Recensione
Berserk
9.0/10
Recensione di Franzelion
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Di Berserk vidi l'anime tanto tempo fa, reputandolo un ottimo prodotto ma purtroppo stroncato da quel finale tagliato. Così recuperai il manga, incuriosito da chissà quali avvenimenti sarebbero accaduti da lì in poi.
Sarò sincero: Berserk non è stato il manga che mi aspettavo. Mi aspettavo una trama molto intrigante e degli ottimi contenuti, tutto qui. Invece ora, alla luce dei 70 minivolumi letti, posso affermare che ha una trama "solo" buona ma dei contenuti fuori dal comune, sia per originalità che soprattutto per profondità.
Anche qui, come con Bleach, sono la pecora nera, dunque vorrei innanzitutto sfatare il falso mito che Berserk dopo l'eclisse se ne sia calato.
Allora, non è che Berserk cala dopo l'eclisse, il fatto è che il vero Berserk È dall'eclisse in poi! Da lì comincia la storia, infatti tecnicamente i volumi che vanno dal 3 al 13 (la parte ritenuta migliore da tutti, ma non da me) sono un semplice flashback, ed è proprio per questo motivo che è la parte più idolatrata, ora spiego il perché.
In una storia, quando non si conoscono le origini di un personaggio, si ha sempre questa morbosa curiosità di conoscere il suo passato, di sapere come ha fatto ad arrivare a quel punto o in determinate circostanze, di conoscere i suoi sviluppi sia fisici che psichici. È la natura, un fatto strettamente psicologico dell'essere umano.
È per questo che i flashback piacciono così tanto, ma mentre in altre opere come Kenshin o Naruto i flashback dei personaggi sono tormentati, pieni di dolore e dai significati profondi, e quindi sono effettivamente la parte migliore dell'opera, in Berserk la situazione è diversa, perché ad essere tormentato e profondo è il presente, ma non il passato che invece era piuttosto "normale" (entro i limiti di questo manga s'intende).
Quindi, è vero che coinvolge tutto il flashback di Gatsu, ma non gode di quella profondità concettuale che subentra solo dagli ultimi 2-3 numeri del flashback in poi.
Per quanto mi riguarda non bastano delle buone strategie di guerra, una storia realistica, un retroscena di come funzionavano le cose a palazzo in quei tempi, per fare di un manga un capolavoro. Ma ci vogliono anche dei forti contenuti, che scuotono le fondamenta dei tuoi pensieri e del tuo modo di vivere. Ovvero quello che accadrà in seguito.
Però neanche il seguito lo considero un capolavoro inarrivabile, così come non ne faccio un capolavoro dopo, dove il livello dei volumi purtroppo non è sempre lo stesso, cioè alcuni sono esclusivamente di passaggio o sottotono, in altri ci sono degli agglomerati di troll o mostri marini che non fanno altro che annoiare il lettore.
Però in generale, togliendo questi volumi sottotono, c'è un'impalcatura dell'intera storia di estrema profondità e complessità; vedi il legame che unisce Gatsu e Grifis, vedi le parole del Cavaliere del teschio o lo scopo degli apostoli, o anche la semplice caratterizzazione dei personaggi. E non solo, Berserk è l'unico fumetto che abbia letto dove a dar profondità alla storia sono anche le immagini. Sì, perché sono spesso talmente ispirate da rappresentare veri e propri simboli o metafore di vari aspetti della realtà, come del dolore, della sottomissione, della disperazione; nessuno riesce meglio di Berserk a rendere al meglio questi aspetti.
Berserk è senza dubbio il manga più profondo che abbia mai letto, è l'unico che mi fa riflettere su cosa sia il bene e cosa il male, cosa il giusto e cosa lo sbagliato, sulle origini del mondo, sull'influenza o no della nostra coscienza su quanto ci circonda e su quello che facciamo, su cosa sia il vero amore o la vera amicizia. Berserk mette in crisi pensieri e ideali costruiti e fortificati in diversi anni da più fonti, mentre Miura con un "semplice" fumetto riesce a fare tutto questo.
