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7.0/10
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"Come nella biblioteca della torre, ci sono molti libri qui e molta conoscenza... Comunque, tu non sei qui".

Victorique è una ragazzina a dir poco misteriosa ed enigmatica, fragile come una bambola di ceramica, intelligente e ironica all'inverosimile, tagliente come un rasoio, diretta e aggressiva come un serpente a sonagli, annoiata in modo sistematico e perenne, apparentemente disinteressata a tutto e a tutti coloro che la circondano, a parte il fratello detective Grevil e il giovane studente straniero Kujo.
Tuttavia, il suo innato orgoglio le impedisce, almeno all'inizio, di dimostrare coi fatti il suo timido interesse per Kujo, che trasforma in un vero e proprio servo per i suoi quotidiani capricci. Kujo, dal canto suo, è da subito interessato alla bella "dama dorata", ma si presta controvoglia ai suoi capricci: dopotutto anche lui possiede un orgoglio non indifferente, proveniente dai geni della sua stirpe, da sempre al servizio dell'Impero Giapponese. Kujo è il terzogenito di una delle famiglie più vicine all'imperatore, tuttavia vive da sempre nell'ombra dei fratelli maggiori e dell'enorme reputazione del padre. La sua partenza per l'Europa spera possa servire a dimostrare alla sua famiglia che anche l'ultimo nato vale qualcosa, che è degno di portare quel cognome. Ma nel 1924 c'è ben poco da dimostrare in Europa, solo studiare e sperare un giorno di poter prendere parte a qualcosa che finirà sui libri di storia; forse solo così riuscirà a sentirsi degno della sua famiglia e a tornare a casa a testa alta. Non può certo immaginare che sarà proprio l'incontro con Victorique ad aiutarlo in questa impresa.
La ragazzina-detective ha talento. La "fonte della saggezza", che non manca mai di citare, ma che non specifica mai di cosa si tratti realmente, le consente, davanti a ogni intricato caso, di riordinare tutti i "frammenti di caos" e di giungere velocemente a una sicura soluzione. Il fratello Grevil, detective di mestiere, non esita a utilizzare l'enorme talento di Victorique per la sua carriera, che brilla quindi di luce riflessa. Ma entrambi hanno molto da risolvere nella propria vita privata e molto da nascondere del proprio passato, per il quale forse la sola fonte di saggezza non è sufficiente come rimedio.

Tutta la prima parte della storia sarà dedicata ai due neo-compagni di classe, con una Victorique presuntuosa e diva, e un Kujo servile e perennemente affannato. Nonostante però il rapporto impari, Victorique si affeziona a Kujo in modo morboso, diventa ben presto il suo punto di riferimento, anche se all'apparenza potrebbe sembrare più che altro un giocattolo nelle sue mani. Kujo si accorge quasi subito che Victorique porta una profonda tristezza in fondo al cuore, e sicuramente è per questa ragione che non si ribella mai seriamente alle sue manie e alle sue piccole violenze quotidiane.
Infatti, nella seconda parte della serie i giochi cominciano a farsi più duri, la trama vira improvvisamente in una direzione meno scanzonata e più cupa, e gli autori scoprono poco alla volta l'oscuro passato della bella dama, incrociandolo con il futuro altrettanto crudele che l'aspetta. I viaggi dentro gli enigmi da risolvere si fanno via via meno frequenti, fino a quando la situazione precipita e Kujo dovrà rendersi conto che il rebus più importante riguarda la loro stessa vita.
Le prove da affrontare diventeranno dunque quasi insormontabili, il destino riserverà loro degli ostacoli dalla portata un po' troppo pesante per dei ragazzini, ma tutto questo servirà a mettere alla prova la loro caparbietà e il loro rapporto affettivo. Riusciranno la lucida freddezza di Victorique e l'inossidabile determinazione di Kujo a riservar loro il futuro che meritano?

Stilisticamente parlando, "Gosick" è una piccola perla, sicuramente uno dei lavori più sottovalutati del 2011. La luminosità, i colori, i fondali e le splendide scenografie, che arrivano addirittura a stridere un pochino con le bizzarre espressioni tipicamente manga, rendono l'opera decisamente affascinante e gradevole, forse anche più di quanto una sceneggiatura non priva di difetti ed eccessi riuscirebbe a rendere. La storia in sé è abbastanza originale e sufficientemente interessante, ma subisce a mio parere il classico trattamento finale di frettolosità che non rende giustizia al lavoro complessivo, quella fretta di concludere una storia che si ritrova troppo spesso negli anime degli anni 2000.
I personaggi principali, ovvero la stramba coppia di studenti, sono caratterizzati al meglio, mentre quelli secondari, seppur molto importanti, non lo sono altrettanto. Buoni i dialoghi e il montaggio, la trama scorre fluida complessivamente fino agli ultimi tre episodi, quando oramai la tensione è a mille e gli autori si accorgono probabilmente che il loro spazio a disposizione si sta esaurendo, pur avendo ancora molto da descrivere in immagini video. Ma alla fine in qualche modo ci riescono: nonostante l'acceleratore premuto, il risultato finale non ne risente particolarmente.

E anche per questa opera, tutto sommato, il lato emotivo è quello più tartassato dagli autori, per cui si fa fatica a riconoscere eventuali difetti, se non a mente fredda. "Gosick" parte lento e continua altrettanto nei primi episodi, è il classico anime che ha bisogno di essere visionato fino a metà serie prima di accorgersi di volerlo continuare e finire, non prima. Pur essendo parecchio simpatici i protagonisti, il tema è forse un po' troppo retrò per interessare il giovane pubblico, esattamente come le ambientazioni, ma la trama si fa intrigante abbastanza in fretta, sufficientemente per farci affezionare alla storia. La "pucciosità" di Victorique, poi, è un'altra di quelle caratteristiche che ne rendono la visione decisamente piacevole.
Ma la punta di diamante di "Gosick" è a mio parere l'imponente colonna sonora, un'OST davvero sorprendente, tanto nei temi centrali, quanto nell'opening e nelle due ending. L'opening, "Destin Histoire", è a mio parere in assoluto la più bella, adatta e convincente degli anni 2000, interpretata con voce accattivante dalla modella e cantante giapponese Lisa. Le due ending sono meravigliose, soprattutto la seconda, "Unity", una delle più belle di sempre. E' quindi facile accostare "Gosick" alle splendide sigle che l'accompagnano, soprattutto a distanza di tempo, poiché in mente ti rimangono quasi più queste che la comunque tenera, non stereotipata e intelligente love story.