Recensione
Mercenary Pierre
7.0/10
La storia del Sol Levante è sempre stata caratterizzata da profondi mutamenti socio-politici, guerre intestine, rivolte e battaglie per la conquista del potere. Allo stesso modo è rimasta però legata ai suoi usi e costumi risultando così agli occhi di chi non l'ha vissuta o studiata perlopiù statica e priva di innovazioni. E questo i giapponesi lo sanno, così come sanno bene che un periodo storico come il medioevo europeo riesce sempre ad attrarre l'attenzione dei lettori. Traendo spunto dalla guerra dei cent'anni fra Francia ed Inghilterra, Kenichi Satou pubblica una serie di romanzi di successo che ispireranno poi la realizzazione di quest'opera intitolata semplicemente "Mercenary Pierre".
Come detto poc'anzi, le vicende si svolgono durante gli ultimi anni del conflitto e vedono come protagonista Pierre, figlio illegittimo di un nobile francese a capo di un gruppo di mercenari a servizio dell'esercito franco. All'ombra di una guerra che sembra non avere fine (durerà complessivamente ben 116 anni seppur non continuati) si erge prepotentemente la figura di Jean D'Arc, nota anche come "la pulzella d'Orléans", colei che condusse l'esercito francese alla vittoria e di cui si pensava di conoscere tutto.
Coadiuvato dalle saggie chine di Takashi Noguchi (forse un po' limitato in quest'opera), "Mercenary Pierre" narra una storia alternativa a quella nota in cui la vita di Pierre e quella di Jean si intrecciano in un plot narrativo tutto sommato piacevole che sopperisce alle proprie lacune, individuabili perlopiù nella scelta narrativa di Satou - curatore anche qui della sceneggiatura - troppo legata ai ritmi lenti del romanzo rispetto a quelli più incalzanti del genere seinen. Nonostante questo il manga scorre velocemente e grazie alle vicende personali dei protagonisti riesce a catturare l'attenzione del lettore incentivandolo alla lettura. Vi sarebbero anche alcuni errori puramente filologici riguardo i costumi dell'epoca (le armature a piastre non erano così "sfarzose" e costavano un occhio della testa, un gruppo di mercenari sicuramente non poteva permettersi di vestire tutti i suoi membri con esse), ma sappiamo bene che si tratta di un "neo" tipicamente nipponico su cui si può tranquillamente sorvolare.
Un'opera adulta consigliata vivamente agli amanti del fumetto storico e delle storie di cappa e spada. Baldanzoso.
Come detto poc'anzi, le vicende si svolgono durante gli ultimi anni del conflitto e vedono come protagonista Pierre, figlio illegittimo di un nobile francese a capo di un gruppo di mercenari a servizio dell'esercito franco. All'ombra di una guerra che sembra non avere fine (durerà complessivamente ben 116 anni seppur non continuati) si erge prepotentemente la figura di Jean D'Arc, nota anche come "la pulzella d'Orléans", colei che condusse l'esercito francese alla vittoria e di cui si pensava di conoscere tutto.
Coadiuvato dalle saggie chine di Takashi Noguchi (forse un po' limitato in quest'opera), "Mercenary Pierre" narra una storia alternativa a quella nota in cui la vita di Pierre e quella di Jean si intrecciano in un plot narrativo tutto sommato piacevole che sopperisce alle proprie lacune, individuabili perlopiù nella scelta narrativa di Satou - curatore anche qui della sceneggiatura - troppo legata ai ritmi lenti del romanzo rispetto a quelli più incalzanti del genere seinen. Nonostante questo il manga scorre velocemente e grazie alle vicende personali dei protagonisti riesce a catturare l'attenzione del lettore incentivandolo alla lettura. Vi sarebbero anche alcuni errori puramente filologici riguardo i costumi dell'epoca (le armature a piastre non erano così "sfarzose" e costavano un occhio della testa, un gruppo di mercenari sicuramente non poteva permettersi di vestire tutti i suoi membri con esse), ma sappiamo bene che si tratta di un "neo" tipicamente nipponico su cui si può tranquillamente sorvolare.
Un'opera adulta consigliata vivamente agli amanti del fumetto storico e delle storie di cappa e spada. Baldanzoso.