Recensione
Vanished - Oyayubi Sagashi
9.0/10
Che bel manga. L'ho letto circa dieci minuti fa, nutrendo pochissime speranze sul fatto che potesse piacermi davvero, parlando di leggende metropolitane improbabili e strane, come quella di... cercare un pollice.
Si, perché Vanished - Oyayubi Sagashi racconta di una leggenda metropolitana: una donna venne massacrata nella villa dove viveva, il suo corpo fatto a pezzi. L'unico pezzo che non si trova, è il pollice sinistro, e chi trova tal pollice ha diritto a un desiderio. Cinque bambini delle elementari provano a trovarlo in una sperduta villa in stile occidentale, a cui sono riusciti ad accedervi tramite un rito. Spaventati a morte, i ragazzini tornano indietro quasi subito, tranne la povera Yumi, sparita senza lasciare traccia. Via via nella storia viene scoperta l'identità della donna uccisa, e che la sparizione di Yumi non è il primo caso del genere, bensì solo l'ultimo dei tanti.
Nulla da dire sulla superba l'edizione JPOP, ottima compattezza delle pagine e una brillante sovracopertina, il prezzo di cinque euri e novanta non è un furto, come in parecchi casi da parte della carissima J.
Però qualcosa in questo manga non mi è piaciuto. Si, perché quel nove avrebbe potuto essere benissimo un dieci senza problemi, ma c'è qualcosa che veramente mi ha fatto stridere i denti durante la lettura.
I personaggi, in particolar modo il protagonista, sono stupidi e freddi, resi tali da un disegno duro e angoscioso, che però fa la sua parte durante la lettura, specie quando compare la carissima Suzu, poi capirete che intendo. I capelli di Suzu poi fanno invidia a Sadako, Sachiko e Chii. Neri, lunghissimi, che si muovono in totale assenza di alcuna forza che possa fare in modo che questo accada. Ma tanto Suzu è un fantasma, quindi va bene lo stesso.
Takeshi, pur mostrandosi protagonista e coraggioso, è un cagasotto della peggior specie, un pessimo modo dello sceneggiatore di cercare di renderlo umano, diamogliene atto. Ebbene, Takeshi è l'unico personaggio che viene sviluppato a dovere, facendo sembrare gli altri tre stupidi e follemente spaventati da una cosa che non conoscono, loro hanno paura solo per Yumi, sono traumatizzati per la sua scomparsa e blablabla, insomma, è quello che lascia intendere.
Tuttavia, i disegni, spesso criticati anche da terzi, mi sono piaciuti particolarmente, legano con la storia anche se non con i personaggi.
Pur essendo un ottimo prodotto horror sarebbe potuto piacermi di più. Nove, perché il fattore "paura" non manca.
Si, perché Vanished - Oyayubi Sagashi racconta di una leggenda metropolitana: una donna venne massacrata nella villa dove viveva, il suo corpo fatto a pezzi. L'unico pezzo che non si trova, è il pollice sinistro, e chi trova tal pollice ha diritto a un desiderio. Cinque bambini delle elementari provano a trovarlo in una sperduta villa in stile occidentale, a cui sono riusciti ad accedervi tramite un rito. Spaventati a morte, i ragazzini tornano indietro quasi subito, tranne la povera Yumi, sparita senza lasciare traccia. Via via nella storia viene scoperta l'identità della donna uccisa, e che la sparizione di Yumi non è il primo caso del genere, bensì solo l'ultimo dei tanti.
Nulla da dire sulla superba l'edizione JPOP, ottima compattezza delle pagine e una brillante sovracopertina, il prezzo di cinque euri e novanta non è un furto, come in parecchi casi da parte della carissima J.
Però qualcosa in questo manga non mi è piaciuto. Si, perché quel nove avrebbe potuto essere benissimo un dieci senza problemi, ma c'è qualcosa che veramente mi ha fatto stridere i denti durante la lettura.
I personaggi, in particolar modo il protagonista, sono stupidi e freddi, resi tali da un disegno duro e angoscioso, che però fa la sua parte durante la lettura, specie quando compare la carissima Suzu, poi capirete che intendo. I capelli di Suzu poi fanno invidia a Sadako, Sachiko e Chii. Neri, lunghissimi, che si muovono in totale assenza di alcuna forza che possa fare in modo che questo accada. Ma tanto Suzu è un fantasma, quindi va bene lo stesso.
Takeshi, pur mostrandosi protagonista e coraggioso, è un cagasotto della peggior specie, un pessimo modo dello sceneggiatore di cercare di renderlo umano, diamogliene atto. Ebbene, Takeshi è l'unico personaggio che viene sviluppato a dovere, facendo sembrare gli altri tre stupidi e follemente spaventati da una cosa che non conoscono, loro hanno paura solo per Yumi, sono traumatizzati per la sua scomparsa e blablabla, insomma, è quello che lascia intendere.
Tuttavia, i disegni, spesso criticati anche da terzi, mi sono piaciuti particolarmente, legano con la storia anche se non con i personaggi.
Pur essendo un ottimo prodotto horror sarebbe potuto piacermi di più. Nove, perché il fattore "paura" non manca.