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Anime estivo tratto da una visual novel, cioè da un videogioco che è una storia interattiva. La versione giapponese e tecnologicamente avanzata del librogame.
Si tratta poi di una visual novel di tipo BL, cioè yaoi, incentrata sulle storie tra uomini e destinata a un pubblico prevalentemente femminile.

Il che spiega come mai in tutto l'anime (dodici episodi) compaia solo un personaggio femminile, la nonna di Aoba (più una bambina, che assieme a due bambini infesta il negozio dove lavora Aoba). Per il resto, sempre e solo personaggi maschili, spesso in grande intimità con il protagonista e spessissimo intenti a effettuare fanservice.

La trama sarebbe interessante: siamo nel futuro, e la Toue Corporation ha privatizzato un'isola del Giappone trasformandola in un resort, la Platinum Jail: futuristica, sicura, piena di divertimenti e di modi per spendere soldi e passare il tempo. I vecchi abitanti invece sono stati espulsi dalla bolla, costretti a vivere nel Vecchio Quartiere Residenziale.
Qui abbiamo bande che si fronteggiano per il possesso dei vari territori, abbiamo poliziotti folli e violenti, abbiamo un gioco di realtà virtuale aumentata basato su combattimenti clandestini che spopola sempre di più.
Abbiamo gli Allmate, animali robotici che sembrano senzienti e che sono i compagni inseparabili delle persone (un po' come i Daemon di queste oscure materie) e che assumono forma umana durante le gare virtuali di Rhyme.

E in questo ambiente vive Aoba, che lavora come commesso in un negozietto che vende un po' di tutto e vive con la nonna. Ha un amico d'infanzia, Koujaku, che gira vestito da samurai con tanto di katana e fa il parrucchiere (e ha sempre difeso il piccolo Aoba, preso di mira per i capelli blu e lunghi che non ha mai tagliato) oltre a dirigere una banda. Ha l'Allmate Ren. Ha l'amico Mizuki, leader di un'altra banda e tatuatore professionista. Conosce due gemelli biondi che lavorano per la Yakuza, Virus e Trip.
Malgrado queste strane e pericolose conoscenze, vive una vita pacifica e tranquilla.

Questo finché non viene attirato con l'inganno in una partita di Rhyme, senza limitazioni protettive, e riesce a salvarsi solamente diventando qualcun altro, dotato di enorme potere. Non ricorda niente e dice di non avere mai giocato a Rhyme, ma da questo momento nuovi personaggi cominciano a gravitare intorno a lui.
Il misterioso Clear, che gira con una maschera antigas e un ombrello e lo chiama Padrone; Noiz, un bravissimo hacker che è sicuro di aver già lottato contro di lui in Rhyme venendo sconfitto; Mink, leader di un gruppo di ribelli deciso a distruggere la Toue Corporation; il leggendario gruppo di Morphine, creduto ormai distrutto e invece tornato in auge.
E dietro a tutto questo, la verità sul passato e sulla natura di Aoba, il suo potere di controllare le persone ed entrargli nella mente usando la voce, l'esistenza di suo fratello Sei, e il vero scopo di Toue: la conquista del Giappone passo dopo passo, tramite il controllo delle menti della gente grazie a poteri come la voce di Aoba e le immagini proiettate da Sei.

La trama era interessante, come detto, ma le carenze si sono dimostrate mastodontiche in confronto all'interesse suscitato dal canovaccio, e si sono visti i soliti problemi degli adattamenti da un media all'altro.
Gran parte dell'anime viene passata a focalizzarsi sui singoli personaggi, prima per introdurli ad Aoba e poi per spiegarne le peculiarità, le particolarità che li hanno portati a schierarsi col protagonista, perché è importante il loro rapporto con lui. Tutto questo ovviamente, in una serie di soli dodici episodi, va a discapito della trama, che a lungo rimane impantanata tra vaghi indizi e oscuri accenni.
Solo alla fine arriva la luce, ma mentre in alcuni casi si dice che il finale esplosivo e pieno d'azione sia stato ottimo anche se non suficiente a risollevare l'intera serie, in questo caso pure il finale è carente, troppo velocizzato, con quasi tutti i personaggi già sviscerati e messi da parte a fare i figuranti per focalizzarsi solo su Aoba, Sin e l'ultimo personaggio rimasto in vita (narrativamente parlando).
Uno scontro finale privo di pathos e di suspense, che riassume perfettamente una serie che prometteva molto ma che alla fine ha dato pochissimo.

Una grande delusione.