Recensione
Sakurasou no Pet na Kanojo
9.0/10
"Sakurasou no Pet na Kanojo" è una commedia scolastico/sentimentale che rappresenta le avventure di Sorata Kanda, che, per prendersi cura di un gatto abbandonato, è costretto a lasciare il dormitorio scolastico per trasferirsi al "Sakurasou", cioè una pensione adibita all'alloggio di studenti che, per via delle loro particolarità, non riescono a convivere con i loro colleghi. Questo è solo il prologo, perché la storia principale si sviluppa con il trasferimento al Sakurasou di Mashiro Shiina, ragazza bellissima e pittrice dall'indiscusso talento, ma che, oltre alla pittura, non riesce a fare niente. Risultato? Sorata dovrà occuparsi di lei.
Il principale pregio di quest'anime è nel riuscire a raccontare una storia abbastanza banale rendendola tutto sommato interessante; non nego che dopo aver visto i primi tre/quattro episodi avevo già capito come sarebbe andata a finire, eppure dopo un'attesa di ventiquattro episodi non sono rimasto deluso. Il modo in cui si sviluppano gli eventi è scorrevole e leggero, ma allo stesso tempo vediamo i protagonisti confrontarsi con il fallimento, perché in questo anime non basterà mettersi una fascia in testa e studiare per una notte per raggiungere l'obbiettivo prefissato; si fallirà, si riproverà e si fallirà nuovamente. Tutti i protagonisti dovranno fare i conti con i loro limiti, sentimenti, paure, rappresentando un cammino di crescita capace di far affezionare lo spettatore, per finalmente arrivare a un finale capace di far piangere e sorridere allo stesso tempo.
Le cose in cui invece l'anime pecca sono principalmente due: i protagonisti e il comparto sonoro. Per quest'ultimo non c'è molto da dire, è assente o comunque anonimo; non ricordo una sola musica di quest'anime, eppure l'ho finito di vedere oggi. Per quanto riguarda i protagonisti il discorso è diverso: Sorata non mi piace perché rappresenta lo stereotipo assoluto per questo genere, ha la sessualità di un bambino di cinque anni, arrossisce, ha vergogna di dire 'ti amo', ha vergogna di vedere una ragazza in intimo, ecc. Quel genere di cose, insomma. Situazioni viste e riviste che per l'ennesima volta non mi sono piaciute. Mashiro invece è la tipica ragazza programmabile, in stile Chii di "Chobits"; io trovo queste situazioni troppo surreali, ma, considerando che vengono proposte in molte produzioni, devono essere una cosa che piace al pubblico nipponico, ma a me no. Infine, Nanami Aoyama, compagna di classe di Sorata segretamente innamorata di lui, che serve solo a costruire il più abusato, tipico e scontato triangolo amoroso. Superfluo.
I personaggi "secondari" sono molto meglio realizzati e hanno una personalità veramente interessante, profondi e non banali, come apparentemente potrebbe sembrare. Una scoperta.
I disegni mi sono piaciuti, non sono un capolavoro ma risultano ben realizzati e colorati come anche le animazioni dei volti appaiono abbastanza convincenti.
Consiglio vivamente l'anime agli appassionati del genere scolastico/sentimentale, ma anche agli altri, un po' meno a chi apprezza le storie profonde e ricche di colpi di scena in stile "Beautiful", perché in quel caso si rimane delusi.
Il mio voto finale sarebbe 8.5, che arrotondo a 9 perché è a un livello superiore di molte produzioni di questo genere; mi ha saputo far emozionare e divertire, ma non raggiunge l'eccellenza per via di personaggi principali non ispiratissimi e trama non molto avvincente.
Il principale pregio di quest'anime è nel riuscire a raccontare una storia abbastanza banale rendendola tutto sommato interessante; non nego che dopo aver visto i primi tre/quattro episodi avevo già capito come sarebbe andata a finire, eppure dopo un'attesa di ventiquattro episodi non sono rimasto deluso. Il modo in cui si sviluppano gli eventi è scorrevole e leggero, ma allo stesso tempo vediamo i protagonisti confrontarsi con il fallimento, perché in questo anime non basterà mettersi una fascia in testa e studiare per una notte per raggiungere l'obbiettivo prefissato; si fallirà, si riproverà e si fallirà nuovamente. Tutti i protagonisti dovranno fare i conti con i loro limiti, sentimenti, paure, rappresentando un cammino di crescita capace di far affezionare lo spettatore, per finalmente arrivare a un finale capace di far piangere e sorridere allo stesso tempo.
Le cose in cui invece l'anime pecca sono principalmente due: i protagonisti e il comparto sonoro. Per quest'ultimo non c'è molto da dire, è assente o comunque anonimo; non ricordo una sola musica di quest'anime, eppure l'ho finito di vedere oggi. Per quanto riguarda i protagonisti il discorso è diverso: Sorata non mi piace perché rappresenta lo stereotipo assoluto per questo genere, ha la sessualità di un bambino di cinque anni, arrossisce, ha vergogna di dire 'ti amo', ha vergogna di vedere una ragazza in intimo, ecc. Quel genere di cose, insomma. Situazioni viste e riviste che per l'ennesima volta non mi sono piaciute. Mashiro invece è la tipica ragazza programmabile, in stile Chii di "Chobits"; io trovo queste situazioni troppo surreali, ma, considerando che vengono proposte in molte produzioni, devono essere una cosa che piace al pubblico nipponico, ma a me no. Infine, Nanami Aoyama, compagna di classe di Sorata segretamente innamorata di lui, che serve solo a costruire il più abusato, tipico e scontato triangolo amoroso. Superfluo.
I personaggi "secondari" sono molto meglio realizzati e hanno una personalità veramente interessante, profondi e non banali, come apparentemente potrebbe sembrare. Una scoperta.
I disegni mi sono piaciuti, non sono un capolavoro ma risultano ben realizzati e colorati come anche le animazioni dei volti appaiono abbastanza convincenti.
Consiglio vivamente l'anime agli appassionati del genere scolastico/sentimentale, ma anche agli altri, un po' meno a chi apprezza le storie profonde e ricche di colpi di scena in stile "Beautiful", perché in quel caso si rimane delusi.
Il mio voto finale sarebbe 8.5, che arrotondo a 9 perché è a un livello superiore di molte produzioni di questo genere; mi ha saputo far emozionare e divertire, ma non raggiunge l'eccellenza per via di personaggi principali non ispiratissimi e trama non molto avvincente.