Recensione
Orochi
7.0/10
Recensione di LovesickDead
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Considero Kazuo Umezu una sorta di Osamu Tezuka del genere horror nei manga. Il suo tratto è unico, così come le sue storie, e dà una sensazione di "vintage" che personalmente adoro.
Orochi viene pubblicato nel 1969 ed è la prima opera di Umezu ad avere successo. Ad Orochi seguirà circa quattro anni dopo il più famoso The Drifting Classroom, un capolavoro tra i manga (e non solo di genere horror, diciamola tutta) che sarà anche premiato con il prestigioso Shogakukan Manga Award.
Orochi però non è di certo ai livelli di The Drifting Classroom. Il titolo del manga rimanda alla co-protagonista dallo stesso nome, Orochi, una ragazzina con poteri sovrannaturali quali muovere oggetti, riportare in vita persone, telepatia e altri. Orochi gira il mondo spiando le persone per comprendere meglio i sentimenti umani, ma finisce sempre per farsi coinvolgere nelle spaventose avventure che vedono come protagonista le famiglie che sceglie di "studiare" da vicino.
Quattro volumi inediti in Italia (come tutte le opere di Kazuo Umezu, il che è davvero un peccato) formati da diversi episodi in cui Orochi è testimone, ma mai vera e propria protagonista. I veri protagonisti del manga sono, infatti, gli uomini, le donne e i bambini che la ragazza incontra nel suo viaggio senza meta.
Per quanto alcune storie risultino belle sia per trama che per disegni, l'opera purtroppo non convince del tutto come altri lavori di Umezu, forse perché precedente alle altre e quindi ancora, in un certo senso, immatura rispetto a The Drifting Classroom o Cat-eyed Boy. La storia finale non è una vera e propria storia finale: non ha un epilogo come le altre, nonostante sia la più lunga e una delle più interessanti dal punto di vista della trama.
Per quanto riguarda Orochi, non si sa nulla di lei: Umezu non dà informazioni, non approfondisce il passato della ragazza, non si sa da dove venga o se Orochi sia il suo vero nome; si possono intuire solo poche cose da ciò che dice Orochi stessa, ovvero che non è umana perché gira il mondo proprio per capire gli umani. Un personaggio misterioso di cui avrei voluto sapere di più, oltretutto molto simile al bambino con gli occhi da gatto di Cat-eyed Boy, ma con la differenza che Orochi (sebbene intervenga spesso) non è mai la persona che salva la situazione.
Insomma, un manga che poteva dare di più, ma che mi sento anche di scusare visto che è la prima opera importante di Umezu.
Orochi viene pubblicato nel 1969 ed è la prima opera di Umezu ad avere successo. Ad Orochi seguirà circa quattro anni dopo il più famoso The Drifting Classroom, un capolavoro tra i manga (e non solo di genere horror, diciamola tutta) che sarà anche premiato con il prestigioso Shogakukan Manga Award.
Orochi però non è di certo ai livelli di The Drifting Classroom. Il titolo del manga rimanda alla co-protagonista dallo stesso nome, Orochi, una ragazzina con poteri sovrannaturali quali muovere oggetti, riportare in vita persone, telepatia e altri. Orochi gira il mondo spiando le persone per comprendere meglio i sentimenti umani, ma finisce sempre per farsi coinvolgere nelle spaventose avventure che vedono come protagonista le famiglie che sceglie di "studiare" da vicino.
Quattro volumi inediti in Italia (come tutte le opere di Kazuo Umezu, il che è davvero un peccato) formati da diversi episodi in cui Orochi è testimone, ma mai vera e propria protagonista. I veri protagonisti del manga sono, infatti, gli uomini, le donne e i bambini che la ragazza incontra nel suo viaggio senza meta.
Per quanto alcune storie risultino belle sia per trama che per disegni, l'opera purtroppo non convince del tutto come altri lavori di Umezu, forse perché precedente alle altre e quindi ancora, in un certo senso, immatura rispetto a The Drifting Classroom o Cat-eyed Boy. La storia finale non è una vera e propria storia finale: non ha un epilogo come le altre, nonostante sia la più lunga e una delle più interessanti dal punto di vista della trama.
Per quanto riguarda Orochi, non si sa nulla di lei: Umezu non dà informazioni, non approfondisce il passato della ragazza, non si sa da dove venga o se Orochi sia il suo vero nome; si possono intuire solo poche cose da ciò che dice Orochi stessa, ovvero che non è umana perché gira il mondo proprio per capire gli umani. Un personaggio misterioso di cui avrei voluto sapere di più, oltretutto molto simile al bambino con gli occhi da gatto di Cat-eyed Boy, ma con la differenza che Orochi (sebbene intervenga spesso) non è mai la persona che salva la situazione.
Insomma, un manga che poteva dare di più, ma che mi sento anche di scusare visto che è la prima opera importante di Umezu.