altro mondo dove, acquisendo straordinari poteri, avrebbero dovuto affrontare il classico malvagio di turno che ne minaccia la pace. Fortunatamente ci azzeccai solo per la parte del venir sbattuti in un altro mondo.
Trama: la serie vede come protagonisti Izayoi, Yo e Asuka, tre adolescenti la cui vita blanda e noiosa viene cambiata quando ricevono una lettera. Subito dopo averla letta, questi vengono catapultati in un luogo misterioso, dove faranno la conoscenza di Kuro Usagi (o Black Bunny, se preferite chiamarla così) una ragazza-coniglio la quale gli spiegherà che il posto in cui si trovano è il Little Garden, luogo in cui le Comunity, gruppi fondati dalle persone di questo mondo, possono partecipare ai Gift Game, delle sfide che permettono sia di ottenere premi, sia di ottenere fama e prestigio. Con questi propositi allettanti che potrebbero cancellare la loro noia, Kuro Usagi li inviterà a far parte della sua Comunity.
Benché il nome della serie non sia il massimo della originalità (in italiano, si potrebbe tradurre come "I bambini problematici vengono da un altro mondo, giusto?") la serie parla del classico ragazzino debole mentalmente e fisicamente che diventa super potente arrivando in un altro mondo. Infatti i personaggi dimostrano di avere fin da subito delle personalità ben delineate che li contraddistinguono, inoltre i protagonisti possiedono già da prima un particolare potere che si accoppia perfettamente con le loro personalità: Izayoi, che ama i combattimenti, possiede una forza mostruosa (anche se sembra ci sia molto di più dietro alle sue capacità distruttive); Yo, che ama gli animali, possiede invece la capacità di comprenderne il linguaggio (poi si scoprirà che non si limita a solo questo); mentre l'altezzosa Asuka riesce a imporre e a comandare attraverso i suoi ordini gli esseri viventi.
Se da un lato ciò può essere innovativo, dall'altro risulta essere controproducente a causa dei protagonisti già di per sé forti, anche fin troppo, cancellando così la classica crescita dei personaggi che contraddistingue la maggior parte degli anime. Sarà forse che non ne abbiano avuto l'intenzione. Sarà che lo hanno fatto ma in maniera errata. Rimane il fatto che con soli dieci episodi oltre a farci rimanere con diverse domande irrisolte, sia sui personaggi che sul corso della storia, l'anime finisce con un non-finale che ci lascia (forse) con la possibilità di vedere un futuro (necessario) seguito.
Trama: la serie vede come protagonisti Izayoi, Yo e Asuka, tre adolescenti la cui vita blanda e noiosa viene cambiata quando ricevono una lettera. Subito dopo averla letta, questi vengono catapultati in un luogo misterioso, dove faranno la conoscenza di Kuro Usagi (o Black Bunny, se preferite chiamarla così) una ragazza-coniglio la quale gli spiegherà che il posto in cui si trovano è il Little Garden, luogo in cui le Comunity, gruppi fondati dalle persone di questo mondo, possono partecipare ai Gift Game, delle sfide che permettono sia di ottenere premi, sia di ottenere fama e prestigio. Con questi propositi allettanti che potrebbero cancellare la loro noia, Kuro Usagi li inviterà a far parte della sua Comunity.
Benché il nome della serie non sia il massimo della originalità (in italiano, si potrebbe tradurre come "I bambini problematici vengono da un altro mondo, giusto?") la serie parla del classico ragazzino debole mentalmente e fisicamente che diventa super potente arrivando in un altro mondo. Infatti i personaggi dimostrano di avere fin da subito delle personalità ben delineate che li contraddistinguono, inoltre i protagonisti possiedono già da prima un particolare potere che si accoppia perfettamente con le loro personalità: Izayoi, che ama i combattimenti, possiede una forza mostruosa (anche se sembra ci sia molto di più dietro alle sue capacità distruttive); Yo, che ama gli animali, possiede invece la capacità di comprenderne il linguaggio (poi si scoprirà che non si limita a solo questo); mentre l'altezzosa Asuka riesce a imporre e a comandare attraverso i suoi ordini gli esseri viventi.
Se da un lato ciò può essere innovativo, dall'altro risulta essere controproducente a causa dei protagonisti già di per sé forti, anche fin troppo, cancellando così la classica crescita dei personaggi che contraddistingue la maggior parte degli anime. Sarà forse che non ne abbiano avuto l'intenzione. Sarà che lo hanno fatto ma in maniera errata. Rimane il fatto che con soli dieci episodi oltre a farci rimanere con diverse domande irrisolte, sia sui personaggi che sul corso della storia, l'anime finisce con un non-finale che ci lascia (forse) con la possibilità di vedere un futuro (necessario) seguito.