logo GamerClick.it

-

"DRAMAtical Murder" è la trasposizione in anime dell'omonima visual novel di genere Yaoi uscita nel 2012. Personalmente ho guardato l'anime senza neppure sapere dell'esistenza della visual novel, quindi non posso fare alcun confronto, se non facendo riferimento a quanto ho appreso parlando con alcune persone che ci hanno giocato e che erano dunque già fan di questa opera.

Il protagonista della serie è Aoba Seragaki, un ragazzo apparentemente normale che conduce una vita tranquilla, lavora in un modesto negozio e vive con sua nonna sull'isola di Midorijima, dove un'ambientazione apparentemente simile a quella di un modesto paese dei nostri giorni si mescola a tecnologie oggi ancora sconosciute, come il sistema di combattimento virtuale Rhyme e gli Allmate, delle intelligenze artificiali che fungono da mascotte e animaletti domestici agli esseri umani. Inoltre, una parte dell'isola è sede di un ambizioso progetto della Toue Corporation: la Platinum Jail, ovvero un territorio esclusivo che viene pubblicizzato come il luogo perfetto in cui vivere, dove l'avanzata tecnologia garantisce divertimento e sicurezza per tutti.

Un giorno, Aoba viene sfidato a tradimento ad un combattimento di rhyme, che vince grazie ad un improvviso cambio di personalità, diventando per qualche minuto violento ed aggressivo. A seguito di questo evento, una serie di casualità trasformerà la tranquilla routine di Aoba: frequenti e sempre più forti emicrania, l'incontro di nuovi personaggi come Clear e Noiz e strani messaggi sottoforma di demo di videogiochi lo porteranno ad avvicinarsi sempre più alla Platinum Jail ed ai segreti che essa cela.

Molti fan del videogioco hanno contestato l'anime sia per l'assenza di scene erotiche (il lato BL è qui ridotto davvero all'osso, nonostante sia chiara una certa tensione di tipo shonen-ai tra i personaggi), che per la velocità con cui la vicenda viene narrata, tralasciando necessariamente molti passaggi rilevanti.

Per quanto riguarda il primo punto, ho personalmente apprezzato la mancanza di scene erotiche che, volendo far comparire tutti i personaggi del videogioco, avrebbe finito o per privilegiare una route rispetto alle altre, o per banalizzare il personaggio di Aoba rendendolo tremendamente incoerente ... O 'di facili costumi', che dir si voglia. Ma niente paura, perché, probabilmente per ovviare a queste critiche, è stato rilasciato anche un OVA contenente alcune scene più 'osé' prese dalla continuazione del videogioco, ovvero "DRAMAtical Murder re:connect".

La seconda critica è invece piuttosto fondata: pur avendo apprezzato molto l'evoluzione della vicenda, ho trovato difficile comprenderne alcuni punti, e il finale, insieme al magone, mi ha lasciata anche con alcuni interrogativi senza risposta. Soprattutto verso la fine, è evidente come gli autori abbiano velocizzato notevolmente il ritmo della narrazione, a discapito dell'approfondimento di personaggi come Sei, il quale viene mostrato senza dire o fare nulla per la maggior parte degli episodi precedenti, e alla fine si viene improvvisamente investiti di informazioni sul suo conto, senza avere il tempo per apprezzarlo davvero come personaggio. Lo stesso problema è evidente nella scena SCRAP di Mink, che risulta decisamente meno chiara rispetto a quelle degli altri personaggi, probabilmente proprio perché mostrata verso la fine della vicenda, quando ormai il tempo per approfondire scarseggia.

Il protagonista Aoba é gradevole e abbastanza verosimile, cosa rara per una serie tratta da una visual novel di carattere erotico/simil-harem. Anzi, oserei dire, cosa rara per uno yaoi in generale.
I personaggi sono decisamente ben caratterizzati, soprattutto nel loro character design che risulta gradevole e particolare. A livello di personalità, in alcuni casi il loro passato viene approfondito più del loro presente, e questo non so se difinirlo un punto a favore o a sfavore. Il fattore 'passato tragico' è usato forse in modo eccessivo, ma non risulta particolarmente fastidioso, a mio parere. C'é un'evoluzione psicologica dei personaggi che, se non è ai livelli di quanto (suppongo) accade nel videogioco, è comunque decente nella maggior parte dei casi.
Ho particolarmente apprezzato la vicenda di Clear, che mi ha anche strappato qualche lacrima.

Un tema di questa serie che di solito è poco esplorato è l'ambientazione in sé, che a mio parere già da sola rappresenterebbe un ottimo spunto di trama e riflessione. L'idea di un luogo d'élite presentato come una sorta di Paradiso Terrestre, dove i crimini non esistono (in quanto relegati nella parte vecchia dell'isola, dove vive Aoba) ma che si rivela in realtà il nucleo di una realtà corrotta e malsanamente ambiziosa come la Platinum Jail è terribilmente verosimile e per questo degna di essere considerata un personaggio autonomo già di per sé.
La contrapposizione tra la realtà della Platinum Jail e quella del quartiere periferico di Aoba, considerato un po' la 'discarica' dell'isola, dove vive la 'feccia' che conduce una vita disgustosamente modeste o impegnata in atti torbidi e violenti, organizzata in bande rivali sotto il costante sguardo di una polizia ignorante ed inefficiente che sa fare il muso duro solo a parole, ricorda a tratti la divisione tra la città dei Blondie e quella dei Mongrel presente in "Ai No Kusabi".

Uno dei motivi per cui ho apprezzato particolarmente questo anime, e forse anche la ragione principale per cui mi sento di dare 7, è che la mancanza di una trama a sfondo davvero sentimentale o erotico ha reso possibile una visione (pur con i vari tagli e punti meno chiari) più di ampio respiro della realtà in cui Aoba vive, cosa che invece vidi a malincuore soffocata in Ai No Kusabi, dove l'enorme potenziale del mondo in cui è ambientata la vicenda è sacrificato tra le nebbie della vicenda stessa.
Chiedo perdono per questo confronto tra opere, forse non proprio adeguato, ma era una cosa che mi sentivo vivamente di esporre.

Sento di consigliare la visione di questo anime anche a chi non ama lo shonen-ai, perchè è talmente leggero che credo sia possibile vedere l'opera senza venirne 'infastiditi'.