Recensione
Hayate the Combat Butler
9.0/10
Hayate no Gotoku! è una commedia divertente che gioca sugli equivoci, le situazioni assurde e che condisce il tutto con una piccola spolverata di harem. Hayate, il personaggio principale, è un ragazzo delle superiori pressoché indistruttibile, dalla forza erculea, personificazione dell’innocenza e dell’onesta, incredibile nei lavori domestici, inconsapevole rubacuori, ma con una jella assoluta quando si tratta di soldi.
La trama inizia in maniera abbastanza originale: dopo aver lavorato anni per mantenere i genitori dediti all’azzardo e alle speculazioni assurde, viene venduto da questi alla yakuza per pagare gli esorbitanti debiti di gioco. Riuscito a fuggire e amareggiato dalla vita (anche Babbo Natale gli dice che non gli farà mai nessun dono perché è povero) decide di darsi al crimine e di rapire una bambina per chiedere il riscatto. Ovviamente non solo non ci riuscirà, ma finirà anche per salvarla da un vero rapimento ottenendo così in ricompensa (con sua estatica gioia) un posto di maggiordomo che gli permetterà, lavorando a vita, di pagare i debiti dei suoi genitori.
Questo è quanto succede nei primi due capitoli del manga, poi la trama principale sembra svanire nel nulla. I successivi 16 volumi (circa 200 capitoli) servono essenzialmente per introdurre una caterva di personaggi e per sviluppare un po’ le dinamiche tra di essi. Finalmente dal 17esimo volume, quando ormai la speranza di una trama è ormai deceduta, il manga raccoglie qualche spunto da qualcuno dei precedenti capitoli e inizia a sviluppare la storia principale con una certa continuità - anche se non senza qualche rara incongruenza.
Ma veniamo ai pro e ai contro. La serie è di una una briosità e una freschezza incredibili e riesce a prendere le storie spesso assurdamente drammatiche dei personaggi e a descriverle in modo da renderle irresistibilmente divertenti. I personaggi anche se leggermente stereotipati sono uno più accattivante dell’altro, alcuni di essi sono tra i miei personaggi preferiti in assoluto. Le battute e le situazioni sono a dir poco esilaranti, c’è solo un uso leggermente eccessivo di battute che si basano su citazioni da anime, manga, videogiochi. Queste comunque sono solo un condimento extra e anche se non capite non impediscono di comprendere o apprezzare il manga. Come si sarà capito per me è un manga eccezionale e, anche dopo 329 capitoli letti praticamente tutti d’un fiato, riesce ancora a catturare completamente la mia attenzione e a farmi rotolare per terra dalle risate.
La trama inizia in maniera abbastanza originale: dopo aver lavorato anni per mantenere i genitori dediti all’azzardo e alle speculazioni assurde, viene venduto da questi alla yakuza per pagare gli esorbitanti debiti di gioco. Riuscito a fuggire e amareggiato dalla vita (anche Babbo Natale gli dice che non gli farà mai nessun dono perché è povero) decide di darsi al crimine e di rapire una bambina per chiedere il riscatto. Ovviamente non solo non ci riuscirà, ma finirà anche per salvarla da un vero rapimento ottenendo così in ricompensa (con sua estatica gioia) un posto di maggiordomo che gli permetterà, lavorando a vita, di pagare i debiti dei suoi genitori.
Questo è quanto succede nei primi due capitoli del manga, poi la trama principale sembra svanire nel nulla. I successivi 16 volumi (circa 200 capitoli) servono essenzialmente per introdurre una caterva di personaggi e per sviluppare un po’ le dinamiche tra di essi. Finalmente dal 17esimo volume, quando ormai la speranza di una trama è ormai deceduta, il manga raccoglie qualche spunto da qualcuno dei precedenti capitoli e inizia a sviluppare la storia principale con una certa continuità - anche se non senza qualche rara incongruenza.
Ma veniamo ai pro e ai contro. La serie è di una una briosità e una freschezza incredibili e riesce a prendere le storie spesso assurdamente drammatiche dei personaggi e a descriverle in modo da renderle irresistibilmente divertenti. I personaggi anche se leggermente stereotipati sono uno più accattivante dell’altro, alcuni di essi sono tra i miei personaggi preferiti in assoluto. Le battute e le situazioni sono a dir poco esilaranti, c’è solo un uso leggermente eccessivo di battute che si basano su citazioni da anime, manga, videogiochi. Queste comunque sono solo un condimento extra e anche se non capite non impediscono di comprendere o apprezzare il manga. Come si sarà capito per me è un manga eccezionale e, anche dopo 329 capitoli letti praticamente tutti d’un fiato, riesce ancora a catturare completamente la mia attenzione e a farmi rotolare per terra dalle risate.