Recensione
Koibana!
2.0/10
<b>[Recensioni accorpate.]</b>
All'inizio lessi questa storia convinta che i difetti che palesemente i personaggi presentavano fossero dovuti ad uno sviluppo lento della trama. Invece non è stato così. I Personaggi non sono cresciuti per niente, sono lì, sempre nello stesso punto idiota dell'inizio. Sono statici e psicologicamente nulli. Giustificavo l'infantilismo della protagonista con la convinzione che il problema fosse l'inesperienza e speravo di vedere piovere un po' di buon senso nella zucca di tutti i personaggi. Se prima vedevo i protagonisti secondari ben caratterizzati ora mi sembrano solo il tentativo di sviare l'attenzione da una trama che poteva essere ben collaudata se sviluppata in maniera diversa.
Trovo la protagonista terribilmente incoerente e stupida. Non solo la sua "allergia" agli uomini è durata ben poco, ma ha preso anche le sembianze di un cane per il resto dei volumi! La scusa di voler rappresentare un'adolescente inesperta alle prese con la prima grande cotta della sua vita può reggere per i primi 3 volumi, ma dopo mi pare solamente una forzatura. Per non parlare del protagonista maschile che, a mio avviso, diventa solo più detestabile. Vuoto, amorfo, ma soprattutto il divertimento che prova a pungolare una povera ragazza me lo deve spiegare. Anche perché, ho aspettato 7 volumi per vedere emergere il lato riflessivo di questo ragazzo, ma è stata un'attesa vana. Niente da fare. Mi sembra una storia incompleta, senza capo ne coda. Poveri lettori.
Morale della favola? Uno spreco di soldi. Rimpiango veramente l'impegno ad acquistare questa serie. I disegni sono sempre perfetti, anzi a mio avviso migliorano pure durante il corso, ma tutto finisce lì.
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La storia ha elementi cliché, ma per ora il suo sviluppo è abbastanza originale. Non me la sento di criticare l'autrice, in quanto racconta le vicende una ragazza che sì, odia gli uomini, ma che ha quindici anni ed ha tutto il diritto di essere spaventata dalla vita. Questo presunto odio, quest'allergia, come la protagonista, Hanabi, afferma di avere, nei confronti degli uomini, si manifesta solo verso nei confronti degli adolescenti e dei giovani adulti, ma non con gli adulti o i bambini... e, caso strano, non con un certo coetaneo di Hanabi: Chikai Uno. È un ragazzo misterioso, indecifrabile, dalla sua espressione è davvero difficile captare qualcosa. Credo che, nonostante l'apparenza da sbruffone, sia un ragazzo riflessivo. Con una pecca, una grande pecca, che si è palesata nello special del terzo volume.
Le tavole sono a dir poco perfette. I disegni sono molto belli e carismatici. I personaggi secondari, inoltre, non sono abbandonati a loro stessi. Li trovo ben caratterizzati, magari non ancora sviluppati dato l'esiguo numero di volumi letti, ma con molto potenziale, già pronto per essere espresso. Ognuno ha la sua storia, ognuno i suoi problemi e il suo modo di affrontarli, non ci sono buchi nella caratterizzazione e questo è un punto a favore dell'autrice! Trovo inoltre originale la scelta di utilizzare il cagnolino di famiglia come voce narrante.
All'inizio lessi questa storia convinta che i difetti che palesemente i personaggi presentavano fossero dovuti ad uno sviluppo lento della trama. Invece non è stato così. I Personaggi non sono cresciuti per niente, sono lì, sempre nello stesso punto idiota dell'inizio. Sono statici e psicologicamente nulli. Giustificavo l'infantilismo della protagonista con la convinzione che il problema fosse l'inesperienza e speravo di vedere piovere un po' di buon senso nella zucca di tutti i personaggi. Se prima vedevo i protagonisti secondari ben caratterizzati ora mi sembrano solo il tentativo di sviare l'attenzione da una trama che poteva essere ben collaudata se sviluppata in maniera diversa.
Trovo la protagonista terribilmente incoerente e stupida. Non solo la sua "allergia" agli uomini è durata ben poco, ma ha preso anche le sembianze di un cane per il resto dei volumi! La scusa di voler rappresentare un'adolescente inesperta alle prese con la prima grande cotta della sua vita può reggere per i primi 3 volumi, ma dopo mi pare solamente una forzatura. Per non parlare del protagonista maschile che, a mio avviso, diventa solo più detestabile. Vuoto, amorfo, ma soprattutto il divertimento che prova a pungolare una povera ragazza me lo deve spiegare. Anche perché, ho aspettato 7 volumi per vedere emergere il lato riflessivo di questo ragazzo, ma è stata un'attesa vana. Niente da fare. Mi sembra una storia incompleta, senza capo ne coda. Poveri lettori.
Morale della favola? Uno spreco di soldi. Rimpiango veramente l'impegno ad acquistare questa serie. I disegni sono sempre perfetti, anzi a mio avviso migliorano pure durante il corso, ma tutto finisce lì.
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La storia ha elementi cliché, ma per ora il suo sviluppo è abbastanza originale. Non me la sento di criticare l'autrice, in quanto racconta le vicende una ragazza che sì, odia gli uomini, ma che ha quindici anni ed ha tutto il diritto di essere spaventata dalla vita. Questo presunto odio, quest'allergia, come la protagonista, Hanabi, afferma di avere, nei confronti degli uomini, si manifesta solo verso nei confronti degli adolescenti e dei giovani adulti, ma non con gli adulti o i bambini... e, caso strano, non con un certo coetaneo di Hanabi: Chikai Uno. È un ragazzo misterioso, indecifrabile, dalla sua espressione è davvero difficile captare qualcosa. Credo che, nonostante l'apparenza da sbruffone, sia un ragazzo riflessivo. Con una pecca, una grande pecca, che si è palesata nello special del terzo volume.
Le tavole sono a dir poco perfette. I disegni sono molto belli e carismatici. I personaggi secondari, inoltre, non sono abbandonati a loro stessi. Li trovo ben caratterizzati, magari non ancora sviluppati dato l'esiguo numero di volumi letti, ma con molto potenziale, già pronto per essere espresso. Ognuno ha la sua storia, ognuno i suoi problemi e il suo modo di affrontarli, non ci sono buchi nella caratterizzazione e questo è un punto a favore dell'autrice! Trovo inoltre originale la scelta di utilizzare il cagnolino di famiglia come voce narrante.