Recensione
Ichi the Killer
8.0/10
[VOTO 8,5]
La prima cosa che mi ha affascinato è il fatto che fosse vietato e incellofanato perché non permettesse di esser sfogliato. Scusate l'informalità, ma: "Questa cosa mi ha attirato di brutto". Da qui ho deciso di prenderlo incuriosito anche dal fatto che fosse del 1998 e che fosse arrivato in Italia solo nel 2013, ben 15 anni dopo.
TRAMA
Giappone - Shinjuku. E'appena avvenuto un omicidio all'interno di un palazzo gestito dalla Yakuza. È proprio in questa stanza che un gruppo diretto da un vecchio sta pulendo tutto col suo team, cercando di non lasciar traccia e mascherare il massacro appena avvenuto. Come se non fosse successo nulla. Ma chi è stato a commettere tutto ciò? Ichi. Un ragazzo dall'aria comune, ma psicologicamente disturbato e psicopatico, con una forza sovraumana. Infatti ogni volta che si mette a piangere, o meglio "scoppia", si trasforma in un'arma letale tramite le sue abilità da karateka e grazie ad una lama posta dietro alla sua scarpa sinistra, è in grado di compiere tagli splatter, trucidando e macellando la gente. La deviazione mentale si evidenzia proprio in questo stato, perché tutto ciò gli crea un'ambivalenza psicologica: è contrario, ma ne gode tremendamente, masturbandosi sul posto al concludersi di ogni strage.
Il problema di fondo è che questa persona assassinata nella stanza è il capo del club Anjo e Kakihara ne é il braccio destro: un tipo violento, sadico depravato e masochista. Infatti solo quando compie atti di violenza come pungere, infilzare, tagliare, ustionare e staccare, su gli altri e a se stesso ha la sensazione di sentirsi vivo ed è proprio per questo che ne è alla ricerca. Il capo è l'unico che lo fa sentire vivo. Con il boss creduto sparito (e non morto), da qui partirà la ricerca di Kakihara per ritrovare il proprio leader con un suo gruppo personale, andando incontro anche ad altre realtà mafiose e a tutto quello che pensa possa aver a che fare con la sparizione del capo.
La trama di per se è articolata come un iper-Pulp, psicologicamente molto più profondo e perverso, con dei ritmi narrativi spaventosi: per certi aspetti geniali e allucinanti, ma soprattutto ultra congeniati. Inoltre bisogna sottolineare un'altra cosa. Ci troviamo a dei personaggi mai visti prima. Ichi è il protagonista, se così si vuol definirlo: un ragazzo che ha una caratterizzazione psicologica spaventosa e ben studiata. Però veramente….."mamma mia": Yamamoto è crudele e malato in questa rappresentazione. Certe situazioni che si andranno a creare sono veramente, ma veramente pesanti. Indubbiamente però la caratterizzazione dei personaggi è pregevole: soprattutto quella di Kakihara. Infatti è "l'antagonista" della situazione. Ma a differenza di Ichi, è molto più logico e forse, perché no, "passionale".
Qui le due parti non sono a "tesi e antitesi" perché i personaggi per vari aspetti sono simili: nessuno dei due è buono e tutte e due sono psicologicamente deviati (anche se in modo completamente differente). La dissomiglianza è che Ichi, dove non arriva con la logica, ci arriva con la forza e Kakihara dove non arriva con la forza ci arriva con la logica. Per questo ho preferito come personaggio quest'ultimo. Anche il vecchio e Kaneko sono ben caratterizzati ed ognuno, anche se con una piccola parte, risulta fondamentale per l'intreccio narrativo. Un elemento fondamentale e definitore di un Pulp.
La trama è un capolavoro a livello di congegno e articolazione narrativa. Anche se bisogna dire che per certi aspetti crolla di ritmo soprattutto nella metà (indicativamente dal volume 4-5 al 7-8) sia per l'eccessività di violenza ingiustificata che per il ritmo di per se o forse perché tutta questa violenza ingiustificata ne rende per certi aspetti difficile e fastidiosa la lettura.
DISEGNI
In molti trovano il disegno stupendo e per certi aspetti ben si sposa con la trama. Il tratto però è oggettivamente datato e vecchio tuttavia senza dar fastidio. Indubbiamente ogni tavola è sempre satura e piena di dettaglio, mostrando benissimo le scene di combattimento e le sadiche cornici (un po' troppo nel mio caso). Inoltre i flashback di Ichi son sempre disegnati con un effetto sfumato molto grasso che ben rendono l'idea, sostenendo il concetto di angoscia e disturbo del ragazzo. Su questo nulla da dire. Un disegno vecchio ma completo, che rende ancora oggi, soprattutto per i dettagli, riuscendo a sopportare, o meglio sostenere, sempre il ritmo frenetico della narrazione. Questa è sicuramente una nota impeccabile!
