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8.0/10
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Un uomo viene rinchiuso per 10 anni in una prigione privata, senza vedere nessuno e senza la possibilità di vedere il mondo al di fuori.
Una volta uscito, si mette alla ricerca del responsabile e del luogo in cui è stato imprigionato. Detta così, la trama risulta davvero semplice, ma la verità è questa: spesso un incipit del genere è il segreto per sfornare qualcosa che il lettore voglia continuare a leggere senza il rischio di annoiarsi, di perdersi all'interno di tecnicismi troppo complessi o un susseguirsi di situazioni troppo elaborato.
Per me, prima di tutto, leggere fumetti è uno svago. E quest'opera riesce nell'intento di incollarti alla vicenda del povero Goto e ti invoglia a continuare la lettura per scoprire cosa succederà dopo.
La storia, infatti, è molto ben congegnata, con i personaggi che non risultano mai insulsi o inutili e i disegni che, pur non avendoli apprezzati del tutto, riescono a inserirsi più che bene nel contesto della vicenda.
Tutto bene, tutto bello: ma allora perché solo 8?
Il finale.
Il finale purtroppo, da qualunque parte lo si guardi, è davvero indegno di una storia che, fino a quel momento, lasciava con il fiato sospeso pagina dopo pagina: è stato trattato troppo rapidamente e il modo stesso in cui è stato pensato è semplicemente assurdo/ridicolo, scegliete voi.
In conclusione, un'ottima lettura che saprà coinvolgervi nelle vicende del protagonista e che non vi annoierà quasi mai, ma che poi nel finale (intendo proprio gli ultimissimi capitoli) perde totalmente la trebisonda.