Recensione
Usagi Drop
9.0/10
Tra le varie alternative che la vita può offrire c'è anche quella di diventare inaspettatamente padri a trent'anni e non esserlo tra l'altro nemmeno naturalmente. Dopo questa prima frase sembra che l'anime sia già destinato alla noiosità o alla solita storia di un orfano in cerca di una famiglia; in realtà è molto di più di una storia semplice e banale.
"Usagi Drop" è appunto la storia di Daikichi che diventa padre, o quasi padre, dopo una storia un po' strana per colpa o no del suo nonno. Daikichi, ritornato a casa per via del funerale del nonno, scopre che lo stesso ha avuto da una relazione nascosta la piccola Rin. La bambina di appena sei anni sembra soffrire di solitudine e di depressione, al punto che parla pochissimo e sembra che non riesca a stringere amicizia. Il problema sorge appunto quando tutta la famiglia è riunita, e devono prendere una decisione su chi si prenderà cura di questa bambina ora che il nonno non c'è più. Decisione non facile, visto che tutti un po' per vergogna e un po' per la voglia non vogliono prenderla in casa. Daikichi, il cui unico obbiettivo fino a quel momento era la carriera, spinto dal buon senso e da un infinito buon cuore accoglie la piccola Rin in casa propria. Da questo momento inizia per lui uno stravolgimento della propria esistenza. Ciò che prima era di estrema importanza come la carriera diventa solo un vago ricordo e al centro della sua vita ci sarà Rin. Via via che le puntate scorrono, la presenza di Daikichi per Rin permette alla piccola di aprirsi e di vivere come una bambina di sei anni, migliorando la sua esistenza, e dall'altro lato Rin riesce a far aprire a Daikichi il suo infinito cuore, che fino a quel momento sembrava essere chiuso e sigillato, apparendo agli altri come un ragazzo scontroso e arrabbiato col mondo intero.
L'anime è molto profondo, molto intenso e carico di emozioni, che forse per la tematica trattata e le situazioni che vengono presentate credo che sia destinato a un pubblico più adulto e maturo rispetto a uno adolescenziale o giù di lì.
La vita di un uomo che si ritrova a dover educare e vivere con una bambina di cui si sa poco o nulla e per di più traumatizzata è davvero difficile da affrontare, e lo è ancora di più se lo si fa da solo. I problemi che nascono da questa convivenza vanno da quelli più banali come l'acquisto di pigiami e scarpe, a quelli più complessi, come una possibile adozione.
Il rapporto tra i due inizia da prima come una amicizia, per poi spingersi oltre e creando un legame molto più profondo, al punto che Rin sembra dire che il suo affetto per Daikichi sia quasi meglio di quello tra padre e figlia. Se da un lato Daikichi dovrebbe provvedere a educare Rin, dall'altro anche Rin regala dei begli insegnamenti a Daikichi, al punto che più volte durante le puntate lui stesso si chiede chi sia l'adulto tra i due.
La vita e i sentimenti vengono analizzati sia dal punto di vista del mondo adulto che lavora, che cerca di insegnare e di far conoscere cose belle al proprio bambino, sia dalla parte dello stesso bambino che non capisce perché gli adulti divorzino, o perché siano arrivati tardi a prenderlo dall'asilo. Situazioni, queste, che in "Usagi Drop" vengono trasmesse con intensità allo spettatore e sono punto di riflessione per lo stesso.
La grafica è davvero originale. Tutto l'anime, o quasi, è colorato con l'acquarello, rendendo la storia scorrevole come l'acqua che compone i suoi colori, trasmettendo allo spettatore quella sensazione di calma e tranquillità che lo caratterizza.
Il mio giudizio è più che positivo, perché le undici puntate che lo costituiscono le ho viste praticamente di fila, sintomo per me che l'anime merita considerazione. Una serie anime capace di far sorridere, commuovere, ma anche ridere proprio come sono i personaggi di questa storia.
"Usagi Drop" è appunto la storia di Daikichi che diventa padre, o quasi padre, dopo una storia un po' strana per colpa o no del suo nonno. Daikichi, ritornato a casa per via del funerale del nonno, scopre che lo stesso ha avuto da una relazione nascosta la piccola Rin. La bambina di appena sei anni sembra soffrire di solitudine e di depressione, al punto che parla pochissimo e sembra che non riesca a stringere amicizia. Il problema sorge appunto quando tutta la famiglia è riunita, e devono prendere una decisione su chi si prenderà cura di questa bambina ora che il nonno non c'è più. Decisione non facile, visto che tutti un po' per vergogna e un po' per la voglia non vogliono prenderla in casa. Daikichi, il cui unico obbiettivo fino a quel momento era la carriera, spinto dal buon senso e da un infinito buon cuore accoglie la piccola Rin in casa propria. Da questo momento inizia per lui uno stravolgimento della propria esistenza. Ciò che prima era di estrema importanza come la carriera diventa solo un vago ricordo e al centro della sua vita ci sarà Rin. Via via che le puntate scorrono, la presenza di Daikichi per Rin permette alla piccola di aprirsi e di vivere come una bambina di sei anni, migliorando la sua esistenza, e dall'altro lato Rin riesce a far aprire a Daikichi il suo infinito cuore, che fino a quel momento sembrava essere chiuso e sigillato, apparendo agli altri come un ragazzo scontroso e arrabbiato col mondo intero.
L'anime è molto profondo, molto intenso e carico di emozioni, che forse per la tematica trattata e le situazioni che vengono presentate credo che sia destinato a un pubblico più adulto e maturo rispetto a uno adolescenziale o giù di lì.
La vita di un uomo che si ritrova a dover educare e vivere con una bambina di cui si sa poco o nulla e per di più traumatizzata è davvero difficile da affrontare, e lo è ancora di più se lo si fa da solo. I problemi che nascono da questa convivenza vanno da quelli più banali come l'acquisto di pigiami e scarpe, a quelli più complessi, come una possibile adozione.
Il rapporto tra i due inizia da prima come una amicizia, per poi spingersi oltre e creando un legame molto più profondo, al punto che Rin sembra dire che il suo affetto per Daikichi sia quasi meglio di quello tra padre e figlia. Se da un lato Daikichi dovrebbe provvedere a educare Rin, dall'altro anche Rin regala dei begli insegnamenti a Daikichi, al punto che più volte durante le puntate lui stesso si chiede chi sia l'adulto tra i due.
La vita e i sentimenti vengono analizzati sia dal punto di vista del mondo adulto che lavora, che cerca di insegnare e di far conoscere cose belle al proprio bambino, sia dalla parte dello stesso bambino che non capisce perché gli adulti divorzino, o perché siano arrivati tardi a prenderlo dall'asilo. Situazioni, queste, che in "Usagi Drop" vengono trasmesse con intensità allo spettatore e sono punto di riflessione per lo stesso.
La grafica è davvero originale. Tutto l'anime, o quasi, è colorato con l'acquarello, rendendo la storia scorrevole come l'acqua che compone i suoi colori, trasmettendo allo spettatore quella sensazione di calma e tranquillità che lo caratterizza.
Il mio giudizio è più che positivo, perché le undici puntate che lo costituiscono le ho viste praticamente di fila, sintomo per me che l'anime merita considerazione. Una serie anime capace di far sorridere, commuovere, ma anche ridere proprio come sono i personaggi di questa storia.