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Era Eiroku (1558-1570), in un piccolo feudo il signorotto locale Nobuhira, crudele e spietato, vessa e opprime i contadini. Non avendo i mezzi per opporglisi questi sono costretti a subire ogni sorta di sopruso senza poter difendersi, senonché un giorno l'apparizione di un monaco sconvolge la vita degli abitanti di quei villaggi, che già poveri e disperati rinunciano anche all'ultima loro fonte di sostentamento, gli akame (i conigli), per liberarsi dal maleficio che secondo quell'uomo li opprimerebbe. In realtà però tutto questo non è che un inganno del monaco, il cui unico scopo è realizzare la sua vendetta...

Akame - The Red Eyes è un racconto duro, crudo, dove non c'è spazio per alcuna edulcorazione. È un racconto che mette in mostra lo spaventoso divario sociale che esiste tra la classe dominante e coloro che per una ragione o per l'altra sono costretti a sottostargli (e situazioni simili esistono purtroppo tuttora). Ci mostra anche però che la possibilità di un riscatto da una condizione del genere esiste, ma che per metterla in pratica spesso occorre un elemento esterno al sistema, o perlomeno nuovo. Che questo elemento sia positivo però è difficile a dirsi.
Il fatto che lo stesso monaco finisca con l'aiutare i contadini è in effetti solamente un effetto secondario, marginale, delle sue azioni; egli non ne ha l'intenzione, e bene si vede nel finale, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> dove li abbandona a loro stessi. <b>[Fine spoiler.]</b>

Un altro pregio di questo manga sono sicuramente i disegni: un tratto ruvido, spigoloso, che nell'insieme risulta decisamente realistico e ben si adatta ad un'ambientazione storica. Indubbiamente questo ha una certa età, sicché per qualcuno potrebbe sfigurare in confronto ad opere più recenti, ma a mio avviso ciò non fa altro che aumentare il suo fascino. Se infatti di primo acchito potrebbero non sembrarvi poi così efficaci, o addirittura brutti, proseguendo la lettura vi accorgerete di come in realtà diventi così naturale pensare che in quella determinata scena debba essere usato quel determinato tipo di disegno, parendovi quasi una follia anche il solo pensare di cambiarli.

Nonostante tutto quello che ho scritto devo dire che all'inizio ero indeciso sul comprare questo volumetto: non avevo mai letto altro di Shirato, autore semi-sconosciuto in Italia, inoltre il prezzo di 10 euro non incoraggiava certo, però il genere storico mi aveva sempre affascinato, inoltre ne avevo sentito parlare bene. In conclusione, vorrei solo dire che quest'opera ha decisamente superato le le mie aspettative, inoltre per quanto possa sembrare caro a me l'edizione della Hazard è parsa molto buona, in particolare molto efficace l'immagine scelta per la sovracopertina.
Detto questo non vedo motivo per non consigliare a chiunque la lettura di uno dei migliori volumi autoconclusivi di sempre, dubito rimarrete delusi.