Recensione
Phantom: requiem for the phantom, non è l'anime che mi aspettavo. È meglio. Andiamo con ordine.
Grafica e design: uno dei pochi punti sui quali è possibile muovere qualche obiezione a questo anime. Originale per il resto su tutta la linea, Phantom si discosta dalla scelta dell'omonimo manga, e dall'originale videogioco (Phantom of Inferno), per adeguare il tratto dei disegni ad uno standard molto più omologato. Anche il tono dei colori sarebbe potuto essere più grottesco e oscuro, mentre tende a stabilizzarsi su tinte lievemente anonime. Questa valutazione non va tuttavia fraintesa, restando la grafica apprezzabilissima: è solo un po' meno particolare di tutto il resto.
Colonna sonora: la musica merita un'osservazione a parte. Non è comune guardare un anime e trovarsi a cantare mentalmente le colonne sonore per giorni, per poi finire a scaricarle e salvarle sul walkman; non molto ampli in varietà (vengono ripetuti piuttosto spesso), i brani di Phantom sono tuttavia estremamente pregnanti e ben connessi agli eventi, tanto da diventare spesso dei veri e propri leitmotiv in grado di sottolineare con efficacia la natura di un personaggio o l'atmosfera di una situazione. Un rilievo particolare per la sigla iniziale, "Karma", e il brano conclusivo "Transparent", entrambi davvero toccanti.
Personaggi: se siete disposti ad immergervi in un'atmosfera decisamente soffocante, non potrete non amare buona parte dei personaggi di Phantom. Sopra tutti i tre principali, Reiji, Elen e Cal. Ma non mancano di profondità tanti altri quali Lizzie e Claudia. I rapporti tra di essi sono convincenti e, cosa che ritengo particolarmente apprezzabile, sono costruiti con una bellissima economia di parole. Per le prime puntate i dialoghi hanno un andamento di questo genere:
Con sguardo fisso: "Is there something wrong?"
Distogliendo lo sguardo: "It's nothing."
Scoprirete che l'esasperazione causata da questi scambi è parte del godimento, nell'insieme.
Trama: di base, Phantom è una storia di lotte tra gang mafiose statunitensi per il predominio e il potere, verso la nascita di una nuova era della malavita, dominata dall'associazione Infernal; il setting si sposta poi dall'America fino a coinvolgere il Giappone, nel momento in cui i clan intessono rapporti (e scontri) internazionali.
Già la parte "malavitosa" della trama è ben costruita, ma essa non è che un contenitore per lo sviluppo delle storie individuali dei protagonisti, guidate in questo mondo dall'inesorabile svolgersi del karma, che a spirale porta ognuno verso il suo destino. Eviterò spoiler, ma questo anime non risparmia colpi di scena anche piuttosto scioccanti, tanto da prostrare colui che si immedesima in Azuma Reiji; "pietà!".
Un appunto a parte va fatto per il finale, che mi duole ammettere, resta un tantino forzato. È certo apprezzabile nella logica dell'intera serie, ma lo si sarebbe potuto rendere in maniera un po' meno artificiosa. Resta poco chiaro e spinge l'utente a dedicarsi al blogging selvaggio nella ricerca di interpretazioni soddisfacenti.
Ultime osservazioni: in conclusione, considero Phantom: requiem for the phantom uno dei più begli anime che abbia mai visto, ho amato ogni personaggio e odiato maniacalmente il principale antagonista. Penso che questa serie possa costituire per chi la guarda non un semplice passatempo, bensì un'esperienza narrativa che resta dentro, come i migliori romanzi e film. Lo raccomando vivamente.
Grafica e design: uno dei pochi punti sui quali è possibile muovere qualche obiezione a questo anime. Originale per il resto su tutta la linea, Phantom si discosta dalla scelta dell'omonimo manga, e dall'originale videogioco (Phantom of Inferno), per adeguare il tratto dei disegni ad uno standard molto più omologato. Anche il tono dei colori sarebbe potuto essere più grottesco e oscuro, mentre tende a stabilizzarsi su tinte lievemente anonime. Questa valutazione non va tuttavia fraintesa, restando la grafica apprezzabilissima: è solo un po' meno particolare di tutto il resto.
Colonna sonora: la musica merita un'osservazione a parte. Non è comune guardare un anime e trovarsi a cantare mentalmente le colonne sonore per giorni, per poi finire a scaricarle e salvarle sul walkman; non molto ampli in varietà (vengono ripetuti piuttosto spesso), i brani di Phantom sono tuttavia estremamente pregnanti e ben connessi agli eventi, tanto da diventare spesso dei veri e propri leitmotiv in grado di sottolineare con efficacia la natura di un personaggio o l'atmosfera di una situazione. Un rilievo particolare per la sigla iniziale, "Karma", e il brano conclusivo "Transparent", entrambi davvero toccanti.
Personaggi: se siete disposti ad immergervi in un'atmosfera decisamente soffocante, non potrete non amare buona parte dei personaggi di Phantom. Sopra tutti i tre principali, Reiji, Elen e Cal. Ma non mancano di profondità tanti altri quali Lizzie e Claudia. I rapporti tra di essi sono convincenti e, cosa che ritengo particolarmente apprezzabile, sono costruiti con una bellissima economia di parole. Per le prime puntate i dialoghi hanno un andamento di questo genere:
Con sguardo fisso: "Is there something wrong?"
Distogliendo lo sguardo: "It's nothing."
Scoprirete che l'esasperazione causata da questi scambi è parte del godimento, nell'insieme.
Trama: di base, Phantom è una storia di lotte tra gang mafiose statunitensi per il predominio e il potere, verso la nascita di una nuova era della malavita, dominata dall'associazione Infernal; il setting si sposta poi dall'America fino a coinvolgere il Giappone, nel momento in cui i clan intessono rapporti (e scontri) internazionali.
Già la parte "malavitosa" della trama è ben costruita, ma essa non è che un contenitore per lo sviluppo delle storie individuali dei protagonisti, guidate in questo mondo dall'inesorabile svolgersi del karma, che a spirale porta ognuno verso il suo destino. Eviterò spoiler, ma questo anime non risparmia colpi di scena anche piuttosto scioccanti, tanto da prostrare colui che si immedesima in Azuma Reiji; "pietà!".
Un appunto a parte va fatto per il finale, che mi duole ammettere, resta un tantino forzato. È certo apprezzabile nella logica dell'intera serie, ma lo si sarebbe potuto rendere in maniera un po' meno artificiosa. Resta poco chiaro e spinge l'utente a dedicarsi al blogging selvaggio nella ricerca di interpretazioni soddisfacenti.
Ultime osservazioni: in conclusione, considero Phantom: requiem for the phantom uno dei più begli anime che abbia mai visto, ho amato ogni personaggio e odiato maniacalmente il principale antagonista. Penso che questa serie possa costituire per chi la guarda non un semplice passatempo, bensì un'esperienza narrativa che resta dentro, come i migliori romanzi e film. Lo raccomando vivamente.