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7.0/10
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Sarò sincero,ho iniziato la lettura di Brave Story spronato dal prezzo del primo volumetto in vendita, un solo euro all’epoca. I disegni sono stati l’elemento che mi hanno colpito da subito poiché a mio parere si discostano dalla maggior parte della produzione giapponese; lo stile di Yoichiro Ono insomma mi è sembrato unico.

La storia è tratta dall’originale opera di Miyuki Miyabe che tra l’altro ha ispirato anche la produzione di un anime, e ha tutti gli elementi classici di una trama fantasy.
Il tutto infatti è ambientato a Vision, un mondo fantastico popolato da creature diverse, mostri, draghi e tante razze di esseri antropomorfi che interagiscono con i protagonisti. Una ambientazione alla Final Fantasy per intenderci. E i protagonisti sono esseri umani, chiamati su Vision “viaggiatori”, il quale unico scopo è raggiungere la “Torre della Dea” per vedere realizzato il proprio desiderio. Tra questi vi sono Wataru Mitani, Mitsuru Ashikawa e Kaori Daimatsu, ragazzi appena tredicenni frequentanti la stessa classe di seconda media. Wataru e Kaori scoprono per caso l’ingresso di Vision dopo aver seguito Mitsuru, che vi era già entrato per realizzare il suo desiderio: riportare in vita la sua defunta sorellina di 6 anni.
Wataru e Kaori, dapprima spaventati da questo mondo vista la ferocia dei mostri fuoriusciti da Vision per ucciderli, decidono infine di entrarci per realizzare i loro desideri. Entrambi i ragazzi infatti vogliono risolvere le loro questioni familiari. Wataru ha assistito all’abbandonato dal padre che lascia anche sua madre per andare a vivere con l’amante, e Wataru nella speranza di evitare il collasso mentale e il prevedibile suicidio della madre vuole far tornare tutto come prima. Kaori invece è consapevole della disastrosa situazione economica della azienda di famiglia e vuole porvi rimedio.
Ciò che non sanno ancora è la spietata condizione del mondo di Vision: solo un viaggiatore potrà raggiungere la torre della Dea per vedere esaudito il proprio desiderio e quindi inevitabilmente i viaggiatori dovranno combattersi per raggiungere il proprio obiettivo.

Fin dall’inizio dell’avventura mi sono chiesto chi fosse davvero il protagonista del manga, perché giuro che non è per niente chiaro! <b>Attenzione possibili spoiler!</b>
Wataru, che compare anche in copertina sul primo volume, eredita la “Brave License”, ovvero la licenza di guerriero coraggioso (il classico combattente con spada) ed è innamorato di Kaori, la bella ragazza di turno. Queste caratteristiche dovrebbero bastare a identificare il protagonista, ma fin dall’inizio questo personaggio sembra il meno determinato a perseguire il suo desiderio; spesso se ne dimentica preoccupandosi di cose più futili e infantili come inseguire l’amata Kaori.
Kaori dal canto suo, armata di “Cannon License”(il classico combattente con armi da fuoco), non pensa minimamente ai sentimenti di Wataru ed è totalmente cotta di Mitsuru, tanto da mettere in secondo piano il suo desiderio pur di stargli accanto. Insomma in quanto a infantilismo anche Kaori non scherza, e si fa odiare come personaggio.
Chi invece dimostra da subito una certa maturità e determinazione è proprio Mitsuru, che fin da subito armato di “Wizard License” (il classico mago), è disposto a essere freddo e anche a fare grandi sacrifici pur di realizzare il suo desiderio che, parliamoci chiaro, è quello dei tre che meriterebbe di più di essere realizzato.

Ho aspettato fino alla conclusione del manga per poter valutare concretamente quest’opera, e devo dire che per me è una bella storia fantasy ma non si merita più di un 7.
Tante sono le pecche della storia che coinvolge i personaggi, questi ultimi a parte Mitsuru sembrano costruiti come un castello di carte. Il loro background è abbastanza povero, certo riflettono tanti problemi della società giapponese odierna, ma questi non riescono a mio parere a farti piacere se non a farti amare il personaggio. Al contrario, sei spronato a tifare contro di loro. Ciò che invece porta avanti la storia secondo me sono i personaggi secondari, gli abitanti di Vision che, consapevoli dei cambiamenti apportati dai viaggiatori nel loro mondo, cercano di rimediarvi. Il loro desiderio è riportare la pace su Vision diviso da una guerra di religione che coinvolge due continenti, l’uno predicante il culto della Dea di Vision, l’altro predicante il culto di un antico Dio.

Voglio concludere facendo una domanda indiretta a chi ha letto tutti e 20 i volumi di Brave Story. “Brave Story” non è il solito shonen fantasy, è, come suggerisce il titolo, appunto “una storia di coraggio” che vuole mostrare bei combattimenti e come questi influiscono sulla maturità dei protagonisti.
Ma chi ha reso i combattimenti, come ogni fantasy che si rispetti, meritevoli di essere visti?
È stato Wataru, che dopo due fendenti e un paio di magie, era già a terra ansimante?
È stato Mitsuru, che alzava grandi polveroni e alla fine faceva una cosa buona e tre no?
È stata Kaori, che… Ha combattuto?
Oppure è stato Ronmel-san, che da solo affronta eserciti, nemici sempre più forti e che seppur stremato si rialza sempre? Darei “8” a Brave Story solo per la fattura di questo personaggio e altri simili, con background che si rispettino e con un carisma forte come ci si aspetterebbe da un protagonista.

L’edizione Jpop di questo manga con doppia copertina e alcune pagine a colori è molto elegante e meritevole di essere collezionata. Il mio suggerimento è: se volete leggere una bella storia fantasy leggera senza troppo coinvolgimento, Brave Story fa al caso vostro.
Se siete anche amanti dei combattimenti fantasy, iniziate a leggere dal volume che introduce Ronmel nella storia!

I miei voti:
Storia: 7, Disegni: 7,5, Personaggi: 6,5 (eccetto Ronmel, 8)