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Sarà stata la stanchezza o forse la poca predisposizione a leggere trame di natura sostanzialmente lineare, sarà che gli shojo non riescano a catturarmi più del dovuto o ad oltrepassare lo scontato interesse di una semplice lettura, ma “Sarà perché mi piaci” non mi ha colpito in alcun modo.
È carino, pur se con un finale scontato e intuibile sin dal principio, ma davvero nulla che attiri l’attenzione o desti una sollecita curiosità da parte del lettore.
Anche perché cosa potrebbe mai interessare oltre gli accenni artistici sparsi qui e lì tra le righe? La storia ha come scheletro il classico colpo di fulmine folgorante e la protagonista Moka Kanno si trova così improvvisamente innamorata di Masao Yoshii, nonostante avesse specificato all’inizio del manga che non fosse suo desiderio trovarsi o avere un ragazzo. Ma si sa, l’amore non segue alcuna regola o ragionamento, è irrazionale e colpisce quando meno te l’aspetti, puntualmente quando la ragazza di turno è recalcitrante e contraria ad ogni remota possibilità di intraprenderne la via impervia. Ciò che la giovane e inesperta liceale (è la sua prima cotta in fondo) ignora e che complicherà l’evolversi della storia e lo sbocciare delle rose è che gli occhiali da vista e l’aspetto serio del ragazzo celano in realtà una specie di playboy con qualche problema di personalità e con un che di perverso nel suo modo di rapportarsi con il gentil sesso. Ed ecco uno dei punti che mi hanno maggiormente disturbato nella lettura. La figura di Konna salta subito all’occhio con la sua allegria e la semplice spontaneità del carattere, il non voler arrendersi nella conquista del ragazzo che le piace, la grinta e l’accanimento con le quali porta avanti le sue scelte, ma la figura di Masao mi ha disinteressato del tutto. Innanzitutto avrebbe richiesto una maggiore attenzione e introspezione, cosa che è mancata completamente al contrario degli altri personaggi, comprese figure secondarie o marginali, che hanno invece riscosso la mia simpatia da subito.
Masao è ed appare come un ragazzo superficiale e frivolo, affascinante secondo alcuni, dongiovanni e pessimo fidanzato ovviamente secondo altri, senza cuore o scrupolo alcuno, sembra seguire una logica illogica tutta sua e le ragazze di cui si innamora devono necessariamente essere impegnate con altri ragazzi per ritrovarsene attratto. Non pago del torto perpetrato ai danni dei suddetti fidanzati, dopo aver fatto sì che le dolci compagne li abbandonino senza rimorso è lui stesso a troncare il rapporto con una sadica e insensibile puntualità e dopo “essersi tolto lo sfizio” come si suol dire. Appare privo di personalità, scialbo e senza attrattive e gli ho preferito senza remora o dubbio il “migliore amico”, il fratello di Moka Megumu, tornato dall’America e l’amica d’infanzia di Masao, Kozue Kanzaki, resi sicuramente meglio.
Yoshii è contorto e lo scoprire il motivo che ha fatto scaturire questa fissazione per le ragazze già impegnate non ha mutato in alcun modo la mia opinione su di lui. Al contrario questa scusa quasi campata in aria non ha fatto altro che acuire la mia antipatia nei suoi confronti.
Oltre a questo protagonista maschile non ho riscontrato alcuna originalità, ma solo stereotipi e temi ormai vecchi e stantii.
Il disegno dell’autrice è come suo solito ottimo e alcuni tratti dei ragazzi ricordano quelli di altri personaggi creati precedentemente e più famosi e conosciuti.
Lettura non sconsigliata quindi, ma neppure consigliata. Piacevole forse per chi ami la grafica della Yoshizumi. In definita un manga leggero, fin troppo, ma di cui si può far tranquillamente a meno.