Recensione
Generation Basket
8.0/10
Ho acquistato tutta la serie dopo aver letto i commenti molto positivi nei vari forum. Io, fan super accanito di "Slam Dunk", volevo vedere (e leggere) con i miei stessi occhi se effettivamente questo manga fosse all'altezza del più blasonato "rivale". Ebbene, sono giunto alla conclusione che pur avendo come centro gravitazionale lo stesso sport, il basket, il modo di viverlo e raccontarlo è completamente diverso. Rimango, tuttavia, convinto che nel complesso "Slam Dunk" rimane un prodotto irraggiungibile e per certi versi leggendario, ma Generation Basket pur presentando alcune "scopiazzature" riesce ad affermare tutta la sua indipendenza e originalità. Anche qua troverete le risse facili, le rivalità tra compagni di squadra, la personalità stravagante di Tachibana che tanto potrebbe rievocare quella esuberante di Hanamachi; in realtà hanno molto meno in comune di quello che l'apparenza può dare a credere.
Dopo questo breve, ma doveroso parallelo, passo a trattare quello che è l'opera "Generation Basket" solo e soltanto come entità unica e indipendente.
Tachibana e Hiragi sono due ragazzi difficili; il primo è un giovane arrembante e atletico, ma dotato di limitate capacità tecniche, il secondo è una super promessa del basket giapponese che però, a causa delle forti pressioni familiari, decide di smettere. Anche Tachibana una volta entrato alle superiori prende questa decisione. I due si ritrovano cosi insieme all'istituto Kouzo, non certo rinomato per la squadra di basket. Nonostante ce la mettano tutta, il basket fa parte della loro vita e ben presto si ritrovano nella stessa squadra. Inizia cosi una serie di avventure che li porterà insieme ai vertici del basket nipponico.
Devo dire che inizialmente i primi minimanga (li chiamo cosi perché sono veramente bassi e veloci da leggere) non mi hanno fatto una grande impressione. Non vedevo tanti spunti interessanti e i personaggi mi sembravano essere troppo stereotipati e poco differenti l'uno dall'altro (soprattutto i due protagonisti). In realtà il manga, o almeno per quanto mi riguarda, inizia dal volume 11. La storia prende una dimensione più profonda, si comincia a scoprire il passato di ogni personaggio, le sue lotte e le sue paure. Ogni cosa viene raccontata con una velo di malinconia e di poesia. Ogni manga finisce spesso con un episodio denominato "special" che esula in parte dal filo narrativo della storia per raccontare uno stralcio di vita passata di uno dei protagonisti. Ciò rende il tutto più completo e godibile. Quello che ne viene fuori non è soltanto un manga sportivo per gli amanti del genere, ma una vera e propria storia, profonda e per certi versi toccante.
Dopo questo breve, ma doveroso parallelo, passo a trattare quello che è l'opera "Generation Basket" solo e soltanto come entità unica e indipendente.
Tachibana e Hiragi sono due ragazzi difficili; il primo è un giovane arrembante e atletico, ma dotato di limitate capacità tecniche, il secondo è una super promessa del basket giapponese che però, a causa delle forti pressioni familiari, decide di smettere. Anche Tachibana una volta entrato alle superiori prende questa decisione. I due si ritrovano cosi insieme all'istituto Kouzo, non certo rinomato per la squadra di basket. Nonostante ce la mettano tutta, il basket fa parte della loro vita e ben presto si ritrovano nella stessa squadra. Inizia cosi una serie di avventure che li porterà insieme ai vertici del basket nipponico.
Devo dire che inizialmente i primi minimanga (li chiamo cosi perché sono veramente bassi e veloci da leggere) non mi hanno fatto una grande impressione. Non vedevo tanti spunti interessanti e i personaggi mi sembravano essere troppo stereotipati e poco differenti l'uno dall'altro (soprattutto i due protagonisti). In realtà il manga, o almeno per quanto mi riguarda, inizia dal volume 11. La storia prende una dimensione più profonda, si comincia a scoprire il passato di ogni personaggio, le sue lotte e le sue paure. Ogni cosa viene raccontata con una velo di malinconia e di poesia. Ogni manga finisce spesso con un episodio denominato "special" che esula in parte dal filo narrativo della storia per raccontare uno stralcio di vita passata di uno dei protagonisti. Ciò rende il tutto più completo e godibile. Quello che ne viene fuori non è soltanto un manga sportivo per gli amanti del genere, ma una vera e propria storia, profonda e per certi versi toccante.