Recensione
Cowboy Bebop
6.0/10
Recensione di Metaldevilgear
-
Cowboy Bebop, manga disegnato da Yutaka Nanten su testi di Hajime Yatate in tre tankobon pubblicati nel 1998, è uno spin off del celeberrimo anime omonimo. Basterebbe ricordare ciò, a prescindere dal fatto che questo manga sia stato denigrato da molti sostenitori della serie animata, per far notare che, in fin dei conti, la versione cartacea non sia tanto cattiva, o perlomeno difficilmente avrebbe potuto offrire di meglio.
Partiamo dai disegni: Toshihiro Kawamoto e Yutaka Nanten sono due disegnatori diversi, di conseguenza presentano un tratto differente, ma bisogna ammettere che, se nell'anime il character design richiedeva lineamenti maturi o quantomeno precisi, l'autrice del manga è riuscita a riprodurre i personaggi con fattezze più modeste, senza però discostandosi troppo dallo stile preminente. Se non altro, sono da recriminare una certa staticità ed inespressività dei fondali, insieme alla scarsa chiarezza di alcuni passaggi tra dialoghi e situazioni, che spesso costringono ad essere riletti una seconda volta o anche più; trattandosi di uno spin off, cioè un capitolo completamente a parte rispetto all'opera d'origine, non era certo lecito aspettarsi gli sviluppi di una trama mastodontica, ma neppure capace di superare quella dell'anime.
Gli episodi che compaiono in questa versione sono, come previsto, autoconclusivi, e caratterizzati almeno in parte dalla verve ironica delle vicende e dei personaggi che noi tutti conosciamo.
A mio avviso, non mi sembra ci sia così tanto da rimproverare a questo prodotto che, a suo modo, pur non eccellendo in nessun requisito particolare, qualche ora di lettura spensierata riesce a concederla, soprattutto ai fan della serie, o almeno dovrebbe essere così.
Voglio solo ribadire che l'atmosfera dell'anime non viene affatto demolita, come potrebbe sembrare alla vista delle valutazioni a riguardo, anzi: Faye, Ed, Spike e Jet sono assolutamente quelli di sempre! Quindi, considerando già tale fattore non trovo nessun motivo logico affinché si debba screditare il manga alla base di un paragone, come al solito, piuttosto arbitrario, con una serie che ha fatto la storia dell'animazione.
Partiamo dai disegni: Toshihiro Kawamoto e Yutaka Nanten sono due disegnatori diversi, di conseguenza presentano un tratto differente, ma bisogna ammettere che, se nell'anime il character design richiedeva lineamenti maturi o quantomeno precisi, l'autrice del manga è riuscita a riprodurre i personaggi con fattezze più modeste, senza però discostandosi troppo dallo stile preminente. Se non altro, sono da recriminare una certa staticità ed inespressività dei fondali, insieme alla scarsa chiarezza di alcuni passaggi tra dialoghi e situazioni, che spesso costringono ad essere riletti una seconda volta o anche più; trattandosi di uno spin off, cioè un capitolo completamente a parte rispetto all'opera d'origine, non era certo lecito aspettarsi gli sviluppi di una trama mastodontica, ma neppure capace di superare quella dell'anime.
Gli episodi che compaiono in questa versione sono, come previsto, autoconclusivi, e caratterizzati almeno in parte dalla verve ironica delle vicende e dei personaggi che noi tutti conosciamo.
A mio avviso, non mi sembra ci sia così tanto da rimproverare a questo prodotto che, a suo modo, pur non eccellendo in nessun requisito particolare, qualche ora di lettura spensierata riesce a concederla, soprattutto ai fan della serie, o almeno dovrebbe essere così.
Voglio solo ribadire che l'atmosfera dell'anime non viene affatto demolita, come potrebbe sembrare alla vista delle valutazioni a riguardo, anzi: Faye, Ed, Spike e Jet sono assolutamente quelli di sempre! Quindi, considerando già tale fattore non trovo nessun motivo logico affinché si debba screditare il manga alla base di un paragone, come al solito, piuttosto arbitrario, con una serie che ha fatto la storia dell'animazione.