Sì, Miura è un genio, leggendo Berserk ho sempre l'impressione che quest'uomo abbia capito tutto sulle origini dell'universo o della psicologia dell'uomo.
Tornando alla storia e alla bontà delle saghe, poi molti criticano ancor di più la penultima saga dove si fa la conoscenza di Shilke. Si dice che qui Berserk perda il suo smalto e rovini la sua identità. Tutt'altro, invece Miura con questa nuova saga (e anche con l'ultima appena iniziata, Falconia) non fa altro che dare nuova linfa vitale all'ambientazione di Berserk e alla caratterizzazione fisica/metafisica di questo mondo, mostrandone gli aspetti più profondi, le dinamiche che ci sono alla base per farlo "funzionare" e altro ancora.
Credo che mai in una recensione sia stato tanto importante parlare dei disegni quanto qui.
A parte l'aspetto metaforico di cui ho parlato prima, i disegni di Kentaro Miura sono inizialmente eccellenti, ma poi divini quando si evolve il suo stile di disegno. Sia i personaggi che i fondali sono realizzati con cura maniacale, Miura a volte mi fa quasi pena guardando i dettagli di certe tavole, pensando a tutto il tempo che ha potuto impiegarci sopra. Le scene di guerra, piene di soldati a cavallo con armature più dettagliate che nella realtà (non scherzo!), oppure le immense reggie nobiliari, da far quasi invidia a vere e proprie foto trovate nei libri di Arte del liceo! Davvero, molte tavole ti fanno rimanere senza parole, spesso e volentieri rimango lì una trentina di secondi a contemplare solo il disegno.
Miura è senza dubbio il disegnatore più bravo al mondo, almeno da quanto ho visto io.
Consigliato a tutti, soprattutto a chi ama il dark fantasy, ma direi solo dai 17 anni in poi, sia per i contenuti troppo forti (un capitolo che parlava di Dio in senso stretto è stato addirittura censurato) che per le scene di troppa violenza o di sesso quasi esplicito.
Monumentale.
Sarò sincero: Berserk non è stato il manga che mi aspettavo. Mi aspettavo una trama molto intrigante e degli ottimi contenuti, tutto qui. Invece ora, alla luce dei 70 minivolumi letti, posso affermare che ha una trama "solo" buona ma dei contenuti fuori dal comune, sia per originalità che soprattutto per profondità.
Anche qui, come con Bleach, sono la pecora nera, dunque vorrei innanzitutto sfatare il falso mito che Berserk dopo l'eclisse se ne sia calato.
Allora, non è che Berserk cala dopo l'eclisse, il fatto è che il vero Berserk È dall'eclisse in poi! Da lì comincia la storia, infatti tecnicamente i volumi che vanno dal 3 al 13 (la parte ritenuta migliore da tutti, ma non da me) sono un semplice flashback, ed è proprio per questo motivo che è la parte più idolatrata, ora spiego il perché.
In una storia, quando non si conoscono le origini di un personaggio, si ha sempre questa morbosa curiosità di conoscere il suo passato, di sapere come ha fatto ad arrivare a quel punto o in determinate circostanze, di conoscere i suoi sviluppi sia fisici che psichici. È la natura, un fatto strettamente psicologico dell'essere umano.
È per questo che i flashback piacciono così tanto, ma mentre in altre opere come Kenshin o Naruto i flashback dei personaggi sono tormentati, pieni di dolore e dai significati profondi, e quindi sono effettivamente la parte migliore dell'opera, in Berserk la situazione è diversa, perché ad essere tormentato e profondo è il presente, ma non il passato che invece era piuttosto "normale" (entro i limiti di questo manga s'intende).
Quindi, è vero che coinvolge tutto il flashback di Gatsu, ma non gode di quella profondità concettuale che subentra solo dagli ultimi 2-3 numeri del flashback in poi.
