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8.0/10
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<b>Attenzione, possibili spoiler</b>

Parto col presupposto che è una storia molto buona nell'incipit, qualcosa che ho trovato diverso dai soliti sentimentali.
Gli intrecci amorosi sono una delle parti che mi sono piaciute di meno. Troppo ripetitivi, a volte irritanti, che spesso hanno dato all'opera un senso di ciclicità.
La crescita dei personaggi è altalenante, nella prima parte incoerente con gli avvenimenti, nella seconda abbastanza azzeccata. La caratterizzazione di questi mi è piaciuta particolarmente per i personaggi secondari (Nobuko, Niimei, Natsumi), ma non tanto per i protagonisti, visto che il loro comportamento spesso mi dava fastidio, perché tirato troppo per le lunghe (tipo gli avvenimenti "casuali" che portavano a fraintendimenti o ripensamenti, abbastanza forzati).
La parte sovrannaturale è sicuramente l'aggiunta al titolo, ma è stata curata in malo modo, visto che ho trovato alcune scappatoie al vincolo di Videogirl quasi patetiche. Infatti, alla fine, tra i tanti stratagemmi che si erano fatti, mica l'ho capito come Ai è diventata umana. Tra il doversi legare a un uomo, il pulsante che andava premuto, il rompere il registratore ecc. direi che non è stata la parte più riuscita della storia.
Ma tutto sommato è un fumetto che è riuscito a prendermi, molto sentimentale e toccante, alle volte anche più maturo rispetto agli standard di oggi. Il personaggio di Ai mi è piaciuto parecchio, sopratutto nella prima parte.
A mio parere un fumetto che ha gettato le basi per le produzioni contemporanee, ma che non ha sfruttato appieno tutto ciò che poteva offrire. Ammetto che mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa in più sull'argomento del "limite di vita" delle Videogirl. L'avere una vita già segnata è sicuramente fonte di grandi storie molto introspettive. Altri argomenti si potevano dipanare meglio, tipo sul personaggio di Natsumi, senza limitarsi all'attribuire gli avvenimenti al pensiero, come fatto proprio nel caso di Natsumi che compare a Yota quando è morente.
Paragono Video Girl Ai a Dragonball: un ottimo titolo, non esente però da pecche, che ora non può essere considerato un capolavoro ma che ai suoi tempi era qualcosa di innovativo e che ha dato ispirazione a tante delle opere ora in commercio, in particolare dal lato sentimentale, ma che decontestualizzato a portato alla formazione di storie ispirate stucchevoli. Un'opera che valuto da 7.5, ma a cui do un 8 perché nonostante tutto è riuscita a emozionarmi in più frangenti, nel bene e nel male.