Recensione
Shingeki no Bahamut: Genesis
7.0/10
Intro
Devo essere sincero, non avevo sentito molto parlare di questo anime (forse più per mia pigrizia che per altro), quindi la mia visione di questo anime è avvenuta quasi per caso. Serie breve da dodici puntate come ormai norma per quasi tutte le serie moderne, a sfondo fantasy, del 2014 (anche se l'ho visionata solo nel 2015 in realtà): vediamo cosa ha da raccontarci questo anime.
La legenda di Bahamut
In un lontano passato la terra di Mistarcia fu devastata da un potente drago chiamato Bahamut, che portò miseria e distruzione. Grazie agli sforzi congiunti di Dei, umani e demoni, il potente Bahamut fu sigillato, ponendo così fine alla sua tirannia. Svariati anni dopo Favaro e Kaisar, due cacciatori di taglie, incroceranno i loro destini con quelli di una misteriosa mezza demone che dice di chiamarsi Amira e che chiede aiuto a uno dei due (nella fattispecie Favaro) per ritrovare sua madre. Inutile dire che suo malgrado Favaro sarà costretto ad accettare questa missione. L'incipit della storia è abbastanza semplice, ed è chiaro fin dal primo momento cosa potrebbe succedere e come si svilupperà la trama da lì in poi. Non che manchi qualche colpo di scena, ma se devo essere sincero ho trovato mancanza di un po' di imprevedibilità nella storia. Nulla di così grave, perché a dire il vero la trama rimane godibile, ma è una piccola mancanza che secondo me un po' intacca il valore finale dell'opera.
La fretta è sempre cattiva consigliera
Se c'è una cosa che mi ha fin da subito colpito, è la somiglianza di certe meccaniche di combattimento e certi "ruoli" (soprattutto nelle prime puntate) con alcuni GDR fantasy. Mi è parso di capire che questo anime sia tratto da un videogioco, quindi certe cose si spiegano. Purtroppo, e mi dispiace veramente tanto, tutto questo sarà limitato alle sole prime puntate, visto che risulterà molto più diluito se non assente in quelle successive. E' un peccato pure il fatto che questo anime sembra "avere fretta", sicuramente dovuto al numero troppo esiguo di puntate. La storia infatti mi sembra essere narrata in modo troppo veloce e secondo me in alcuni punti serviva un rallentamento per approfondire meglio l'ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi secondari e tutto il resto. Tutto questo spesso crea dei piccoli buchi narrativi, del tipo "scappo da un posto e mi ritrovo in una foresta non so perché e non so per come", tutte cose che rallentando un po' e aumentando il numero di puntate potevano essere facilmente risolte.
L'imbroglione, il paladino e il demone
I personaggi principali sono ben fatti e ben scritti. Favaro è il classico imbroglione dal cuore d'oro che, sebbene voglia tenersi fuori dai guai, sembra che i guai lo perseguitino sempre. A questo personaggio è legato quello di Kaisar, un uomo che sembra avere principi più ferrei e che saprà dimostrare il proprio valore diverse volte. Il rapporto tra i due è forse la cosa migliore di quest'anime e vi lascio il piacere di scoprirlo con la visione dell'anime. Il "terzo incomodo" è Amira, forse un personaggio meno interessante rispetto ai due precedenti, ma, essendo il fulcro della trama, ugualmente importante. Il problema arriva con i personaggi secondari e i nemici, che non ho trovato all'altezza del trio protagonista e che non sono stati approfonditi a dovere. E' un peccato, perché il potenziale c'era, ma è stato mal sfruttato in queste circostanze.