EDIZIONE
L'edizione è più che sufficiente, anche se la sovraccoperta non dà l'idea di resistenza né di copertura, il tutto 6,50 € (niente è regalato ma il prezzo è giustificabile). Inoltre il fatto che venga presentato incellofanato (dato il sadismo e disturbo del manga permettendolo di non sfogliarlo) lo rende anche per certi aspetti "imballato". La carta inoltre è più che buona, riuscendo a scorrere bene. Un po' apatica però l'edizione: su 10 numeri non vi sono né note di autori né di redattori. Sinceramente sono cose che rendono l'edizione più apprezzabile e vicina al lettore.
Concludendo…
Un capolavoro? Per me "ni". Nel senso che è un manga che ha una sua profondità e si vede. Il problema è che, a volte di più (soprattutto nei numeri centro-finali) e a volte di meno può dar oggettivamente fastidio. È veramente di una depravazione totale ed a volte ingiustificata, anche se bisogna ammettere che è tutto ciò che voleva Hideo Yamamoto. Ha fatto un gran lavoro per la resa che voleva dare. Una sceneggiatura veramente spastica e disturbata ma sicuramente geniale e accompagnata da un ritmo (soprattutto all'inizio e alla fine) veramente spettacolare e ricca di colpi di scena. Da star col fiato sospeso. E proprio per questo che cerco di dargli un voto il più razionale che posso.
Apro una piccola parentesi. Finito Ichi the killer ho visto Ichi the Killer - episode 0. Non un granché e anche qui troppo violento, ma ben descrive le realtà precedenti delucidando alcune piccole parti. Quindi ne consiglio la visione alla fine della lettura.
Ora. A chi consigliarlo? Lo consiglio a tutti quelli a cui piacciono i Pulp! Ma di quelli (scusate il termine da incellofanare) "bastardi forti": per stomaci duri e menti salde. Lo catalogherei proprio come un "Pulp Giapponese" ma non come quelli di Tarantino. Qui si va su tutta un'altra onda. Su aspetti molto più psicologici. Un'onda di depravazione, disturbo e oscenità.
Per me troppo forte. Indubbiamente è bellissimo il come viene affrontato l'aspetto psicologico e tutta la parentesi sulla caratterizzazione dei personaggi, ma ripeto, in modo troppo potente e cattivo, soprattutto su certe scene di una violenza veramente ingiustificata e fastidiosa.
Ma cosa c'è da dire…questo è Yamamoto. Questo è Ichi the Killer.
La prima cosa che mi ha affascinato è il fatto che fosse vietato e incellofanato perché non permettesse di esser sfogliato. Scusate l'informalità, ma: "Questa cosa mi ha attirato di brutto". Da qui ho deciso di prenderlo incuriosito anche dal fatto che fosse del 1998 e che fosse arrivato in Italia solo nel 2013, ben 15 anni dopo.
TRAMA
Giappone - Shinjuku. E'appena avvenuto un omicidio all'interno di un palazzo gestito dalla Yakuza. È proprio in questa stanza che un gruppo diretto da un vecchio sta pulendo tutto col suo team, cercando di non lasciar traccia e mascherare il massacro appena avvenuto. Come se non fosse successo nulla. Ma chi è stato a commettere tutto ciò? Ichi. Un ragazzo dall'aria comune, ma psicologicamente disturbato e psicopatico, con una forza sovraumana. Infatti ogni volta che si mette a piangere, o meglio "scoppia", si trasforma in un'arma letale tramite le sue abilità da karateka e grazie ad una lama posta dietro alla sua scarpa sinistra, è in grado di compiere tagli splatter, trucidando e macellando la gente. La deviazione mentale si evidenzia proprio in questo stato, perché tutto ciò gli crea un'ambivalenza psicologica: è contrario, ma ne gode tremendamente, masturbandosi sul posto al concludersi di ogni strage.
Il problema di fondo è che questa persona assassinata nella stanza è il capo del club Anjo e Kakihara ne é il braccio destro: un tipo violento, sadico depravato e masochista. Infatti solo quando compie atti di violenza come pungere, infilzare, tagliare, ustionare e staccare, su gli altri e a se stesso ha la sensazione di sentirsi vivo ed è proprio per questo che ne è alla ricerca. Il capo è l'unico che lo fa sentire vivo. Con il boss creduto sparito (e non morto), da qui partirà la ricerca di Kakihara per ritrovare il proprio leader con un suo gruppo personale, andando incontro anche ad altre realtà mafiose e a tutto quello che pensa possa aver a che fare con la sparizione del capo.
