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A parte poche eccezioni, ai film di "Naruto" si può attribuire sempre il solito aggettivo: filler. Questa parola non è per forza di cose un carattere negativo, esistono molti esempi nel mondo degli anime che possono fregiarsi di questo attributo positivamente.
Invece, questo film rappresenta l'essenza più negativa del termine: incongruente, noioso, stereotipato e senza senso.

La trama è già tutto un programma: Naruto, Yamato, Sakura e Sai sono sulle tracce di un ninja traditore di nome Mukade, che già dimostra i segni di una poverissima caratterizzazione con un aspetto insulso, che raggiungono presso le rovine di Rouran, una città abbandonata in mezzo al deserto. Scoprono, però, che il villain non si è fermato per caso in quel luogo sperduto, ma lo ha fatto con una motivazione ben precisa: sciogliere il sigillo di una vena di chakra chiusa anni prima dal Quarto Hokage. Nel tentativo di fermarlo, Naruto e Yamato vengono inghiottiti dal potente dilagare del chakra ormai libero. Sakura li piange e perciò dovrebbero essere in punto di morte, però non è così! In realtà la vena di chakra li ha portati (rullo di tamburi)... indietro nel tempo di venti anni, quando ancora la città era abitata!
Eh sì, lo zoccolo più duro dei fan di Naruto si starà domandando come sia possibile tornare indietro aprendo una vena di chakra: se fosse stato così semplice ritornare al passato, perché non farlo per impedire l'attacco di Madara con la Volpe? Troppe domande per un film che si prefigura l'obiettivo di far incontrare Naruto con il padre (ops, spoiler!), arrivato alla splendente Rouran di un tempo (insieme al padre di Shino, a quello di Choji e a Kakashi ancora ragazzino), per salvare la Regina Sara dalle mire di Mukade, che ha cambiato nome e assiste la ragazza in qualità di primo ministro, nascondendo le sue vere intenzioni.

Quindi assisteremo almeno a qualche scenetta simpatica fra Yamato e il precedente Hokage e a momenti di pura commozione fra quest'ultimo e Naruto? Ma certo che no: Yamato gironzolerà per tutta Rouran, o almeno si presuppone, visto che lo rivedremo solo negli ultimi dieci minuti di film. Minato e compagnia decideranno allegramente di scaricare le loro responsabilità sulle "salde" spalle di Naruto, chiedendogli di occuparsi lui della protezione della regina, che sarà invece la coprotagonista della storia, al posto di tante occasioni mancate. Tralasciando il chiaro atteggiamento lavativo, che Naruto è felicissimo di assecondare, è il personaggio totalmente fastidioso di Sara a rubare la scena come peggiore personaggio di tutto il film: incarna il più basilare degli stereotipi, la classica Hime-sama, e lo fa talmente bene da risultare antipatica sin dai primi minuti. Non solo tratta male Naruto nonostante le abbia salvato la vita, non solo si comporta da regnante superficiale che fatica a rendersi conto dei problemi dei suoi sudditi, ma interpreta perfettamente il ruolo del soprammobile in ogni parte del film: il nemico le lancia contro delle marionette che si muovono a una lentezza stratosferica e da cui potrebbe fuggire facilmente? Lei piange e si dispera come la migliore inetta della città. Un classico personaggio femminile alla Kishimoto, insomma.

Se da un lato abbiamo questa "meraviglia", dall'altro lato ritroviamo Naruto regredito al livello di ingenuo senza un pizzico di sale in zucca: questo film avviene dopo la saga di Pain, lo si intuisce perché Naruto parla di Jiraiya passato a miglior vita, per cui dovrebbe sapere che aspetto abbia suo padre e chi sia effettivamente. Ovviamente questa incongruenza verrà ignorata, aprendo il campo a una marea di indizi non afferrati dal baldo ninja e, per amore di esasperazione, verranno tutti espressi dallo stesso Naruto: nota che Minato è uguale a uno degli Hokage scolpito sulla parete, non capisce perché faccia tutto quello che gli ordina senza controbattere e pensa che lui non possa conoscere il rasengan, perché è una tecnica del Quarto che solo lui e Jiraiya hanno imparato. Neanche quando vede l'uomo adoperarla coglie il riferimento che, per il pubblico, è già diventato frustrante e irritante!

Una trama così lacunosa da far infuriare non si risolleva grazie all'ottimo comparto grafico, che mostra il meglio di sé durante lo scontro finale. I personaggi fanno intravedere nitidamente i fili con cui gli sceneggiatori li manovrano e questi ultimi cercano di mandare avanti le loro marionette verso la conclusione, passando oltre le palesi incongruenze.

Cos'altro si potrebbe aggiungere, se non ammirare la significativa partecipazione di Kakashi alla missione di Minato, consistente nella semplice applicazione di sigilli bomba da far esplodere? Ah, giusto.

Due per il film più filler che autore collegato alla serie di "Naruto" sia stato in grado di concepire.