Draghi di plastica
Tecnicamente il titolo si difende bene: disegni e animazioni molto buoni, opening fantastica, buona OST. Il problema in questo caso viene con la CGI usata malamente in certe situazioni, soprattutto con i draghi e bestie simili. Insomma, guardare Bahamut che sembra un drago giocattolo di plastica ammazza tutta l'aspettativa che si aveva sul mostro, che ti appare a quel punto ridicolo. Mi chiedo come si faccia magari a lodare questa CGI e magari storcere il naso con quella usata nei film di "Berserk" o in "Knights of Sidonia", che è ben più armoniosa e spettacolare.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Spoiler alert
Mi prendo questo spazio per entrare più nel dettaglio di certe scelte che un po' mi lasciano perplesso. In realtà non c'è molto da dire, più che altro la cosa riguarda la gestione di certi personaggi secondari, come gli angeli che appaiono dal nulla a mo' di visione a cui tutti obbediscono, e non vi nascondo che la cosa l'ho trovata abbastanza squallida. Discorso simile per Lucifero, il figlio di Satana, che apparirà in due-tre scene, senza proferire parola, e che non farà null'altro durante tutto il resto dell'anime. Scelta anche abbastanza discutibile è quella di far finire i protagonisti a caso in una foresta in cui risiederà un drago parlante, che darà a Favaro l'unica arma che può danneggiare Bahamut (quando si dice "avere culo"). E a proposito di Bahamut, devo dire che è stata una delusione il suo risveglio, visto che poi si scopre che è un 'cacchio' di mostro senza personalità (perché il drago nella foresta è parlante mentre Bahamut no?), visto che l'unica cosa che farà sarà sparare palle di fuoco a non si sa bene cosa. Mi aspettavo qualcosa come Smaug dello Hobbit, invece è stata una amara delusione.
Fine parte contenente spoiler
La luce in fondo al tunnel
Sarò sincero, un po' di delusione questo anime l'ha lasciata dopo la visione, ma spero che ci sia in preparazione una seconda stagione, visto il buon successo della prima, che perlomeno approfondisca meglio certi aspetti. Il limite più grosso rimane l'eccessiva accelerata per far stare tutto in dodici episodi, visto che in Giappone a quanto pare o fai serie da dieci-dodici episodi o fai serie da ventiquattro-ventisei episodi: non si cerca mai di arrangiare il numero di puntate in funzione delle storie da raccontare, ma avviene sempre il contrario, e la cosa non dà sempre buoni frutti.
Nonostante tutto, la visione di "Shingeki no Bahamut: Genesis", se cercate qualcosa di leggero e senza troppe pretese, è consigliata. Vi intratterrà a dovere e non vi darà la sensazione di aver sprecato il vostro tempo. Se vi piace il fantasy, poi, vi ci divertirete molto, nonostante dodici episodi siano troppo pochi.
Devo essere sincero, non avevo sentito molto parlare di questo anime (forse più per mia pigrizia che per altro), quindi la mia visione di questo anime è avvenuta quasi per caso. Serie breve da dodici puntate come ormai norma per quasi tutte le serie moderne, a sfondo fantasy, del 2014 (anche se l'ho visionata solo nel 2015 in realtà): vediamo cosa ha da raccontarci questo anime.
La legenda di Bahamut
In un lontano passato la terra di Mistarcia fu devastata da un potente drago chiamato Bahamut, che portò miseria e distruzione. Grazie agli sforzi congiunti di Dei, umani e demoni, il potente Bahamut fu sigillato, ponendo così fine alla sua tirannia. Svariati anni dopo Favaro e Kaisar, due cacciatori di taglie, incroceranno i loro destini con quelli di una misteriosa mezza demone che dice di chiamarsi Amira e che chiede aiuto a uno dei due (nella fattispecie Favaro) per ritrovare sua madre. Inutile dire che suo malgrado Favaro sarà costretto ad accettare questa missione. L'incipit della storia è abbastanza semplice, ed è chiaro fin dal primo momento cosa potrebbe succedere e come si svilupperà la trama da lì in poi. Non che manchi qualche colpo di scena, ma se devo essere sincero ho trovato mancanza di un po' di imprevedibilità nella storia. Nulla di così grave, perché a dire il vero la trama rimane godibile, ma è una piccola mancanza che secondo me un po' intacca il valore finale dell'opera.
La fretta è sempre cattiva consigliera
Se c'è una cosa che mi ha fin da subito colpito, è la somiglianza di certe meccaniche di combattimento e certi "ruoli" (soprattutto nelle prime puntate) con alcuni GDR fantasy. Mi è parso di capire che questo anime sia tratto da un videogioco, quindi certe cose si spiegano. Purtroppo, e mi dispiace veramente tanto, tutto questo sarà limitato alle sole prime puntate, visto che risulterà molto più diluito se non assente in quelle successive. E' un peccato pure il fatto che questo anime sembra "avere fretta", sicuramente dovuto al numero troppo esiguo di puntate. La storia infatti mi sembra essere narrata in modo troppo veloce e secondo me in alcuni punti serviva un rallentamento per approfondire meglio l'ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi secondari e tutto il resto. Tutto questo spesso crea dei piccoli buchi narrativi, del tipo "scappo da un posto e mi ritrovo in una foresta non so perché e non so per come", tutte cose che rallentando un po' e aumentando il numero di puntate potevano essere facilmente risolte.
