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10.0/10
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<b>Attenzione possibili Spoiler</b>

Vagabond di Takehiko Inoue è in assoluto il più bel manga che io abbia mai letto (forse si capiva già dalla mia firma...).
Partiamo dalla grafica. Il disegno del "Maestro" già di altissimo livello ai tempi di Slam Dunk qui tocca vette inimmaginabili. Il tratto nel contempo sofisticato e sporco è tale da rendere il suo mondo quasi tangibile. Il "quasi" è a mio parere da imputarsi alla volontà stessa dell'autore il quale non anela a fotografare una plausibile realtà ma intende filtrarla attraverso la sua sensibilità ed a rappresentarla in modo viscerale, emotivo trascendente, elevandola ove possibile a qualcosa di superiore, elevandola ad arte.
La storia narra le vicende di Musashi Miyamoto, ronin dedito alla via della katana che aspira a diventare "incomparabilmente forte". Dotato di una forza fuori dal comune e di una ferocia animale, Musashi si farà un nome nel Giappone del 1600 affermandosi e passando alla storia come uno dei più grandi samurai di tutti i tempi. Dietro la sua immensa forza si cela però una profonda insicurezza dovuta ad una infanzia difficile, caratterizzata da rapporti come quello con il padre Munisai, al quale rimarrà legato da un sentimento di amore/odio ed a quello con la madre, poco o nulla presente nella vita dell'adolescente Musashi. Il desiderio di diventare incomparabilmente forte nascerà proprio da questa sudditanza nei confronti del padre, così come la sua misoginia, affrontata solo in parte nell'opera, all'assenza di una figura materna. Su quest'ultimo aspetto spenderei qualche parola in più. Nell'opera di Inoue, Musashi rifiuta le attenzioni della conturbante Oko ma sembra provare una certa simpatia per Otsu sua amica d'infanzia. Personaggio nato dal folklore popolare, dalla fantasia di Eiji Yoshikawa (autore del romanzo 'Musashi' da cui è tratta l'opera) o da quella di Inoue stesso, poco importa, perché Otsu intreccia con il Nostro un rapporto fatto di sguardi e sentimenti non dichiarati ponendosi perfettamente in linea con quanto tramandatoci dalla Storia. Parlavo poc'anzi della straordinaria forza di Takezo (nome reale di Musashi). Indubbiamente sarebbe riduttivo parlare di mera forza bruta. Musashi ha talento da vendere, spirito acuto, capacità di analisi e riflessione nonché un innato istinto strategico. Non per niente sarà l'ideatore della tecnica di combattimento a due spade nonché autore di quel manuale di strategia che risponde al nome de Il libro dei cinque anelli. Parlando dei comprimari dello nostro spadaccino (ce ne sono un'infinità di interessanti ma mi soffermerò solo alcuni) come non citare Kojiro Sasaki il suo storico rivale o Matachi Honiden il suo amico d'infanzia. Quest'ultimo farà la simpatia (o la tristezza, visto che il confine tra il tragico e il comico è estremamente sottile) del lettore in quanto costituisce l'antitesi del protagonista. Coraggioso Musashi, vigliacco Matachi, misogino il primo, donnaiolo il secondo, l'uno rifugge la debolezza inseguendo la forza l'altro rifugge la forza (altrui) per inseguire le debolezze (i propri vizi). In conclusione un'opera straordinaria che segna la versatilità di Takehiko Inoue come autore, in grado di passare per generi lontanissimi tra loro senza alcuna difficoltà, migliorando ulteriormente il suo tratto già estremamente raffinato. Un'opera vivamente consigliata che potrà non piacere soltanto a quanti non digeriscono storie di samurai.