Recensione
Captive Heart
6.0/10
<b>Attenzione agli spoiler, grazie.</b>
Una Hino giovanissima e principiante debutta con quest'opera, Captive Heart. Prima cosa da dire: sembra che la tanto adorata autrice di shojo manga sia fissata con incantesimi e maledizioni. Difatti in futuro si vedrà un tema molto simile a quello della maledizione di Captive Heart nella sua opera Meru Puri. Peccato che - perdonate il confronto, ma stavolta ce lo dovrò mettere - in Meru Puri esso è trattato decisamente meglio. La lettura degli ultimi due volumi di questo manga è stata un'epopea, e dopo aver concluso la storia ho pensato: "Beh, è finito. E ora?". In parole povere, non ci ho trovato nulla di speciale.
Si potrebbe paragonare Captive Heart a qualcosa di insipido, quindi di immangiabile: ultimi due volumi caotici, al punto che dopo una semplice lettura non ci ho capito niente. La protagonista coi capelli corti Suzuka però mi piaceva, così come il protagonista Megumi. Il padre di lui era un mito, così come la madre. Mi è piaciuto conoscere un po' il loro passato. Però ammetto che per me non è stato abbastanza. Il manga aveva all'inizio una bella trama, che univa quella punta di esotico della leggenda della maledizione del drago, una cosa molto interessante e che mi ha attirata fin da subito, ma in media è un manga abbastanza scandente, semplice, insomma non troppo ricercato né tanto meno un capolavoro, per questo do un 6 alla storia. A me dispiace dare un voto così basso, però il manga di per sé non mi ha entusiasmata molto. È servito giusto a farmi sorridere un po' con le sue battute demenziali e per farmi fantasticare su un mondo complesso e misterioso della Cina antica.
Copertine stupende, specie quella del secondo volume. Colori stesi molto bene, disegni soliti di Hino-sensei. Una particolare esperienza personale riguardante l'edizione eccellente di questo manga mi ha colpita: nonostante lo abbia letto 14 volte e nonostante l'averci erroneamente spiaccicato una vespa dentro, il mio volume 1 è ancora intatto come appena acquistato. In parole povere, l'edizione è splendida e iper-resistente, con carta di qualità, bella bianca e robusta, e copertine con sovraccoperta. Il rapporto qualità-prezzo, come al solito per la JPop, è ottimo.
Consiglio la serie in particolare ai fan della Hino-sensei.
Una Hino giovanissima e principiante debutta con quest'opera, Captive Heart. Prima cosa da dire: sembra che la tanto adorata autrice di shojo manga sia fissata con incantesimi e maledizioni. Difatti in futuro si vedrà un tema molto simile a quello della maledizione di Captive Heart nella sua opera Meru Puri. Peccato che - perdonate il confronto, ma stavolta ce lo dovrò mettere - in Meru Puri esso è trattato decisamente meglio. La lettura degli ultimi due volumi di questo manga è stata un'epopea, e dopo aver concluso la storia ho pensato: "Beh, è finito. E ora?". In parole povere, non ci ho trovato nulla di speciale.
Si potrebbe paragonare Captive Heart a qualcosa di insipido, quindi di immangiabile: ultimi due volumi caotici, al punto che dopo una semplice lettura non ci ho capito niente. La protagonista coi capelli corti Suzuka però mi piaceva, così come il protagonista Megumi. Il padre di lui era un mito, così come la madre. Mi è piaciuto conoscere un po' il loro passato. Però ammetto che per me non è stato abbastanza. Il manga aveva all'inizio una bella trama, che univa quella punta di esotico della leggenda della maledizione del drago, una cosa molto interessante e che mi ha attirata fin da subito, ma in media è un manga abbastanza scandente, semplice, insomma non troppo ricercato né tanto meno un capolavoro, per questo do un 6 alla storia. A me dispiace dare un voto così basso, però il manga di per sé non mi ha entusiasmata molto. È servito giusto a farmi sorridere un po' con le sue battute demenziali e per farmi fantasticare su un mondo complesso e misterioso della Cina antica.
Copertine stupende, specie quella del secondo volume. Colori stesi molto bene, disegni soliti di Hino-sensei. Una particolare esperienza personale riguardante l'edizione eccellente di questo manga mi ha colpita: nonostante lo abbia letto 14 volte e nonostante l'averci erroneamente spiaccicato una vespa dentro, il mio volume 1 è ancora intatto come appena acquistato. In parole povere, l'edizione è splendida e iper-resistente, con carta di qualità, bella bianca e robusta, e copertine con sovraccoperta. Il rapporto qualità-prezzo, come al solito per la JPop, è ottimo.
Consiglio la serie in particolare ai fan della Hino-sensei.