Recensione
Hell Girl
10.0/10
Ombra meschina persa nelle tenebre, con le tue azioni malvagie ti sei arrogata il diritto di nuocere al prossimo facendo sprofondare la tua anima nel peccato. Vuoi provare a morire questa volta?
Se un giorno le vostre orecchie dovessero udire questa frase, allora, misere anime, è inutile scappare, ormai l’ira di Ai Enma (la ragazza demone) si sta riversando su di voi, e la vostra permanenza sulla Terra sta giungendo al termine. Ma non preoccupatevi, la persona che ha voluto essere il giudice e giocare con la vostra morte, colei che vi ha negato il diritto di godere ancora della gioia della vita ne pagherà le conseguenze: il giorno della sua morte, anche al vostro “giudice” capiterà la vostra medesima sorte.
Miyuki Eto’o nella sua opera shoujo horror, “Hell girl”, racconta in modo alquanto macabro e suggestivo come le piccole incomprensioni e divergenze della vita, se non affrontate sul nascere, possono portare una persona alla disperazione tanto da desiderare la morte di se stesso e della persona che rende la sua vita un inferno, e tramite il Jigoku shoujo, un sito a cui si può accedere ogni giorno solamente a mezzanotte, queste persone potranno compiere la propria vendetta.
Tra le tante cose che mi hanno colpito in questi nove numeri del manga ci sono i disegni, infatti quando acquistai il primo numero lo feci per la bellezza della rappresentazione grafica sulla copertina, e per il fatto che era composto di tante mini-storielle.
Lo stile di Miyuki Eto’o è talmente curato anche nei minimi dettagli che si riesce quasi a percepire lo spessore degli oggetti che circondano i personaggi, che rispettano sempre le proporzioni, cosa che molto spesso gli altri autori non riescono a dare; dal punto di vista psicologico si scorge la voglia di vendetta, la tristezza, l’ansia, le sofferenze, i mali e i dispiaceri che colpiscono i personaggi, riuscendo dunque a farti commuovere ed appassionare e a nutrire te stesso gli stessi sentimenti che colpiscono il protagonista; inoltre l’ atmosfera dell’horror si interrompe con l’intromissione di vignette comiche e parodiche che riguardano la vita di Ai Enma e dei suoi aiutanti.
Concludo dicendo che rispetto all’anime le storie cambiano leggermente e che, data la bellezza del manga, avrebbero potuto pubblicare più numeri integrandoli con altre storie.
Se un giorno le vostre orecchie dovessero udire questa frase, allora, misere anime, è inutile scappare, ormai l’ira di Ai Enma (la ragazza demone) si sta riversando su di voi, e la vostra permanenza sulla Terra sta giungendo al termine. Ma non preoccupatevi, la persona che ha voluto essere il giudice e giocare con la vostra morte, colei che vi ha negato il diritto di godere ancora della gioia della vita ne pagherà le conseguenze: il giorno della sua morte, anche al vostro “giudice” capiterà la vostra medesima sorte.
Miyuki Eto’o nella sua opera shoujo horror, “Hell girl”, racconta in modo alquanto macabro e suggestivo come le piccole incomprensioni e divergenze della vita, se non affrontate sul nascere, possono portare una persona alla disperazione tanto da desiderare la morte di se stesso e della persona che rende la sua vita un inferno, e tramite il Jigoku shoujo, un sito a cui si può accedere ogni giorno solamente a mezzanotte, queste persone potranno compiere la propria vendetta.
Tra le tante cose che mi hanno colpito in questi nove numeri del manga ci sono i disegni, infatti quando acquistai il primo numero lo feci per la bellezza della rappresentazione grafica sulla copertina, e per il fatto che era composto di tante mini-storielle.
Lo stile di Miyuki Eto’o è talmente curato anche nei minimi dettagli che si riesce quasi a percepire lo spessore degli oggetti che circondano i personaggi, che rispettano sempre le proporzioni, cosa che molto spesso gli altri autori non riescono a dare; dal punto di vista psicologico si scorge la voglia di vendetta, la tristezza, l’ansia, le sofferenze, i mali e i dispiaceri che colpiscono i personaggi, riuscendo dunque a farti commuovere ed appassionare e a nutrire te stesso gli stessi sentimenti che colpiscono il protagonista; inoltre l’ atmosfera dell’horror si interrompe con l’intromissione di vignette comiche e parodiche che riguardano la vita di Ai Enma e dei suoi aiutanti.
Concludo dicendo che rispetto all’anime le storie cambiano leggermente e che, data la bellezza del manga, avrebbero potuto pubblicare più numeri integrandoli con altre storie.