Recensione
Il mastino e altre storie
4.0/10
"Il Mastino e Altre Storie" è una raccolta di racconti, ripresi dai libri di H.P. Lovecraft e quindi adattata e disegnata da Gou Tanabe, sua prima opera.
Premessa: non ho letto i racconti di Lovecraft. Di conseguenza la recensione è basata esclusivamente sul manga, e quindi sono impossibilitato a sottolineare la fedeltà, o no, col libro.
Il manga è suddiviso in tre storie: "Il tempio"; "Il mastino" e "La città senza nome".
La prima, "Il tempio", si focalizza nel Giugno del 1917 all'interno di un sottomarino tedesco, dove avvengono strani retroscena tra i vari membri dell'equipaggio, dopo essersi impossessati di una statuetta presa, dopo essere riemersi, da un corpo rimasto sul ponte.
"Il mastino" invece narra le vicende di due dotti archeologi e collezionisti che arrivano a depredare una tomba, macchiandosi inesorabilmente il loro destino.
L'ultima, "La città senza nome", invece mostra fino a dove porta la curiosità di un uomo in mezzo al deserto.
Analizzando con precisione i testi e la storia, direi che tutte e tre sono fortemente sottotono sia per ritmo che per testi. Trovo spesso banale descrivere o far dire (o far pensare) ad un personaggio quello che sta facendo in quell'esatto momento. Tutte e tre i racconti sono un'intermittenza tra dialoghi e sproloqui ricercati, presi penso dal racconto originale e mal mixati con gli adattamenti fatto dall'adattatore/disegnatore. Non avendo letto il libro mi risulta un po' difficile da descrivere, però sembra che comunque anche i racconti non siano proprio ottima merce su cui lavorarci sopra: il ritmo è molto lento. Vengono considerate storie horror, ma sono oggi troppo datate. In certi punti tuttavia, soprattutto sul finale, sono presenti dei bei retroscena e delle belle rappresentazioni.
Per quanto riguarda il tratto questo è il fattore sicuramente più curioso. Abbiamo davanti un mangaka che disegna fumetti. Non è una critica positiva né negativa. Tutto ciò, sinceramente rende il lavoro più originale e frizzante perché, a livello personale, mai visto. Il tratto non è dei migliori, ma comunque risulta tutto sommato piacevole, anche se oggettivamente troppo rigido. I personaggi spesso(soprattutto nella prima storia) sembrano dei pupazzi fotografati. Inoltre la sceneggiatura, focalizzandoci sulla disposizione delle vignette e su certi passaggi, non è delle migliori, non aiutato anche dall'edizione: è troppo piccola sia per scritte che per la grandezza non espressa delle tavole.
Passando infine all'edizione, 6,90€ è un prezzo alto per il prodotto complessivo, che inoltre non aiuto col suo format per una storia così: doveva essere leggermente più grande. J-Pop come sempre però mostra carta Grand Cru a buonissima densità e una bella sovraccoperta a condensare il tutto.
Il voto finale è un 4. Non di cattiveria. Ma Tanabe oltre a scegliere delle storie poco frizzanti, queste sono anche state mal presentate. I punti a favore ci sono. In primis la tipologia di disegno molto particolare che personalmente non starebbe male riconfigurato su un western o una storia noir. Tanabe è agli inizi e si vede. E' giusto dargli opportunità più forti nell'avvenire. Per ora però non è sufficiente e se dovessi consigliarlo a qualcuno... credo a coloro che hanno letto le storie di Lovecraft per rivedere se ciò che han letto è stato ben trasposto.
Premessa: non ho letto i racconti di Lovecraft. Di conseguenza la recensione è basata esclusivamente sul manga, e quindi sono impossibilitato a sottolineare la fedeltà, o no, col libro.
Il manga è suddiviso in tre storie: "Il tempio"; "Il mastino" e "La città senza nome".
La prima, "Il tempio", si focalizza nel Giugno del 1917 all'interno di un sottomarino tedesco, dove avvengono strani retroscena tra i vari membri dell'equipaggio, dopo essersi impossessati di una statuetta presa, dopo essere riemersi, da un corpo rimasto sul ponte.
"Il mastino" invece narra le vicende di due dotti archeologi e collezionisti che arrivano a depredare una tomba, macchiandosi inesorabilmente il loro destino.
L'ultima, "La città senza nome", invece mostra fino a dove porta la curiosità di un uomo in mezzo al deserto.
Analizzando con precisione i testi e la storia, direi che tutte e tre sono fortemente sottotono sia per ritmo che per testi. Trovo spesso banale descrivere o far dire (o far pensare) ad un personaggio quello che sta facendo in quell'esatto momento. Tutte e tre i racconti sono un'intermittenza tra dialoghi e sproloqui ricercati, presi penso dal racconto originale e mal mixati con gli adattamenti fatto dall'adattatore/disegnatore. Non avendo letto il libro mi risulta un po' difficile da descrivere, però sembra che comunque anche i racconti non siano proprio ottima merce su cui lavorarci sopra: il ritmo è molto lento. Vengono considerate storie horror, ma sono oggi troppo datate. In certi punti tuttavia, soprattutto sul finale, sono presenti dei bei retroscena e delle belle rappresentazioni.
Per quanto riguarda il tratto questo è il fattore sicuramente più curioso. Abbiamo davanti un mangaka che disegna fumetti. Non è una critica positiva né negativa. Tutto ciò, sinceramente rende il lavoro più originale e frizzante perché, a livello personale, mai visto. Il tratto non è dei migliori, ma comunque risulta tutto sommato piacevole, anche se oggettivamente troppo rigido. I personaggi spesso(soprattutto nella prima storia) sembrano dei pupazzi fotografati. Inoltre la sceneggiatura, focalizzandoci sulla disposizione delle vignette e su certi passaggi, non è delle migliori, non aiutato anche dall'edizione: è troppo piccola sia per scritte che per la grandezza non espressa delle tavole.
Passando infine all'edizione, 6,90€ è un prezzo alto per il prodotto complessivo, che inoltre non aiuto col suo format per una storia così: doveva essere leggermente più grande. J-Pop come sempre però mostra carta Grand Cru a buonissima densità e una bella sovraccoperta a condensare il tutto.
Il voto finale è un 4. Non di cattiveria. Ma Tanabe oltre a scegliere delle storie poco frizzanti, queste sono anche state mal presentate. I punti a favore ci sono. In primis la tipologia di disegno molto particolare che personalmente non starebbe male riconfigurato su un western o una storia noir. Tanabe è agli inizi e si vede. E' giusto dargli opportunità più forti nell'avvenire. Per ora però non è sufficiente e se dovessi consigliarlo a qualcuno... credo a coloro che hanno letto le storie di Lovecraft per rivedere se ciò che han letto è stato ben trasposto.