Recensione
Psycho-Pass
9.0/10
Psycho-pass: ecco un anime che una volta tanto ha soddisfatto le mie aspettative.
Penso che si possano sintetizzare brevemente le varie componenti di questa serie in un giudizio positivo, per cominciare. Grafica e design dei personaggi davvero ben fatti, tutto in linea con la classica ambientazione poliziesca, in questo caso futuristica. Colonna sonora ben fatta e sigle d'apertura e chiusura adatte. Personaggi tridimensionali e carismatici. Ma ciò di cui penso sia più importante parlare credo siano la struttura e il concetto fondanti.
Psycho-pass non si distingue per un'eccessiva originalità concettuale. Il tema è quello già visto del conflitto tra una logica quasi perfetta ma disumana, e i sentimenti e i desideri dell'individuo. Il mondo moderno ha portato la società ad una lacerazione dolorosa dovuta da un lato al sempre più forte individualismo, dall'altro alla massificazione. Questo vale per il nostro mondo come per quello di Psycho-pass: siamo individui, e individui estremamente egoisti, eppure non siamo in grado di affermarci in quanto individualità perché i nostri desideri e le nostre aspirazioni sono qualcosa di imposto dal sistema.
L'anime sviluppa la tematica con una griglia di personaggi ben articolata, e altresì molto schematica. Tutti i componenti del gruppo hanno legami reciproci molto forti e giustificati da un background sensato: questo potrebbe essere considerato un pregio quanto un difetto, io lo vedo come un pregio, in quanto personalmente amante dei sistemi coerenti.
Tuttavia, evitando spoiler, va detto che lo sviluppo della trama ha resistito alla tentazione del sentimentalismo, pur rimanendo i sentimenti al centro di tutto. La protagonista Tsunemori Akane infatti non sceglie la soluzione più ovvia per una produzione commerciale - ovverosia difendere a tutti i costi i propri desideri egoistici - eppure nemmeno il suo opposto, cioè il calcolo: diversamente Akane comprende il sistema e lo accetta, ma ne vede i difetti e prospetta un futuro diverso.
L'antagonista poi, ed il suo rapporto con il protagonista maschile costituiscono in sé un grande pregio di Psycho-pass.
Potremmo dire che il finale di questa prima stagione (è già stato ufficialmente confermato che ve ne sarà una seconda), mette ogni cosa al suo posto, ma quel posto è ancora in divenire. I personaggi trovano il loro ruolo, lo accettano e lo comprendono finalmente, ma tale ruolo è proprio quello di continuare ad agire, questa volta con maggior consapevolezza e determinazione. Non si può dire che la conclusione di questo anime sia esattamente ciclica (abbiamo il ripresentarsi di una situazione vista nel primo episodio), perché vi è una forte differenza nel modo in cui i personaggi pensano loro stessi e i propri compagni.
Per concludere, ho deciso di assegnare un 9 a Psycho-pass, non riesco a trovare difetti sufficienti per scendere sotto questo voto, per quanto sia possibile che una persona con idee e gusti differenti lo trovi deludente. Ripeto, apprezzo lo schematismo, e questo conta molto nel mio giudizio.
Il mio consiglio? Guardatelo e giudicate voi stessi, al più otterrete una nuova esperienza, e capirete di pensarla diversamente, ma di certo non sarà uno spreco di tempo.
Penso che si possano sintetizzare brevemente le varie componenti di questa serie in un giudizio positivo, per cominciare. Grafica e design dei personaggi davvero ben fatti, tutto in linea con la classica ambientazione poliziesca, in questo caso futuristica. Colonna sonora ben fatta e sigle d'apertura e chiusura adatte. Personaggi tridimensionali e carismatici. Ma ciò di cui penso sia più importante parlare credo siano la struttura e il concetto fondanti.
Psycho-pass non si distingue per un'eccessiva originalità concettuale. Il tema è quello già visto del conflitto tra una logica quasi perfetta ma disumana, e i sentimenti e i desideri dell'individuo. Il mondo moderno ha portato la società ad una lacerazione dolorosa dovuta da un lato al sempre più forte individualismo, dall'altro alla massificazione. Questo vale per il nostro mondo come per quello di Psycho-pass: siamo individui, e individui estremamente egoisti, eppure non siamo in grado di affermarci in quanto individualità perché i nostri desideri e le nostre aspirazioni sono qualcosa di imposto dal sistema.
L'anime sviluppa la tematica con una griglia di personaggi ben articolata, e altresì molto schematica. Tutti i componenti del gruppo hanno legami reciproci molto forti e giustificati da un background sensato: questo potrebbe essere considerato un pregio quanto un difetto, io lo vedo come un pregio, in quanto personalmente amante dei sistemi coerenti.
Tuttavia, evitando spoiler, va detto che lo sviluppo della trama ha resistito alla tentazione del sentimentalismo, pur rimanendo i sentimenti al centro di tutto. La protagonista Tsunemori Akane infatti non sceglie la soluzione più ovvia per una produzione commerciale - ovverosia difendere a tutti i costi i propri desideri egoistici - eppure nemmeno il suo opposto, cioè il calcolo: diversamente Akane comprende il sistema e lo accetta, ma ne vede i difetti e prospetta un futuro diverso.
L'antagonista poi, ed il suo rapporto con il protagonista maschile costituiscono in sé un grande pregio di Psycho-pass.
Potremmo dire che il finale di questa prima stagione (è già stato ufficialmente confermato che ve ne sarà una seconda), mette ogni cosa al suo posto, ma quel posto è ancora in divenire. I personaggi trovano il loro ruolo, lo accettano e lo comprendono finalmente, ma tale ruolo è proprio quello di continuare ad agire, questa volta con maggior consapevolezza e determinazione. Non si può dire che la conclusione di questo anime sia esattamente ciclica (abbiamo il ripresentarsi di una situazione vista nel primo episodio), perché vi è una forte differenza nel modo in cui i personaggi pensano loro stessi e i propri compagni.
Per concludere, ho deciso di assegnare un 9 a Psycho-pass, non riesco a trovare difetti sufficienti per scendere sotto questo voto, per quanto sia possibile che una persona con idee e gusti differenti lo trovi deludente. Ripeto, apprezzo lo schematismo, e questo conta molto nel mio giudizio.
Il mio consiglio? Guardatelo e giudicate voi stessi, al più otterrete una nuova esperienza, e capirete di pensarla diversamente, ma di certo non sarà uno spreco di tempo.