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"La spada di Paros" è un manga dalle suggestioni fantasy legato a "Guin Saga", una serie di light novel (apparentemente molto popolare in Giappone) della quale potrebbe essere definito uno spin-off. Le due opere, in effetti, hanno la medesima autrice, la scrittrice Kaoru Kurimoto. Autrice dei disegni di "Paros no Ken" è invece la celebre Yumiko Igarashi, che qui si ritrova a gestire un tema insolito per lei, benché già accennato in altri suoi lavori quali "Georgie" e, se vogliamo, "Koronde Pokkle": l'amore omosessuale. Il risultato? Ognuno ha la propria opinione: ecco, nel frattempo, le mie considerazioni.
TRAMA
A Paros circola una leggenda: se dalla dinastia regnante nascerà un individuo sia uomo che donna, in tempi di crisi il paese sarà salvo; se, però, tale persona non fosse né l'uno né l'altro, per il regno sarebbe la rovina. Chi può essere a questo punto la principessa Erminia, bella fanciulla dall'animo da intrepido guerriero, nonché perdutamente innamorata della lavandaia Fiona? Un'eroina ... o una distruttrice? Non resta che leggere fino in fondo per scoprirlo.
DISEGNI
Essendo un manga risalente agli anni '80, la mano della Igarashi non sembra ancora risentire di quella "stanchezza" che si incomincia ad avvertire nel pieno del decennio successivo. Suggestive le atmosfere, curate e dettagliate le ambientazioni, sfarzosi i costumi, ben gestite le scene "corali", particolareggiati gli sfondi. Unica pecca, da un punto di vista esclusivamente personale, è rappresentata dal disegno dei personaggi di Erminia e Julius: la prima, per me, è tratteggiata in maniera troppo poco femminile, forse sarebbe stato preferibile dotarla di un fascino androgino alla "Claudine", creatura di Riyoko Ikeda con la quale ha peraltro svariate caratteristiche in comune; il secondo, al contrario, ha un che di eccessivamente femmineo ma, chissà, potrebbe essere l'intento della mangaka. In ogni caso, non sono certo inezie come queste, condizionate dai propri criteri estetici, ad abbassare il livello di questo titolo.
STORIA
Il più grande difetto di quest'opera, infatti, è quasi sicuramente la svolta che prendono le vicende a partire dalla conclusione del primo volume dell'edizione italiana: se le premesse iniziali del manga sono più che buone, non così il resto. Le aspettative risultano deluse man mano che si va avanti con la lettura, verso un epilogo imprevisto che lascia parecchi dubbi e l'amaro in bocca e che mette in discussione l'intera architettura del racconto, rendendo innumerevoli scelte narrative ingiustificate. Appare poi deludente la relativa superficialità con cui viene trattato l'amore fra le due protagoniste che, in verità, di yuri non ha granché, considerato che Erminia non si percepisce come donna, bensì come uomo.
PERSONAGGI
Vera e propria "rivelazione" di "Paros no Ken" è, a mio avviso, l'apparentemente indifesa e spaurita Fiona, interesse amoroso di Erminia cui ruba, non si capisce se per volontà delle autrici o meno, il ruolo di eroina. Il suo ha ottime probabilità di essere il personaggio più convincente della serie. Lo stesso discorso, malauguratamente, non si applica alla sua "principessa azzurra", la quale è brava a parole ma meno ad azioni, e la cui tanto ostentata identità maschile finisce per sembrare un mero capriccio, un mezzo per non assumersi le proprie responsabilità. Da notare, oltretutto, che non basta essere più ribelli che accomodanti o indossare un'armatura anziché una veste di seta per potersi definire più uomo che donna. Altra figura di spicco è Julius, amico e compagno di allenamenti della futura regina: è incontestabilmente un personaggio positivo, fedele e abbastanza rispettoso dei sentimenti di Erminia. Tuttavia, sempre per fare riferimento alla Ikeda, ha più del Girodelle che dell'André: è messo, cioè, in perenne secondo piano rispetto alle due protagoniste e, se almeno al corteggiatore respinto di madamigella Oscar è stato dedicato un capitolo speciale di VnB, al povero nobiluomo di Paros non è concesso nemmeno il minimo sindacale di gloria. In quanto agli antagonisti, soffermarsi su di loro è pressoché superfluo, poiché non spiccano né per quantità di apparizioni nel corso della storia, né per motivazioni o approfondimento psicologico.
GIUDIZIO GLOBALE
Il voto che mi sento di assegnare a quest'opera è 6: i presupposti per ambire a riscuotere un buon numero di consensi ci sarebbero, ma il problema, come si è detto, non è insito nel soggetto di base, bensì nel modo di svilupparlo. Forse sarebbe stata necessaria una lunghezza maggiore del manga, forse un'attenzione superiore nella gestione dei personaggi, forse si sarebbe dovuto scegliere se privilegiare l'aspetto yuri o quello fantasy: resta il fatto che "La spada di Paros" è, a mio giudizio, un'occasione sprecata.