Recensione
Doll
6.0/10
Recensione di Doll_in_the_Hell
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"Doll" di Fuyumi Soryo è un volume unico disegnato dall'autrice nel '95 e arrivato sugli scaffali italiani nel novembre del 2003, grazie a Star Comics, al prezzo d 3,10€. Doll è un manga shojo che ha come tema la danza. I protagonisti sono Mariel Blair, una danzatrice di diciotto anni americana, e Alyosha, un ballerino ventunenne russo emigrato negli States. La storia si svolge tutta intorno a loro e alla loro infinita passione per la danza. I due ballerini hanno un modo di danzare molto simile, e quindi un buon affiatamento, ma due caratteri fortemente diversi fra loro: Mariel è una ragazza molto immatura, paurosa, timida, fragile ed emotivamente delicata, insomma la classica protagonista che proprio non si regge sulle sue gambe. Dalla parte opposta c'è Alyosha, un ragazzo molto sicuro di sé e coraggioso, si getta a capofitto nelle cose che fa e non ha paura di provare nuove esperienze e dei cambiamenti. Essendo uno shojo l'intreccio amoroso fra i due è quasi subito ovvio, anche se la scintilla vera e propria ci metterà un po' a scoppiare. Fanno poi da sfondo i personaggi di contorno: Ira, ex danzatrice, madre di Alyosha e coreografa, Ginger, una grande ballerina ma che soffre di un egocentrismo che la porta a non fare molta carriera, Page, una ragazza afroamericana molto talentuosa ma anche gentile e amichevole, Gil, latinoamericano (gay?) e Yvette, una parigina che ha come unisco scopo nella vita di guadagnare fama e di diventare una stella, anche a costo di passare sopra agli altri. Non essendo un'amante della danza ho trovato abbastanza complicato non aggrottare la fronte davanti a tutte queste immagini di salti e piroette, slide e arabesque, che erano ovviamente il centro del manga, essendo esso improntato su questo sport. Il problema di questa storia però, almeno a mio parere, è il fatto che continui piatta e ripetitiva per tutto il tempo. L'ordine di svolgimento è più o meno un sali e scendi di crisi di coppia causati dai vari complessi d'inferiorità di Mariel, la voglia di emergere di Alyosha e alcuni personaggi di sfondo che ci mettono del loro per destabilizzare l'equilibrio della coppia. Anche nel finale non c'è un vero risvolto perché anche se Mariel è maturata sotto l'aspetto tecnico della danza non si può dire la stessa cosa del suo carattere, sempre e comunque appiccicoso e dipendente da altri. A ridurre il manga a poche frasi abbiamo una coppia stereotipata composta dalla donnina fragile e il ragazzo bello e perfetto, un sacco di gente intorno che gli da modo di avere dei problemi, e un finale natalizio in cui tutti vissero felici e contenti. Un altro problema che ho riscontrato leggendo questo manga è il fatto che non si percepisce molto bene lo scorrere del tempo, e i personaggi danno solo dei vaghi riferimenti circa quanto sia passato fra alcuni fatti e quelli successivi.
Parlando un po' dello stile di disegno, devo dire che la Soryo mi ricorda un po' la Ogawa alla prime armi, e ho come l'impressione che avendo debuttato nello stesso periodo e lavorando su generi simili fra di loro, abbiano avuto una certa influenza l'una sull'altra. Però la Ogawa è molto meno confusionaria, mentre la Soryo in alcune pagine si perde fra balloon e balloon pieni di dialogo, troppi piccoli pannelli che mostrano troppe azioni tutte insieme, e soprattutto l'ordine degli accadimenti è spesso un po' difficile da seguire per via dell'impaginazione un po' alla buona.
I disegni comunque sono quelli di un manga di quasi venti anni fa, e di certo il suo stile è migliorato nel tempo, quindi eviterò di fare un'analisi di questo stile ormai non più praticato dall'autrice. Facendo invece un'analisi del prodotto, Doll è un manga che per i suoi 3,10 € di valore è senza infamia e senza lode. Rilegato decentemente, non ha molto più delle pagine del fumetto, una copertina normalissima e l'art concept non è affatto elaborato.
Alla fine Doll si può considerare un'opera decente, va poco oltre la sufficienza e non lascia nessuna particolare emozione, essendo una storia dura da amare se non si è fans della danza o ballerini. Anche se mi rendo conto di valutare un'opera disegnata quando la mangaka era alle prime armi devo comunque dire che si poteva fare meglio (per esempio evitare lo stereotipo della donnina fragile come protagonista). Do un 6 e mezzo, e lo consiglio solo che volete leggere questa osannata autrice fin dall'inizio o se cercate una storia d'amore a lieto fine senza troppi impegni. Passabile, ma senza molto altro di dire insomma...
Parlando un po' dello stile di disegno, devo dire che la Soryo mi ricorda un po' la Ogawa alla prime armi, e ho come l'impressione che avendo debuttato nello stesso periodo e lavorando su generi simili fra di loro, abbiano avuto una certa influenza l'una sull'altra. Però la Ogawa è molto meno confusionaria, mentre la Soryo in alcune pagine si perde fra balloon e balloon pieni di dialogo, troppi piccoli pannelli che mostrano troppe azioni tutte insieme, e soprattutto l'ordine degli accadimenti è spesso un po' difficile da seguire per via dell'impaginazione un po' alla buona.
I disegni comunque sono quelli di un manga di quasi venti anni fa, e di certo il suo stile è migliorato nel tempo, quindi eviterò di fare un'analisi di questo stile ormai non più praticato dall'autrice. Facendo invece un'analisi del prodotto, Doll è un manga che per i suoi 3,10 € di valore è senza infamia e senza lode. Rilegato decentemente, non ha molto più delle pagine del fumetto, una copertina normalissima e l'art concept non è affatto elaborato.
Alla fine Doll si può considerare un'opera decente, va poco oltre la sufficienza e non lascia nessuna particolare emozione, essendo una storia dura da amare se non si è fans della danza o ballerini. Anche se mi rendo conto di valutare un'opera disegnata quando la mangaka era alle prime armi devo comunque dire che si poteva fare meglio (per esempio evitare lo stereotipo della donnina fragile come protagonista). Do un 6 e mezzo, e lo consiglio solo che volete leggere questa osannata autrice fin dall'inizio o se cercate una storia d'amore a lieto fine senza troppi impegni. Passabile, ma senza molto altro di dire insomma...