Recensione
Psyren
9.0/10
Recensione di Oblivioner
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È difficile per me recensire con imparzialità un titolo che apprezzo moltissimo come "Psyren". Pur focalizzandomi sui sui pregi devo ammettere che ha anche dei difetti notevoli, che possono anche allontanare il lettore dalle atmosfere surreali dell'opera di Iwashiro.
Dopo "Mieru Hito" Iwashiro ci delizia infatti con "Psyren", manga piuttosto breve di 16 volumi, interamente disponibili in Italia grazie a Star Comics. La storia parte decisamente sottotono: Ageha Yoshina è un liceale spiantato che si guadagna da vivere, di nascosto dalla sorella tiranna, con piccole risse e incarichi per conto dei suoi compagni in difficoltà. Il destino del giovane tuttavia cambia una volta incontrata Amamiya, ragazza a dir poco gelida che prima di scomparire nel nulla sembra risultare legata alla misteriosa organizzazione segreta "Psyren". Il ragazzo si trova, suo malgrado, coinvolto nel mistero apparentemente irrisolvibile della misteriosa organizzazione, e soprattutto nell'esplorazione del cosiddetto "paradiso" dove vengono portati tutti gli adepti di Psyren.
Senza fare ulteriori spoiler mi limito a dire che, nonostante all'inizio Iwashiro metta troppa carne al fuoco in modo discontinuo, con il procedere dei volumi acquista consapevolezza e la storia decolla. Paradossalmente, dopo i primi volumi emergono comprimari assai meglio caratterizzati dei protagonisti: da Oboro Mochizuki, annoiata stella del piccolo schermo, a Kabuto, codardo opportunista, passando per Elmore, vecchia veggente dai poteri sbalorditivi. Insomma ce n'è veramente per tutti i gusti. Il punto forte del manga risiede certamente nella trama, ma anche il disegno non è affatto da buttare, seppur qualche volta si noti poca differenza nella caratterizzazione dei personaggi. È anche vero che in alcuni punti il manga sa di già visto e fa l'occhiolino ad altri titoli, ma sorvolando su tutto ciò si può dire che questo titolo può veramente lasciare di stucco, non solo per la sua capacità di passare con leggerezza fra assi temporali e narrativi diversi, cosa assai complicata, ma soprattutto per la capacità di fare tutto ciò senza annoiare o stancare il lettore, che si ritrova incollato alle pagine dall'inizio alla fine.
Da provare assolutamente, non vi deluderà, purché abbiate la pazienza di aspettare il terzo o quarto volume per assistere alla rottura del bozzolo. Complimenti Iwashiro!
Dopo "Mieru Hito" Iwashiro ci delizia infatti con "Psyren", manga piuttosto breve di 16 volumi, interamente disponibili in Italia grazie a Star Comics. La storia parte decisamente sottotono: Ageha Yoshina è un liceale spiantato che si guadagna da vivere, di nascosto dalla sorella tiranna, con piccole risse e incarichi per conto dei suoi compagni in difficoltà. Il destino del giovane tuttavia cambia una volta incontrata Amamiya, ragazza a dir poco gelida che prima di scomparire nel nulla sembra risultare legata alla misteriosa organizzazione segreta "Psyren". Il ragazzo si trova, suo malgrado, coinvolto nel mistero apparentemente irrisolvibile della misteriosa organizzazione, e soprattutto nell'esplorazione del cosiddetto "paradiso" dove vengono portati tutti gli adepti di Psyren.
Senza fare ulteriori spoiler mi limito a dire che, nonostante all'inizio Iwashiro metta troppa carne al fuoco in modo discontinuo, con il procedere dei volumi acquista consapevolezza e la storia decolla. Paradossalmente, dopo i primi volumi emergono comprimari assai meglio caratterizzati dei protagonisti: da Oboro Mochizuki, annoiata stella del piccolo schermo, a Kabuto, codardo opportunista, passando per Elmore, vecchia veggente dai poteri sbalorditivi. Insomma ce n'è veramente per tutti i gusti. Il punto forte del manga risiede certamente nella trama, ma anche il disegno non è affatto da buttare, seppur qualche volta si noti poca differenza nella caratterizzazione dei personaggi. È anche vero che in alcuni punti il manga sa di già visto e fa l'occhiolino ad altri titoli, ma sorvolando su tutto ciò si può dire che questo titolo può veramente lasciare di stucco, non solo per la sua capacità di passare con leggerezza fra assi temporali e narrativi diversi, cosa assai complicata, ma soprattutto per la capacità di fare tutto ciò senza annoiare o stancare il lettore, che si ritrova incollato alle pagine dall'inizio alla fine.
Da provare assolutamente, non vi deluderà, purché abbiate la pazienza di aspettare il terzo o quarto volume per assistere alla rottura del bozzolo. Complimenti Iwashiro!