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Forse l'opera più sottovalutata della storia del fumetto giapponese, un'opera d'arte in tutto e per tutto che riprende la radice videoludica dei famosi RPG della Dragon Quest. E bello vedere i miei colleghi recensori parlare bene di questo piccolo capolavoro, che forse inizialmente può ricordare la saga di Dragon Ball ma con il tempo la storia prende una personalità unica nel suo genere, Fujiwara (grande estimatore del maestro Akira Torijama) non nasconde la passione per il suo collega, che di questo fumetto è anche sceneggiatore di molti nemici e Boss, ma implementa nella caratterizzazione dei personaggi uno stile tutto suo e tutt'altro che simile al ben più famoso autore.

Si narra l'avventura del prode Arus, discendente di una famiglia reale molto importante, rimasto orfano da quando era neonato per colpa del Dio malvagio Imajin, che cresce ignaro in una tranquilla foresta in compagnia della sua madre adottiva Lunaphrea che gli insegna le arti della guerra.
Il fumetto inizialmente povero, prende davvero la quinta marcia dopo 5-6 numeri, potenziando la storia da commoventi intrecci di sangue, mettendo sul campo valori come amore fraterno, rivalità epica e forte lealtà. Ogni personaggio della storia è caratterizzato all'inverosimile, personalmente mai trovato in altri shounen fantasy, sei costretto ad affezionarti al personaggio che ti garba di più (non necessariamente al protagonista), io ad esempio ero infognato con il personaggio di Jagan.

I disegni sono davvero belli ma non posso nascondere che il richiamo a Dragon ball è davvero forte, le copertine e le rilegature non sono malaccio anche se si vede di mooolto meglio in giro, dopo anni vi assicuro che questo fumetto rischia di farsi sfogliare di nuovo e io l'ho fatto già 4 volte e non è detto che da stasera non ricominci di nuovo.

Epico come pochi, nemici interessantissimi, storia semplice ma che si intreccia col tempo, disegni divini anche dopo anni che ovviamente vanno migliorando con il passare dei volumetti. Credo che questo capolavoro si meritava di più e ancora non ho capito il motivo degli snob che lo hanno criticato e non lo hanno apprezzato. 10.