Recensione
La Luna e il Lago
8.0/10
"La luna e il lago" è un volumetto che contiene due storie della mangaka Hinako Ashihara. Sicuramente è l'opera più poetica e lirica, sia nelle storie che nei disegni, di questa autrice.
Il primo racconto si concentra sulle riflessioni di una ragazza, Kazuna, che decide di andare a conoscere l'amante di suo nonno, un famoso scrittore. Abbattendo il muro del pregiudizio, la ragazza svuota la sua mente e la riempie delle nuove conoscenze e dell'esperienza che vive che la cambierà dal profondo. Il tutto si svolge sulle rive di un lago con vari flashback e un'ambientazione retrò in un Giappone provinciale da favola.
Il secondo racconto è "Nora di dicembre" e ha un effetto a sorpresa finale. Narra l'amicizia di due bambine, una delle quali ha una mamma assai severa che non le permette molto di uscire di casa a giocare. Le due bambine adottano un micino randagio , ma non potendo tenerlo in casa, gli portano da mangiare e lo lasciano nel loro "luogo segreto". Un incendio cambierà le loro vite per sempre.
La particolarità di queste due storie è il finale sospeso. Non aspettatevi il classico lieto fine degli shojo! Le due vicende sono quasi interrotte, soprattutto la prima, e lasciano aperti molti punti su cui poter riflettere. Sono due racconti che coinvolgono e rimangono impressi nella memoria, per di più disegnati in modo delicato e sopraffino. L'unico appunto è la mancanza di grossi temi importanti, come il bullismo, la morte, ecc. presenti invece nelle altre opere dell'autrice. La Ashihara si è lasciata prendere dalla narrazione. Il risultato comunque è di ottimo livello, considerando anche che si tratta di un solo volumetto e non di un manga di vari numeri come invece "La Clessidra" o "Piece", dove la storie si fondono perfettamente alla complessità dei temi trattati.
Il primo racconto si concentra sulle riflessioni di una ragazza, Kazuna, che decide di andare a conoscere l'amante di suo nonno, un famoso scrittore. Abbattendo il muro del pregiudizio, la ragazza svuota la sua mente e la riempie delle nuove conoscenze e dell'esperienza che vive che la cambierà dal profondo. Il tutto si svolge sulle rive di un lago con vari flashback e un'ambientazione retrò in un Giappone provinciale da favola.
Il secondo racconto è "Nora di dicembre" e ha un effetto a sorpresa finale. Narra l'amicizia di due bambine, una delle quali ha una mamma assai severa che non le permette molto di uscire di casa a giocare. Le due bambine adottano un micino randagio , ma non potendo tenerlo in casa, gli portano da mangiare e lo lasciano nel loro "luogo segreto". Un incendio cambierà le loro vite per sempre.
La particolarità di queste due storie è il finale sospeso. Non aspettatevi il classico lieto fine degli shojo! Le due vicende sono quasi interrotte, soprattutto la prima, e lasciano aperti molti punti su cui poter riflettere. Sono due racconti che coinvolgono e rimangono impressi nella memoria, per di più disegnati in modo delicato e sopraffino. L'unico appunto è la mancanza di grossi temi importanti, come il bullismo, la morte, ecc. presenti invece nelle altre opere dell'autrice. La Ashihara si è lasciata prendere dalla narrazione. Il risultato comunque è di ottimo livello, considerando anche che si tratta di un solo volumetto e non di un manga di vari numeri come invece "La Clessidra" o "Piece", dove la storie si fondono perfettamente alla complessità dei temi trattati.