Recensione
Fullmetal Alchemist
10.0/10
Come cominciare a parlare del primo manga che ho letto, che mi è piaciuto talmente tanto da farmi diventare una lettrice accanita di manga? E' sicuramente difficile, ma partiamo dalla trama (anche se dubito che ci siano ancora persone che non la conoscano, anche se non nei dettagli). I protagonisti sono i due fratelli Elric, da piccoli abbandonati dal padre, un noto alchimista. Questo fa soffrire molto i piccoli Edward ed Alphonse che decidono così di studiare i libri del padre diventando discreti alchimisti, tanto che alla morte della madre hanno la presunzione di sfidare il più grande tabù dell'alchimia...ovvero effettuare una trasmutazione umana. L'esito è devastante, Al perde il corpo e Ed sacrificando una gamba e un braccio lega la sua anima ad un'armatura. Il resto della storia è il racconto del viaggio che i due fratelli compiranno per riappropriarsi dei loro corpi. Le loro vicende si intrecceranno a quelle di molti altri personaggi, e a quelle dell'intero paese da circa metà serie in poi.
La trama è molto bella, i personaggi vengono analizzati con molta cura. Il cammino interiore dei due fratelli è molto ben descritto: passano dai piccoli presuntuosi, che credono di aver tutto il mondo nelle loro mani solo perchè in grado di effettuare qualche "trucchetto" alchemico, a delle persone adulte che ammettono i loro sbagli e riconoscono i limiti della loro arte.
La storia è perfetta in tutte le sue parti: non ci sono "punti oscuri" che restano in sospeso, la narrazione non è mai troppo lenta. Nell'arco finale la Arakawa mostra la sua infinita bravura a gestire tutti i numerosi fili della storia senza tralasciare nessun particolare. Ci sono continui cambi di scena per mostrare come procede la storia nei vari fronti, ma niente viene lasciato a metà o "dimenticato" per troppi capitoli.
Se proprio devo trovarci un difetto invece è nel disegno: i tratti risultano molto semplici, non si sono sfumature ma solo linee d'ombra nette. Con questo non voglio dire che sia brutto sia mai, ma ci sono molti disegnatori ad un livello più alto tutto qui.
Questo quindi è una manga che consiglierei a tutti, è uno shonen ma le parti di combattimento non sono prevalenti nella storia. Anche gli amanti degli shojo troveranno interessante la lettura in quanto c'è un'analisi molto approfondita dell'interiorità di tutti i personaggi, oltre a vari episodi "sentimentali", anche se sono messi in secondo piano rispetto alle vicende principali.
La trama è molto bella, i personaggi vengono analizzati con molta cura. Il cammino interiore dei due fratelli è molto ben descritto: passano dai piccoli presuntuosi, che credono di aver tutto il mondo nelle loro mani solo perchè in grado di effettuare qualche "trucchetto" alchemico, a delle persone adulte che ammettono i loro sbagli e riconoscono i limiti della loro arte.
La storia è perfetta in tutte le sue parti: non ci sono "punti oscuri" che restano in sospeso, la narrazione non è mai troppo lenta. Nell'arco finale la Arakawa mostra la sua infinita bravura a gestire tutti i numerosi fili della storia senza tralasciare nessun particolare. Ci sono continui cambi di scena per mostrare come procede la storia nei vari fronti, ma niente viene lasciato a metà o "dimenticato" per troppi capitoli.
Se proprio devo trovarci un difetto invece è nel disegno: i tratti risultano molto semplici, non si sono sfumature ma solo linee d'ombra nette. Con questo non voglio dire che sia brutto sia mai, ma ci sono molti disegnatori ad un livello più alto tutto qui.
Questo quindi è una manga che consiglierei a tutti, è uno shonen ma le parti di combattimento non sono prevalenti nella storia. Anche gli amanti degli shojo troveranno interessante la lettura in quanto c'è un'analisi molto approfondita dell'interiorità di tutti i personaggi, oltre a vari episodi "sentimentali", anche se sono messi in secondo piano rispetto alle vicende principali.