Per quanto mi riguarda non bastano delle buone strategie di guerra, una storia realistica, un retroscena di come funzionavano le cose a palazzo in quei tempi, per fare di un manga un capolavoro. Ma ci vogliono anche dei forti contenuti, che scuotono le fondamenta dei tuoi pensieri e del tuo modo di vivere. Ovvero quello che accadrà in seguito.
Però neanche il seguito lo considero un capolavoro inarrivabile, così come non ne faccio un capolavoro dopo, dove il livello dei volumi purtroppo non è sempre lo stesso, cioè alcuni sono esclusivamente di passaggio o sottotono, in altri ci sono degli agglomerati di troll o mostri marini che non fanno altro che annoiare il lettore.
Però in generale, togliendo questi volumi sottotono, c'è un'impalcatura dell'intera storia di estrema profondità e complessità; vedi il legame che unisce Gatsu e Grifis, vedi le parole del Cavaliere del teschio o lo scopo degli apostoli, o anche la semplice caratterizzazione dei personaggi. E non solo, Berserk è l'unico fumetto che abbia letto dove a dar profondità alla storia sono anche le immagini. Sì, perché sono spesso talmente ispirate da rappresentare veri e propri simboli o metafore di vari aspetti della realtà, come del dolore, della sottomissione, della disperazione; nessuno riesce meglio di Berserk a rendere al meglio questi aspetti.
Berserk è senza dubbio il manga più profondo che abbia mai letto, è l'unico che mi fa riflettere su cosa sia il bene e cosa il male, cosa il giusto e cosa lo sbagliato, sulle origini del mondo, sull'influenza o no della nostra coscienza su quanto ci circonda e su quello che facciamo, su cosa sia il vero amore o la vera amicizia. Berserk mette in crisi pensieri e ideali costruiti e fortificati in diversi anni da più fonti, mentre Miura con un "semplice" fumetto riesce a fare tutto questo.
Sì, Miura è un genio, leggendo Berserk ho sempre l'impressione che quest'uomo abbia capito tutto sulle origini dell'universo o della psicologia dell'uomo.
Tornando alla storia e alla bontà delle saghe, poi molti criticano ancor di più la penultima saga dove si fa la conoscenza di Shilke. Si dice che qui Berserk perda il suo smalto e rovini la sua identità. Tutt'altro, invece Miura con questa nuova saga (e anche con l'ultima appena iniziata, Falconia) non fa altro che dare nuova linfa vitale all'ambientazione di Berserk e alla caratterizzazione fisica/metafisica di questo mondo, mostrandone gli aspetti più profondi, le dinamiche che ci sono alla base per farlo "funzionare" e altro ancora.
Credo che mai in una recensione sia stato tanto importante parlare dei disegni quanto qui.
A parte l'aspetto metaforico di cui ho parlato prima, i disegni di Kentaro Miura sono inizialmente eccellenti, ma poi divini quando si evolve il suo stile di disegno. Sia i personaggi che i fondali sono realizzati con cura maniacale, Miura a volte mi fa quasi pena guardando i dettagli di certe tavole, pensando a tutto il tempo che ha potuto impiegarci sopra. Le scene di guerra, piene di soldati a cavallo con armature più dettagliate che nella realtà (non scherzo!), oppure le immense reggie nobiliari, da far quasi invidia a vere e proprie foto trovate nei libri di Arte del liceo! Davvero, molte tavole ti fanno rimanere senza parole, spesso e volentieri rimango lì una trentina di secondi a contemplare solo il disegno.
Miura è senza dubbio il disegnatore più bravo al mondo, almeno da quanto ho visto io.
Consigliato a tutti, soprattutto a chi ama il dark fantasy, ma direi solo dai 17 anni in poi, sia per i contenuti troppo forti (un capitolo che parlava di Dio in senso stretto è stato addirittura censurato) che per le scene di troppa violenza o di sesso quasi esplicito.
Monumentale.