Recensione
Nel 2001, in casa Konami, Noriaki Okamura, membro chiave dell'Hideo Kojima Staff, ha finalmente, con l'avvento della tecnologia della PlayStation2, l'opportunità di realizzare un sogno da sempre covato: creare un gioco che permetta di guidare un potente robottone lungo un'epica, drammatica avventura basata sulle atmosfere tipiche delle migliori produzioni sci-fi/robotiche di casa Sunrise, soprattutto "Mobile Suit Gundam". Trovato supporto ideale in Hideo Kojima stesso, papà di "Metal Gear Solid" a sua volta grande ammiratore del Mobile Suit bianco (tanto da omaggiarlo nella sua stessa saga stealth), la coppia realizza, nell'arco di tre anni, i due "Zone of the Enders", che diventano, nonostante le modeste vendite, un'apprezzata e premiata saga videoludica. Così, nonostante una durata estremamente breve, un doppiaggio inglese atroce e una trama volutamente derivativa (eroi che si ritrovano al centro di una guerra d'indipendenza tra marziani e Federazione Terrestre, e coi loro robottoni - gli Orbital Frame - cercano di sopravvivere) i due ZOE sono tra i primi ma anche fra i migliori titoli a permettere un'esperienza di immedesimazione senza eguali, a dare davvero la sensazione di pilotare enormi, potentissimi mecha dotati di armi straordinarie con cui distruggere palazzi, sconfiggere imponenti nemici e cambiare le sorti della guerra. Non deve perciò stupire come, in affettuoso senso inverso, sia la stessa, omaggiata Sunrise a dare quindi vita all'OVA che esce il giorno d'uscita del primo gioco: un prequel che fa chiarezza sull'origine degli Orbital Frame, sulle ragioni dello scoppio della guerra e sul background di uno dei villain ricorrenti (la tragica Viola), e che successivamente proseguirà anche con una serie televisiva che ha inizio esattamente il mese dopo.
IDOLO, questo il nome dell'OVA, è una produzione di cinquanta minuti piacevole e ben confezionata, che, pur non offrendo nulla di nuovo al genere, fa la sua parte nel dare maggiore spessore al setting del primo ZOE, permettendo al giocatore di godersi ancor più l'esperienza videoludica, sempre più coinvolto dalla sensazione di essere protagonista di una guerra civile di cui conosce ora anche i retroscena. Siamo nell'anno 2167 sul pianeta Marte, colonizzato dalla Terra, i cui abitanti sono vessati dalle inique leggi del governo terrestre e umiliate dal razzismo della madrepatria. In questo cupo scenario prende luogo la storia di Radium Lavans, pilota marziano dell'organizzazione antigovernativa BAHRAM, che si trova a collaudare una nuova unità robotica di combattimento, Idolo, il primo Orbital Frame mai creato con la sconosciuta tecnologia Metatron. Assistito dalla sua futura sposa, la scienziata Dolores, e dalla sua collega d'armi Viola, Radium scoprirà suo malgrado, mentre pilota il mezzo, come questi accresca sempre di più la sua aggressività e l'odio verso i terrestri, trovando tragiche ripercussioni nella battaglia che aprirà la guerra tra BAHRAM e la Terra, l'"Incidente di Deimos".
Forte di un grandioso comparto tecnico e colori sgargianti, vivacissimi, che rendono uno splendore battaglie robotiche e ambientazioni, IDOLO scorre piacevolmente nella sua pur ricercata banalità, azzeccando disegni moderni e attraenti e soprattutto i suoi attori, pur sempre derivativi ma caratterizzati più che decentemente. Narrativamente non vi è nulla di diverso dal clone ordinario di Gundam (guerre di indipendenza spaziali, raid nemici, battaglie che avvengono tra mezzi robotici) e a questo riguardo è inutile decantare chissà che lodi su intreccio o cast, ma con le sue ottime animazioni, ritmo sostenuto e coinvolgente, azione poderosa, musiche piacevoli e una benvoluta narrazione adulta e matura - scene di sesso prive di accenni platonici e abbondanza di schizzi di sangue in quelle violente - IDOLO offre tutto ciò che gli si chiede per scorrere benissimo. Di certo non si può parlare di visione imprescindibile o di chissà che qualità esorbitante, ma solo - e questo è un merito - di un OVA fatto con cura, mezzi e criterio, estremamente soddisfacente per i videogiocatori ma interessante anche per profani, che magari lo prenderanno come spot pubblicitario per comprare il gioco o guardare il suo prosieguo animato, la successiva serie televisiva DOLORES, di cui IDOLO funge da antefatto.
IDOLO, questo il nome dell'OVA, è una produzione di cinquanta minuti piacevole e ben confezionata, che, pur non offrendo nulla di nuovo al genere, fa la sua parte nel dare maggiore spessore al setting del primo ZOE, permettendo al giocatore di godersi ancor più l'esperienza videoludica, sempre più coinvolto dalla sensazione di essere protagonista di una guerra civile di cui conosce ora anche i retroscena. Siamo nell'anno 2167 sul pianeta Marte, colonizzato dalla Terra, i cui abitanti sono vessati dalle inique leggi del governo terrestre e umiliate dal razzismo della madrepatria. In questo cupo scenario prende luogo la storia di Radium Lavans, pilota marziano dell'organizzazione antigovernativa BAHRAM, che si trova a collaudare una nuova unità robotica di combattimento, Idolo, il primo Orbital Frame mai creato con la sconosciuta tecnologia Metatron. Assistito dalla sua futura sposa, la scienziata Dolores, e dalla sua collega d'armi Viola, Radium scoprirà suo malgrado, mentre pilota il mezzo, come questi accresca sempre di più la sua aggressività e l'odio verso i terrestri, trovando tragiche ripercussioni nella battaglia che aprirà la guerra tra BAHRAM e la Terra, l'"Incidente di Deimos".
Forte di un grandioso comparto tecnico e colori sgargianti, vivacissimi, che rendono uno splendore battaglie robotiche e ambientazioni, IDOLO scorre piacevolmente nella sua pur ricercata banalità, azzeccando disegni moderni e attraenti e soprattutto i suoi attori, pur sempre derivativi ma caratterizzati più che decentemente. Narrativamente non vi è nulla di diverso dal clone ordinario di Gundam (guerre di indipendenza spaziali, raid nemici, battaglie che avvengono tra mezzi robotici) e a questo riguardo è inutile decantare chissà che lodi su intreccio o cast, ma con le sue ottime animazioni, ritmo sostenuto e coinvolgente, azione poderosa, musiche piacevoli e una benvoluta narrazione adulta e matura - scene di sesso prive di accenni platonici e abbondanza di schizzi di sangue in quelle violente - IDOLO offre tutto ciò che gli si chiede per scorrere benissimo. Di certo non si può parlare di visione imprescindibile o di chissà che qualità esorbitante, ma solo - e questo è un merito - di un OVA fatto con cura, mezzi e criterio, estremamente soddisfacente per i videogiocatori ma interessante anche per profani, che magari lo prenderanno come spot pubblicitario per comprare il gioco o guardare il suo prosieguo animato, la successiva serie televisiva DOLORES, di cui IDOLO funge da antefatto.