Recensione
Clover (CLAMP)
10.0/10
Devo essere sincero, non ho mai apprezzato più di tanto i lavori delle CLAMP, li ho sempre trovati stantii e privi di quel qualcosa in più che rende un opera unica ed immortale. Beh, devo ricredermi. Nonostante la vasta produzione del combo nipponico tutto al femminile, l'opera più bella ed originale arriva proprio con Clover, opera breve che all'apparenza sembra essere a tutti gli effetti più un esperimento anzichè un progetto studiato a tavolino.
Ambientato in un futuro fantastico dal vago sapore steampunk (tematica molto cara alle CLAMP), le vicende del manga ruotano attorno al Clover Leaf Project, un non ben specificato programma governativo il cui scopo è quello di occuparsi, tramite la reclusione, dei soggetti dotati di poteri fuori dal comune. Per gestire tali soggetti in maniera adeguata, il ministero della magia (si, avete letto bene) associa ad ognuno di loro un tatuaggio a forma di trifoglio: maggiore è il numero di petali, maggiore è il potere in possesso. L'unica a possedere ben quattro foglie è la giovane Suu, la quale viene affidata dal ministero stesso alla custodia di Kazuhiko, un ex militare congedato dopo un grave incidente.
In questa atmosfera fra il sogno e la realtà le CLAMP sviluppano una storia delicata, che tocca le corde emotive del lettore, in quello che sembra un lunghissimo film musicale capace di far immaginare la voce angelica di Suu mentre i vari personaggi cercano disperatamente un modo per fuggire dalla tristezza che pervade le loro vite. Nonostante i soliti errori nelle proporzioni fisiche (questo più che altro è un errore tipico dei mangaka autodidatti), il manga scorre veloce e riesce a farsi leggere più volte grazie anche ad innovativi esperimenti narrativi che ne impreziosiscono i contenuti (tavole irregolari, uso di testi come se fossero canzoni, ordine cronologico degli eventi invertito, flashback continui e forti contrasti di chiaro/scuro).
Un opera splendida nella sua brevità e che, paradossalmente, non andrebbe ripresa: proseguirla potrebbe portare più danni che benefici a quanto è stato fin ora prodotto. Essenziale.
Ambientato in un futuro fantastico dal vago sapore steampunk (tematica molto cara alle CLAMP), le vicende del manga ruotano attorno al Clover Leaf Project, un non ben specificato programma governativo il cui scopo è quello di occuparsi, tramite la reclusione, dei soggetti dotati di poteri fuori dal comune. Per gestire tali soggetti in maniera adeguata, il ministero della magia (si, avete letto bene) associa ad ognuno di loro un tatuaggio a forma di trifoglio: maggiore è il numero di petali, maggiore è il potere in possesso. L'unica a possedere ben quattro foglie è la giovane Suu, la quale viene affidata dal ministero stesso alla custodia di Kazuhiko, un ex militare congedato dopo un grave incidente.
In questa atmosfera fra il sogno e la realtà le CLAMP sviluppano una storia delicata, che tocca le corde emotive del lettore, in quello che sembra un lunghissimo film musicale capace di far immaginare la voce angelica di Suu mentre i vari personaggi cercano disperatamente un modo per fuggire dalla tristezza che pervade le loro vite. Nonostante i soliti errori nelle proporzioni fisiche (questo più che altro è un errore tipico dei mangaka autodidatti), il manga scorre veloce e riesce a farsi leggere più volte grazie anche ad innovativi esperimenti narrativi che ne impreziosiscono i contenuti (tavole irregolari, uso di testi come se fossero canzoni, ordine cronologico degli eventi invertito, flashback continui e forti contrasti di chiaro/scuro).
Un opera splendida nella sua brevità e che, paradossalmente, non andrebbe ripresa: proseguirla potrebbe portare più danni che benefici a quanto è stato fin ora prodotto. Essenziale.