Recensione
Soul Eater
8.0/10
Recensione di Oblivioner
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“Soul Eeater”. Comprai questo manga non molto tempo fa quasi per scherzo, attratto dalla copertina del primo volume e incoraggiato dalle numerose critiche positive del settore specializzato.
Edito in Italia dalla più che famosa, famigerata,casa editrice Planet Manga, l'opera di Atsushi Ohkubo mi ha immediatamente colpito per la sorprendente caratterizzazione psicologica di alcuni personaggi e per l'incipit piuttosto insolito, formato da tre prologhi che hanno come protagonisti i tre personaggi principali del manga: Soul Eater, Black Star e Death the Kid, particolarmente azzeccato nel suo essere deliziosamente nevrotico.
La trama è invero assai semplice fin dove ho avuto occasione di leggere, e risulta un mero supporto alle numerose gag umoristiche, risollevandosi e dando prova di una forte personalità dal volume cinque in poi.
Per questo suo prendersi non troppo sul serio il manga è ovviamente consigliato ad una fascia di età relativamente giovane, ben disposta verso la commedia. Per intenderci, un simile titolo non dovrebbe essere preso in mano nemmeno per sbaglio dagli appassionati di seinen, né da lettori troppo seri.
Tuttavia, considerando il target a cui esso è rivolto, il manga riesce a centrare in pieno l'obiettivo di divertire e concedere al lettore un oretta di svago. Pur non essendo (forse) il manga dell'anno, “Soul Eater” ha delle potenzialità notevoli, anche a livello artistico.
La penna di Ohkubo è grezza, a volte dal tratto stilizzato, tranne per ovvi motivi nelle scene aventi Death the Kid come protagonista; tuttavia riesce a incarnare lo spirito del manga, forse talvolta pressapochista, ma sempre piacevole e adatto alle scene.
Consiglio dunque senza indugio questo manga ad ogni appassionato di shounen che sia disposto però a passare sopra ad una serie di piccoli difettucci che, tuttavia, non rovinano uno shounen notevole quale è.
Edito in Italia dalla più che famosa, famigerata,casa editrice Planet Manga, l'opera di Atsushi Ohkubo mi ha immediatamente colpito per la sorprendente caratterizzazione psicologica di alcuni personaggi e per l'incipit piuttosto insolito, formato da tre prologhi che hanno come protagonisti i tre personaggi principali del manga: Soul Eater, Black Star e Death the Kid, particolarmente azzeccato nel suo essere deliziosamente nevrotico.
La trama è invero assai semplice fin dove ho avuto occasione di leggere, e risulta un mero supporto alle numerose gag umoristiche, risollevandosi e dando prova di una forte personalità dal volume cinque in poi.
Per questo suo prendersi non troppo sul serio il manga è ovviamente consigliato ad una fascia di età relativamente giovane, ben disposta verso la commedia. Per intenderci, un simile titolo non dovrebbe essere preso in mano nemmeno per sbaglio dagli appassionati di seinen, né da lettori troppo seri.
Tuttavia, considerando il target a cui esso è rivolto, il manga riesce a centrare in pieno l'obiettivo di divertire e concedere al lettore un oretta di svago. Pur non essendo (forse) il manga dell'anno, “Soul Eater” ha delle potenzialità notevoli, anche a livello artistico.
La penna di Ohkubo è grezza, a volte dal tratto stilizzato, tranne per ovvi motivi nelle scene aventi Death the Kid come protagonista; tuttavia riesce a incarnare lo spirito del manga, forse talvolta pressapochista, ma sempre piacevole e adatto alle scene.
Consiglio dunque senza indugio questo manga ad ogni appassionato di shounen che sia disposto però a passare sopra ad una serie di piccoli difettucci che, tuttavia, non rovinano uno shounen notevole quale è.