L'imbroglione, il paladino e il demone
I personaggi principali sono ben fatti e ben scritti. Favaro è il classico imbroglione dal cuore d'oro che, sebbene voglia tenersi fuori dai guai, sembra che i guai lo perseguitino sempre. A questo personaggio è legato quello di Kaisar, un uomo che sembra avere principi più ferrei e che saprà dimostrare il proprio valore diverse volte. Il rapporto tra i due è forse la cosa migliore di quest'anime e vi lascio il piacere di scoprirlo con la visione dell'anime. Il "terzo incomodo" è Amira, forse un personaggio meno interessante rispetto ai due precedenti, ma, essendo il fulcro della trama, ugualmente importante. Il problema arriva con i personaggi secondari e i nemici, che non ho trovato all'altezza del trio protagonista e che non sono stati approfonditi a dovere. E' un peccato, perché il potenziale c'era, ma è stato mal sfruttato in queste circostanze.
Draghi di plastica
Tecnicamente il titolo si difende bene: disegni e animazioni molto buoni, opening fantastica, buona OST. Il problema in questo caso viene con la CGI usata malamente in certe situazioni, soprattutto con i draghi e bestie simili. Insomma, guardare Bahamut che sembra un drago giocattolo di plastica ammazza tutta l'aspettativa che si aveva sul mostro, che ti appare a quel punto ridicolo. Mi chiedo come si faccia magari a lodare questa CGI e magari storcere il naso con quella usata nei film di "Berserk" o in "Knights of Sidonia", che è ben più armoniosa e spettacolare.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Spoiler alert
Mi prendo questo spazio per entrare più nel dettaglio di certe scelte che un po' mi lasciano perplesso. In realtà non c'è molto da dire, più che altro la cosa riguarda la gestione di certi personaggi secondari, come gli angeli che appaiono dal nulla a mo' di visione a cui tutti obbediscono, e non vi nascondo che la cosa l'ho trovata abbastanza squallida. Discorso simile per Lucifero, il figlio di Satana, che apparirà in due-tre scene, senza proferire parola, e che non farà null'altro durante tutto il resto dell'anime. Scelta anche abbastanza discutibile è quella di far finire i protagonisti a caso in una foresta in cui risiederà un drago parlante, che darà a Favaro l'unica arma che può danneggiare Bahamut (quando si dice "avere culo"). E a proposito di Bahamut, devo dire che è stata una delusione il suo risveglio, visto che poi si scopre che è un 'cacchio' di mostro senza personalità (perché il drago nella foresta è parlante mentre Bahamut no?), visto che l'unica cosa che farà sarà sparare palle di fuoco a non si sa bene cosa. Mi aspettavo qualcosa come Smaug dello Hobbit, invece è stata una amara delusione.
Fine parte contenente spoiler
La luce in fondo al tunnel
Sarò sincero, un po' di delusione questo anime l'ha lasciata dopo la visione, ma spero che ci sia in preparazione una seconda stagione, visto il buon successo della prima, che perlomeno approfondisca meglio certi aspetti. Il limite più grosso rimane l'eccessiva accelerata per far stare tutto in dodici episodi, visto che in Giappone a quanto pare o fai serie da dieci-dodici episodi o fai serie da ventiquattro-ventisei episodi: non si cerca mai di arrangiare il numero di puntate in funzione delle storie da raccontare, ma avviene sempre il contrario, e la cosa non dà sempre buoni frutti.
Nonostante tutto, la visione di "Shingeki no Bahamut: Genesis", se cercate qualcosa di leggero e senza troppe pretese, è consigliata. Vi intratterrà a dovere e non vi darà la sensazione di aver sprecato il vostro tempo. Se vi piace il fantasy, poi, vi ci divertirete molto, nonostante dodici episodi siano troppo pochi.