Recensione
"Slayers - Le terme di Mipross" è il primo film ispirato dall’omonima serie ed è del 1995.
Io ho avuto occasione di vederlo casualmente, e da perfetto profano dell’anime originale, inizialmente non sapevo nemmeno cosa aspettarmi.
La trama è divisibile in due parti: la prima, quella dove vengono introdotte le due protagoniste Rina e Naga, sembra in tutto e per tutto un episodio autoconclusivo della serie. Infatti, le due eroine se la devono vedere con i classici cattivi da strapazzo, che a parte seminare un po’ di scompiglio, non fanno altro che prenderle di santa ragione. La seconda parte è già più interessante e avvincente, in quanto Rina dovrà affrontare un potente demone che può sconfiggere solo con un viaggio nel tempo.
Naturalmente, il film non ha alcuna pretesa di sollevare nello spettatore particolari riflessioni e nasce esclusivamente per intrattenere. Compito che svolge abbastanza bene anche grazie ai personaggi e ai dialoghi, contraddistinti dalla classica demenzialità un po’ esagerata, che ogni tanto fa affiorare qualche sorriso.
Anche la tecnica di realizzazione è senza troppe protese e ricalca quelli che ormai sono gli standard del genere: la regia è lineare, il sonoro è quello tipicamente epico delle serie fantasy. Il disegno è la parte che, personalmente, ho apprezzato di più, perché è quello classico degli anime anni ’90: pulito, semplice e piacevole da seguire. Chi è cresciuto in quel periodo o apprezza la produzione di quegli anni, mi capirà perfettamente.
Il prodotto, quindi, è lungi dall’essere qualcosa di imperdibile, però lo consiglio comunque a chi è in cerca di qualcosa di spensierato e a tutti gli amanti della serie "Slayers".
Io ho avuto occasione di vederlo casualmente, e da perfetto profano dell’anime originale, inizialmente non sapevo nemmeno cosa aspettarmi.
La trama è divisibile in due parti: la prima, quella dove vengono introdotte le due protagoniste Rina e Naga, sembra in tutto e per tutto un episodio autoconclusivo della serie. Infatti, le due eroine se la devono vedere con i classici cattivi da strapazzo, che a parte seminare un po’ di scompiglio, non fanno altro che prenderle di santa ragione. La seconda parte è già più interessante e avvincente, in quanto Rina dovrà affrontare un potente demone che può sconfiggere solo con un viaggio nel tempo.
Naturalmente, il film non ha alcuna pretesa di sollevare nello spettatore particolari riflessioni e nasce esclusivamente per intrattenere. Compito che svolge abbastanza bene anche grazie ai personaggi e ai dialoghi, contraddistinti dalla classica demenzialità un po’ esagerata, che ogni tanto fa affiorare qualche sorriso.
Anche la tecnica di realizzazione è senza troppe protese e ricalca quelli che ormai sono gli standard del genere: la regia è lineare, il sonoro è quello tipicamente epico delle serie fantasy. Il disegno è la parte che, personalmente, ho apprezzato di più, perché è quello classico degli anime anni ’90: pulito, semplice e piacevole da seguire. Chi è cresciuto in quel periodo o apprezza la produzione di quegli anni, mi capirà perfettamente.
Il prodotto, quindi, è lungi dall’essere qualcosa di imperdibile, però lo consiglio comunque a chi è in cerca di qualcosa di spensierato e a tutti gli amanti della serie "Slayers".