La trama di per se è articolata come un iper-Pulp, psicologicamente molto più profondo e perverso, con dei ritmi narrativi spaventosi: per certi aspetti geniali e allucinanti, ma soprattutto ultra congeniati. Inoltre bisogna sottolineare un'altra cosa. Ci troviamo a dei personaggi mai visti prima. Ichi è il protagonista, se così si vuol definirlo: un ragazzo che ha una caratterizzazione psicologica spaventosa e ben studiata. Però veramente….."mamma mia": Yamamoto è crudele e malato in questa rappresentazione. Certe situazioni che si andranno a creare sono veramente, ma veramente pesanti. Indubbiamente però la caratterizzazione dei personaggi è pregevole: soprattutto quella di Kakihara. Infatti è "l'antagonista" della situazione. Ma a differenza di Ichi, è molto più logico e forse, perché no, "passionale".
Qui le due parti non sono a "tesi e antitesi" perché i personaggi per vari aspetti sono simili: nessuno dei due è buono e tutte e due sono psicologicamente deviati (anche se in modo completamente differente). La dissomiglianza è che Ichi, dove non arriva con la logica, ci arriva con la forza e Kakihara dove non arriva con la forza ci arriva con la logica. Per questo ho preferito come personaggio quest'ultimo. Anche il vecchio e Kaneko sono ben caratterizzati ed ognuno, anche se con una piccola parte, risulta fondamentale per l'intreccio narrativo. Un elemento fondamentale e definitore di un Pulp.
La trama è un capolavoro a livello di congegno e articolazione narrativa. Anche se bisogna dire che per certi aspetti crolla di ritmo soprattutto nella metà (indicativamente dal volume 4-5 al 7-8) sia per l'eccessività di violenza ingiustificata che per il ritmo di per se o forse perché tutta questa violenza ingiustificata ne rende per certi aspetti difficile e fastidiosa la lettura.
DISEGNI
In molti trovano il disegno stupendo e per certi aspetti ben si sposa con la trama. Il tratto però è oggettivamente datato e vecchio tuttavia senza dar fastidio. Indubbiamente ogni tavola è sempre satura e piena di dettaglio, mostrando benissimo le scene di combattimento e le sadiche cornici (un po' troppo nel mio caso). Inoltre i flashback di Ichi son sempre disegnati con un effetto sfumato molto grasso che ben rendono l'idea, sostenendo il concetto di angoscia e disturbo del ragazzo. Su questo nulla da dire. Un disegno vecchio ma completo, che rende ancora oggi, soprattutto per i dettagli, riuscendo a sopportare, o meglio sostenere, sempre il ritmo frenetico della narrazione. Questa è sicuramente una nota impeccabile!
EDIZIONE
L'edizione è più che sufficiente, anche se la sovraccoperta non dà l'idea di resistenza né di copertura, il tutto 6,50 € (niente è regalato ma il prezzo è giustificabile). Inoltre il fatto che venga presentato incellofanato (dato il sadismo e disturbo del manga permettendolo di non sfogliarlo) lo rende anche per certi aspetti "imballato". La carta inoltre è più che buona, riuscendo a scorrere bene. Un po' apatica però l'edizione: su 10 numeri non vi sono né note di autori né di redattori. Sinceramente sono cose che rendono l'edizione più apprezzabile e vicina al lettore.
Concludendo…
Un capolavoro? Per me "ni". Nel senso che è un manga che ha una sua profondità e si vede. Il problema è che, a volte di più (soprattutto nei numeri centro-finali) e a volte di meno può dar oggettivamente fastidio. È veramente di una depravazione totale ed a volte ingiustificata, anche se bisogna ammettere che è tutto ciò che voleva Hideo Yamamoto. Ha fatto un gran lavoro per la resa che voleva dare. Una sceneggiatura veramente spastica e disturbata ma sicuramente geniale e accompagnata da un ritmo (soprattutto all'inizio e alla fine) veramente spettacolare e ricca di colpi di scena. Da star col fiato sospeso. E proprio per questo che cerco di dargli un voto il più razionale che posso.
Apro una piccola parentesi. Finito Ichi the killer ho visto Ichi the Killer - episode 0. Non un granché e anche qui troppo violento, ma ben descrive le realtà precedenti delucidando alcune piccole parti. Quindi ne consiglio la visione alla fine della lettura.
Ora. A chi consigliarlo? Lo consiglio a tutti quelli a cui piacciono i Pulp! Ma di quelli (scusate il termine da incellofanare) "bastardi forti": per stomaci duri e menti salde. Lo catalogherei proprio come un "Pulp Giapponese" ma non come quelli di Tarantino. Qui si va su tutta un'altra onda. Su aspetti molto più psicologici. Un'onda di depravazione, disturbo e oscenità.
Per me troppo forte. Indubbiamente è bellissimo il come viene affrontato l'aspetto psicologico e tutta la parentesi sulla caratterizzazione dei personaggi, ma ripeto, in modo troppo potente e cattivo, soprattutto su certe scene di una violenza veramente ingiustificata e fastidiosa.
Ma cosa c'è da dire…questo è Yamamoto. Questo è Ichi the Killer.