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7.0/10
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InuYasha richiede una valutazione particolare, come anche gli altri manga della Takahashi, ma quest'ultima opera più di tutti.
È una delle storie realizzate dalla "principessa dei manga" che mi piace di più: un mezzodemone, per raggiungere la completezza, tenta di impossessarsi della Shikon no Tama, una sfera magica che aumenta i poteri demoniaci degli essere malvagi che la possiedono, mentre se la ottiene una sacerdotessa pura di cuore, può riuscire a purificarla fino a farla scomparire da questo mondo. Il guaio è che Kagome, una comune ragazza (all'apparenza) di quindici anni, viene catapultata nell'era Sengoku del periodo Edo del Giappone, più o meno all'epoca del Medioevo qui da noi, attraverso un pozzo che si trova nel tempio che è la sua casa. Per un incidente, la sfera si spezza in centinaia di frammenti... e Kagome e InuYasha si ritroveranno a dover lavorare insieme per ritrovarli tutti ed eliminare la sfera da questo mondo, cosa che InuYasha all'inizio non ha nessuna intenzione di fare...

Le storie riguardanti gli youkai mi sono sempre piaciute: InuYasha non è una delle migliori che io abbia mai letto, ma comunque è una storia molto bella.
La trama è originale, e i due protagonisti incontrano una moltitudine di personaggi diversi, demoni appartenenti al folklore giapponese o esseri umani che siano: la definizione dei personaggi è uno dei punti di forza della vicenda, assieme alle belle gag che erano presenti all'inizio.
Va anche detto però che la Takahashi ha l'abitudine di annacquare troppo le sue storie, facendole durare fin troppo: con InuYasha questa cosa è diventata un po' troppo fastidiosa, perché toglie pathos e altre cose necessarie ad una storia di horror, avventura e azione come voleva essere dall'inizio. In particolare, negli ultimi volumi si capisce che l'autrice non sapeva più che coniglio estrarre dal cappello per far andare avanti la storia. Se ricordate, la Star Comics aveva annunciato che InuYasha sarebbe finito col 65° volume (che già di per sé è un po' troppo), e invece ce ne siamo ritrovati due in più. L'eccessiva lunghezza è una cosa che non mi è mai piaciuta delle principali opere della Takahashi. A lungo andare stanca.
Un aspetto positivo di tutto questo è però il notevole miglioramento nel disegno da parte dell'autrice: se all'inizio avevamo delle faccine tutte carine con occhioni teneri, gambe lunghe, nasini a punta eccetera, col passare del tempo le forme dei personaggi sono cambiate fino a diventare un po' più anatomiche, se si può dire, e meglio proporzionate. Anche con l'uso degli acquerelli la Takahashi ora si destreggia decisamente meglio. Guardate una copertina di uno dei primi volumi e quella di uno degli ultimi e ditemi se non si vede.
InuYasha, il protagonista maschile, ad un certo punto, si trova tra l'amore che provava per Kikyo e il nuovo affetto per Kagome: è una parte che apprezzo perché viene messo faccia a faccia con il proprio passato e con il proprio presente allo stesso momento, e la sua anima è divisa in due. Questa svolta che punta principalmente alla psicologia del personaggio mi piace molto, anche se non è esposta molto bene, un po' alla maniera degli shojo, insomma, non una cosa molto seria.
Altra cosa che non va, però, sono le micro-saghe dei nostri protagonisti: se fin dall'inizio deve esserci un solo supercattivo, Naraku, è pressoché insensato fare delle minisaghe autoconclusive con nemici vari che arrivano da chissà dove.
Consiglio di leggerlo, ma siate obiettivi e critici se volete farvi un'opinione. Se no, leggetelo pure tranquilli, è un manga abbastanza scorrevole, in generale. Voto 7.