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Se qualcuno pensa che F - Motori in pista sia un semplice spokon manga che ricalca le linee di Capitan Tsubasa si sbaglia di grosso. Il manga di Noboru Rokuda racconta la storia di Gunma Akagi, un ragazzo giapponese figlio di Soichiro Akagi (a capo di una delle aziende più potenti del Giappone dal secondo dopoguerra), nato da una relazione con una prostituta. Mal accolto in casa, Gunma è conosciuto nella zona più per i danni e il baccano creato che per altro. L'unica sua ambizione, dopo esser andato a Tsubuka per vedere una gara turismo, è quella di diventare il pilota più veloce del mondo e puntare alla Formula 1.

La storia è molto intricata, piena di vicende sportive e non. Il tema centrale non è tanto la scalata ai vertici dell'automobilismo, quanto la riflessione sulla vita, sulle occasioni che si hanno, le opportunità, le difficoltà della vita e molto altro. Il tutto si divide tra il percorso di Gunma e quello dell'azienda, più nello specifico tra il padre e i fratelli Yuma e Shoma. Tra gossip, complotti, incidenti mortali e colpi bassi, la vita si altalena fra successi e sconfitte, anche quando tutto sembra andare per il meglio.

Non è così banale la carriera di Gunma. Cosa a cui siamo abituati quando leggiamo uno spokon è la tendenza degli autori a esagerare sui successi dei protagonisti che, nella vita reale, è assolutamente inimmaginabile. Più che un manga sportivo, pare di leggere un thriller mescolato a un giallo. Il punto debole, a mio parere, è che Rokuda si perde troppo in queste vicissitudini e il lettore non trova la concentrazione e la voglia di continuare a leggere, togliendo spazio alla parte puramente sportiva.

I disegni sono davvero eccelsi: dalle vetture ai dettagli paesaggistici, il mangaka tiene sempre alto il livello del proprio tratto, riempiendo ogni spazio di dettagli interessanti, curando maniacalmente ogni cosa. Dunque, F - Motori in pista è consigliato a tutti, anche non solo a chi non segue il mondo della Formula 1. Sembra una copia di Slam Dunk con temi trattati differenti, ma piazzandosi un gradino sotto al manga di Inoue. Il problema rimane nella trama non sportiva, troppo lunga e considerata troppo più importante e che, alla fine, sembra non portare a nessuna conclusione.