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La tradizione fumettistica nipponica si incontra con quella nord americana: da questo incontro tra titani nasce infatti "Wolverine-Snikt".
L'operazione attuata da Nihei è coraggiosa, ma qualcuno potrebbe anche non digerire questo connubio, giudicandolo forse un'inutile ibridazione, però a mio parere il risultato è buono.

Ovviamente, vedere Wolverine disegnato alla maniera di questo autore inizialmente lascia un po' perplessi, ma se si presta attenzione al tratto, le differenze rispetto all'originale non sono poi così eclatanti. Alcune differenze possiamo piuttosto riscontrarle in tutto ciò che circonda il personaggio Marvel: le architetture sono quelle tipiche di Nihei, i comprimari sono disegnati esattamente come in altre sue opere, ed i "cattivi" di turno sono sempre quelli (vedi titoli come "Blame!" o "Biomega").

Ad ogni modo la cosa che risalta maggiormente agli occhi è il fatto che si abbia a che fare con tavole tutte a colori, dalla prima all'ultima, come nella tradizione Marvel e questo particolare mi è piaciuto molto.
Inoltre il fumetto si legge all'occidentale, e la qualità dell'edizione è, a mio parere, ottima, anche se forse non tanto da giustificarne il costo.