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8.0/10
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Sebbene per gli Ebrei fosse la Terra di Canaan, in senso figurativo la "terra promessa" è ciò che si desidera molto e da lungo tempo. Yuu, il protagonista del manga, la terra promessa la cerca nelle strade di Tokyo, dove per via del suo aspetto e del suo modo di fare sommesso è preda di tutti i teppisti del luogo. Ma Yuu ha dalla sua la voglia di riscatto, raggiunta dopo aver toccato il fondo, e dopo in mesi di allenamento in cameretta decide di rispondere con la legge del taglione, ricambiando teppista per teppista menando le mani. Fino a quando le voci su Yuu non cominciano a girare per le strade di teppista in teppista e...

Legando il tutto con una spolverata di disagio esistenziale, Holyland cerca di unire alla passione per le varie arti marziali e sport da combattimento stile Kenichi il genere picchiaduro con atmosfere "street" alla Worst.
La voglia di riscatto si trasformerà presto nella ricerca della propria identità, e la terra promessa si trasformerà presto da un luogo fisico ad uno stato mentale. Questo permette all'autore di analizzare il flebile confine tra bianco e nero, discutendo su come ciò che ci fa sentire bene trascende il giusto e il sbagliato, seppure si cerchi sempre di trovare una giustificazione alle proprie azioni per rendere ciò che è generalmente considerato come sbagliato lecito. Per chi ha visto Breaking Bad, saprà esattamente di ciò che parlo, e l'atmosfera che si respira è la stessa. Yuu finisce nel marcio e le poche volte che ha la possibilità di uscirne non ne approfitta, inventa scuse per ingannare se stesso e rimane incastrato nel marciume, perché lui non lo sa, ma ciò gli piace.
La passione per il combattimento è rappresentata dalle incursioni enciclopediche dell'autore stesso, che tramite numerose didascalie non manca di spiegare la componente più tecnica di ogni disciplina ma soprattutto come queste possano essere efficaci o meno in un incontro fuori dal ring in cui le regole non esistono. Quindi in un combattimento di strada.
Come detto, le atmosfere street hanno un fortissimo retrogusto alla Hiroshi Takahashi, con teppisti, fazioni scolastiche, regole non scritte e street credibility. Purtroppo, i disegni di Kouji Mori non si adattano a questo genere e gli fanno perdere molti punti. Il tempo della storia è indecifrabile e se non fosse per alcune frasi chiave non capiremmo se è passato un giorno, qualche settimana o qualche mese dal capitolo precedente. E così lo spazio, complici gli sfondi accennati e le atmosfere notturne: che Yuu stia combattendo in un giardino pubblico, in un hangar o sotto un ponte non importa, i combattimenti non dipendono dallo spazio e i personaggi non interagiscono (quasi) mai con esso. La parte picchiaduro comunque predomina, e sebbene Holyland cerchi di darsi un tono con atmosfere cupe ed esistenziali, alla fin fine rimane un'orgia di mazzate e basta.

Così come i combattimenti sono trattati in modo analitico, anche il manga sembra uscito da un manuale. Gli inchiostri di Kouji Mori sanno appassionare ma lo fanno rifacendosi a troppi cliché ormai consolidati ed efficaci ma al contempo troppo sfacciati per l'uso che ne fa. Mori appassiona ma non tenta il salto di qualità, sembra che si attenga al suo compito senza provare a rischiare per tentare di passare ad un livello superiore. La componente del disagio e la visione della vita di Yuu avrebbero permesso la creazione di una piccola perla, ma la gestione di questa componente è condannata ad un'aria di monotonia, con il ripetersi di troppi dialoghi e situazioni. Lo struggle interiore del protagonista non riesce ad appassionare il lettore e dopo l'ennesimo pianto riesce soltanto a far apparire il protagonista come una femminuccia che piange per qualunque cosa. Il contrasto tra l'enorme potenza combattiva e l'animo fragile di Yuu è voluto ma il risultato è un protagonista frignone e sclerotico. A posteriori, posso dire che il protagonista è uno dei personaggi meno riusciti: a conti fatti lui funziona solamente quando combatte, non perché è "lui", ma perché è l'esperimento fantastico del mangaka con cui unisce pian piano diversi stili di combattimento con lo scopo di renderlo il mix perfetto. Gli unici punti di forza del protagonista sono la sua furia cieca incontrollata, la sua mente fredda e la pazzia cosciente, per il resto, seppure lo scopo sia quello di empatizzare con il piccolo lato "da fallito" di ogni lettore, il risultato non può dirsi completamente raggiunto.

Capiamoci, Holyland non lascia nulla. Ma Mori sa il fatto suo e sebbene utilizzi modelli e stereotipi troppo evidenti la lettura fila. Il sentimento finale è: molti punti deboli, ma se lo scopo di un manga è intrattenere, Holyland c'è riuscito.