Recensione
Welcome to the N.H.K.
9.0/10
“Welcome to the N.H.K.” è un manga di Tatsuhiko Takimoto, alla storia, e Kendi Oiwa ai disegni, ed è stato pubblicato con cadenza settimanale sulle pagine di Shonen Ace (per capirci la stessa rivista dove è serializzato anche Keroro).
La storia è molto particolare e allo stesso tempo originale. Ambientata nella città di Tokyo la vicenda ruota attorno a Sato Tatsuhiro, giovane ragazzo ventiduenne, naturalmente giapponese pieno di problemi: egli infatti è un hikikomori. Gli hikikomori in Giappone stanno diventando un problema sempre più grosso, questi ultimi si rinchiudono letteralmente in casa a causa della loro paura verso il “mondo esterno” e in particolare verso la dura società che ai loro occhi gli minaccia. Allo stesso modo Sato è “bloccato” in casa, ha lasciato l’università e passa le giornate a guardare la TV o, in preda alle allucinazioni, a parlare con il “signor-frigorifero” o il “signor-televisore”. Andando avanti con la storia ritroviamo nuovi e problematici personaggi, a partire dal vicino di casa nonché ex-compagno di liceo Yamazaki-kun, un otaku a livelli assurdi che disprezza assolutamente le "ragazze 3D" e preferisce invece quelle virtuali. Poi c’è la dolce Saki, anch’essa una ragazza dal difficile passato, che svolge nella vicenda un ruolo importantissimo. Ella infatti vuole salvare il giovane hikikomori e per farlo lo iscrive al suo “progetto”, progetto attraverso il quale ha intenzione di aiutare il ragazzo ad uscire dal suo stato di auto reclusione.
Sempre continuando con la storia si ritrovano nuovi e ancor più problematici personaggi, come una sua senpai dei tempi del liceo con la quale passava le giornate a giocare a carte nel club di letteratura della quale si era vagamente innamorato. Ora però la senpai si è sposata e per tentare di tirarsi su di morale o per dormire meglio si imbottisce di pillole e medicine di tutti i generi.
E’ una storia della quale ancora non conosco il finale e né lo verrei a dire qui per spoilerare.
Il manga nonostante il difficile tema trattato si legge con estrema facilità. E’ ricco di scene comiche e ridicole, a volte negli strani pensieri che fa Sato, anche un po’ osè, ma anche di serie e tristi che lasciano pensare. E’ un manga che ti prende davvero e un volumetto tira l’altro.
I disegni non sono eccezionali, in alcuni punti possono sembrare anche un po’ “spogli”, ma contemporaneamente sono estremamente espressivi. Il tratto è volutamente non sempre molto pulito ma si adatta bene alla vicenda narrata, ricca di facce comiche e molto strane.
Infine l’edizione, curata dalla cara JPOP, è a dir poco eccezionale: presenta una sovraccoperta, che se capovolta e aperta al suo interno presenta di volume in volume una immagine a colori differente, ora vi è una foto ora un disegno. Le pagine sono bianchissime e tutt’altro che trasparenti. Ogni volumetto presenta alla sua fine una pagina intera, o anche due, dedicata alle note esplicative che sono indispensabili per comprendere appieno tutti i vocaboli giapponesi intraducibili o comunque vari riferimenti a manga o altri anime; sempre in fondo al volume vi sono le annotazioni extra di Sato Tatsuhiro sui videogiochi erotici, che spasso! Il prezzo di 6 euro da alcuni è considerato eccessivo ma se si considera l’ottima e lussuosa edizione non lo è affatto.
Consigliato a tutti coloro che vogliono un manga da ridere ma che allo stesso tempo affronti delle problematiche serie così vicine al nostro mondo di giovani ragazzi.
Peppo-kun
La storia è molto particolare e allo stesso tempo originale. Ambientata nella città di Tokyo la vicenda ruota attorno a Sato Tatsuhiro, giovane ragazzo ventiduenne, naturalmente giapponese pieno di problemi: egli infatti è un hikikomori. Gli hikikomori in Giappone stanno diventando un problema sempre più grosso, questi ultimi si rinchiudono letteralmente in casa a causa della loro paura verso il “mondo esterno” e in particolare verso la dura società che ai loro occhi gli minaccia. Allo stesso modo Sato è “bloccato” in casa, ha lasciato l’università e passa le giornate a guardare la TV o, in preda alle allucinazioni, a parlare con il “signor-frigorifero” o il “signor-televisore”. Andando avanti con la storia ritroviamo nuovi e problematici personaggi, a partire dal vicino di casa nonché ex-compagno di liceo Yamazaki-kun, un otaku a livelli assurdi che disprezza assolutamente le "ragazze 3D" e preferisce invece quelle virtuali. Poi c’è la dolce Saki, anch’essa una ragazza dal difficile passato, che svolge nella vicenda un ruolo importantissimo. Ella infatti vuole salvare il giovane hikikomori e per farlo lo iscrive al suo “progetto”, progetto attraverso il quale ha intenzione di aiutare il ragazzo ad uscire dal suo stato di auto reclusione.
Sempre continuando con la storia si ritrovano nuovi e ancor più problematici personaggi, come una sua senpai dei tempi del liceo con la quale passava le giornate a giocare a carte nel club di letteratura della quale si era vagamente innamorato. Ora però la senpai si è sposata e per tentare di tirarsi su di morale o per dormire meglio si imbottisce di pillole e medicine di tutti i generi.
E’ una storia della quale ancora non conosco il finale e né lo verrei a dire qui per spoilerare.
Il manga nonostante il difficile tema trattato si legge con estrema facilità. E’ ricco di scene comiche e ridicole, a volte negli strani pensieri che fa Sato, anche un po’ osè, ma anche di serie e tristi che lasciano pensare. E’ un manga che ti prende davvero e un volumetto tira l’altro.
I disegni non sono eccezionali, in alcuni punti possono sembrare anche un po’ “spogli”, ma contemporaneamente sono estremamente espressivi. Il tratto è volutamente non sempre molto pulito ma si adatta bene alla vicenda narrata, ricca di facce comiche e molto strane.
Infine l’edizione, curata dalla cara JPOP, è a dir poco eccezionale: presenta una sovraccoperta, che se capovolta e aperta al suo interno presenta di volume in volume una immagine a colori differente, ora vi è una foto ora un disegno. Le pagine sono bianchissime e tutt’altro che trasparenti. Ogni volumetto presenta alla sua fine una pagina intera, o anche due, dedicata alle note esplicative che sono indispensabili per comprendere appieno tutti i vocaboli giapponesi intraducibili o comunque vari riferimenti a manga o altri anime; sempre in fondo al volume vi sono le annotazioni extra di Sato Tatsuhiro sui videogiochi erotici, che spasso! Il prezzo di 6 euro da alcuni è considerato eccessivo ma se si considera l’ottima e lussuosa edizione non lo è affatto.
Consigliato a tutti coloro che vogliono un manga da ridere ma che allo stesso tempo affronti delle problematiche serie così vicine al nostro mondo di giovani ragazzi.
Peppo-kun