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La Disney è da sempre fautrice di opere memorabili che hanno accompagnato la crescita dei bambini e intrattenuto, nonostante tutto, anche i più grandi. Tuttavia con gli anni e quasi sicuramente con la mancanza di idee la buona stella che accompagna la famosa casa produttrice sembra essersi raffreddata e Frozen è uno degli esempi.

Nel regno di Arendelle, Elsa e Anna sono due sorelle figlie dei sovrani del suddetto regno ma la prima è nata con un potere speciale ovvero quello di creare il ghiaccio e diffonderlo con immane forza, mentre la seconda è una normale bambina. Per una serie di circostanze Elsa si ritroverà a dover ereditare il trono in quanto primogenita ma durante i festeggiamenti non tutto va per il verso giusto ed Elsa fugge sulla montagna terrorizzata dal suo stesso potere e con l'intenzione di proteggere sua sorella Anna e il suo popolo. Sarà proprio Anna a partire alla ricerca della sorella e durante il viaggio farà la conoscenza di Kristoff e della sua renna, già con i loro problemi.

Opere contenenti elementi come magia, amicizia, amore e buoni sentimenti sono lo standard assoluto se indirizzate ad un pubblico di minori. Eppure durante tutta la durata del film si sente come la mancanza di qualcosa, di una scintilla che non arriva mai nonostante un paio di colpi di scena e questa caratteristica è davvero una nota dolente per Frozen che monta una trama mai in grado di decollare. In molti penseranno "bisogna vederla con gli occhi di un bambino", beh il sottoscritto non è mai cresciuto (e se ne vanta) tanto da apprezzare tutt'ora il 99% delle opere Disney, forse anche di più di un bambino che non conosce altro tipo d'animazione al di fuori dei Gormiti o di Dragon Ball.

Il problema principale o almeno quello che si fa più "sentire" è proprio il caso di dirlo, sono le canzoni. L'anime inizia, s'introduce, avanza e raggiunge l'epilogo come un dannatissimo e anche poco intonato musical. Diventa oltremodo insopportabile non riuscire a fare 2 passi avanti con la storia che subito parte un'altra canzoncina stonata. In tutte le opere Disney abbiamo avuto soundtrack meravigliose e che si lasciano ricordare grazie anche agli artisti che vi partecipavano (Phil Collins in Tarzan tanto per dirne uno) ma in Frozen cosa abbiamo? Serena Autieri, Serena Rossi, Paolo De Santis e Enrico Brignano...oh mio dio. Per una questione di giustizia va detto che anche la versione statunitense è decisamente sotto la media.

Delineare l'aspetto tecnico di un film Disney, seppur senza la Pixar dietro, è come dire che il motore di una Ferrari Enzo è potentissimo, il risultato è scontato. Ci ritroviamo con un'opera stilisticamente magnifica e capace di regalare effetti visivi e di luce da favola. La neve e il ghiaccio sono resi in maniera naturalmente pregevole dato che sono elementi essenziali della storia, mentre personaggi e animazioni sono d'altrettanta ottima qualità seppur già visti in Rapunzel in quanto a stile. Comparto audio che fa il suo dovere con gli effetti ma che affonda con la colonna sonora, una delle più brutte e sgraziate che abbia mai sentito in un film Disney.

Insomma cos'è successo alla Disney? Non so dirlo, ma quello che so è che gli standard qualitativi sono molto al di sotto di ciò al quale ci ha abituato la casa produttrice americana. E' triste non poter premiare una fiaba che narrativamente ha molti spunti interessanti e gradevoli ma devo essere personalmente sincero non tanto per il voto che gli ho assegnato quanto per il mio pensiero a riguardo, delineato nell'intera recensione. Concludendo, Frozen non è stata minimamente la bella e appassionante storia che si prospettava in tante altre recensioni, critiche e premi, confermando il pensiero che l'opinione di critici e le assegnazioni di premi non presuppongono altro che personali pareri e il mio non fa eccezione. Un'occasione sprecata.