Recensione
Itazura na Kiss
3.0/10
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>
Un anime che mi ha deluso tantissimo; per spiegare al meglio il motivo di un simile voto, farò riferimento ad alcuni momenti precisi della serie, pertanto questa recensione conterrà alcuni spoiler.
Ho cominciato la visione di questo anime piena di aspettative poiché finalmente si raccontava una storia che copriva un arco temporale abbastanza lungo da mostrare non solo la nascita dell’amore tra i due protagonisti, ma anche lo sviluppo della loro relazione e la vita matrimoniale.
I primi episodi rasentano la sufficienza. I due protagonisti, infatti, non mi hanno colpito particolarmente: lei (Kotoko), è la classica ingenua e dallo scarsissimo rendimento scolastico ma allegra e dotata di buon cuore; lui (Irie) è intelligentissimo, ammiratissimo, fighissimo (??) e freddissimo (insensibile a livelli inimmaginabili).
Un inizio abbastanza stereotipato, insomma, con la protagonista zerbino e lui l’irraggiungibile che non la calcola (e quando lo fa, semplicemente la umilia). La storia prosegue con vari cliché durante i quali, in realtà, lo spettatore cerca di cogliere un qualunque mutamento di sentimenti nell’algido protagonista maschile.
A un certo punto, le cose cominciano a movimentarsi un po’ e la storia diventa più godibile ma, paradossalmente, è proprio a partire da questo punto che comincia anche il peggio.
Fin dal primo episodio, infatti, Kotoko appare talmente sottomessa da non avere un briciolo di dignità e amor proprio; le importa solo che “Irie-kun” si innamori di lei, ma la protagonista scialba è presente in molti shoujo quindi il punto veramente dolente è un altro.
Il serio problema è che anche dopo essersi sposati (sposati!) non cambia nulla: lui continua a trattarla con freddezza e lei passa il tempo a elemosinare un briciolo delle sue attenzioni.
Una cosa è l’arcinota ritrosia nipponica alle dimostrazioni plateali d’affetto, ma qui siamo alla mancanza di rispetto più assoluta; nonostante sia la moglie, Kotoko deve scongiurare il marito per uscire insieme il giorno del suo compleanno e all’università lui finge di non conoscerla!
Lei lo saluta e lui si gira dall’altra parte e per tutti gli episodi lei lo chiama Irie-kun (cioè, anche da sposati chiama il marito con cognome e suffisso).
Purtroppo, ogni episodio trabocca di momenti simili che non so se definire maschilisti o addirittura misogini, il messaggio che questo anime pare trasmettere non è affatto positivo.
Detto ciò, il voto non può che essere gravemente insufficiente: 3.
Un anime che mi ha deluso tantissimo; per spiegare al meglio il motivo di un simile voto, farò riferimento ad alcuni momenti precisi della serie, pertanto questa recensione conterrà alcuni spoiler.
Ho cominciato la visione di questo anime piena di aspettative poiché finalmente si raccontava una storia che copriva un arco temporale abbastanza lungo da mostrare non solo la nascita dell’amore tra i due protagonisti, ma anche lo sviluppo della loro relazione e la vita matrimoniale.
I primi episodi rasentano la sufficienza. I due protagonisti, infatti, non mi hanno colpito particolarmente: lei (Kotoko), è la classica ingenua e dallo scarsissimo rendimento scolastico ma allegra e dotata di buon cuore; lui (Irie) è intelligentissimo, ammiratissimo, fighissimo (??) e freddissimo (insensibile a livelli inimmaginabili).
Un inizio abbastanza stereotipato, insomma, con la protagonista zerbino e lui l’irraggiungibile che non la calcola (e quando lo fa, semplicemente la umilia). La storia prosegue con vari cliché durante i quali, in realtà, lo spettatore cerca di cogliere un qualunque mutamento di sentimenti nell’algido protagonista maschile.
A un certo punto, le cose cominciano a movimentarsi un po’ e la storia diventa più godibile ma, paradossalmente, è proprio a partire da questo punto che comincia anche il peggio.
Fin dal primo episodio, infatti, Kotoko appare talmente sottomessa da non avere un briciolo di dignità e amor proprio; le importa solo che “Irie-kun” si innamori di lei, ma la protagonista scialba è presente in molti shoujo quindi il punto veramente dolente è un altro.
Il serio problema è che anche dopo essersi sposati (sposati!) non cambia nulla: lui continua a trattarla con freddezza e lei passa il tempo a elemosinare un briciolo delle sue attenzioni.
Una cosa è l’arcinota ritrosia nipponica alle dimostrazioni plateali d’affetto, ma qui siamo alla mancanza di rispetto più assoluta; nonostante sia la moglie, Kotoko deve scongiurare il marito per uscire insieme il giorno del suo compleanno e all’università lui finge di non conoscerla!
Lei lo saluta e lui si gira dall’altra parte e per tutti gli episodi lei lo chiama Irie-kun (cioè, anche da sposati chiama il marito con cognome e suffisso).
Purtroppo, ogni episodio trabocca di momenti simili che non so se definire maschilisti o addirittura misogini, il messaggio che questo anime pare trasmettere non è affatto positivo.
Detto ciò, il voto non può che essere gravemente insufficiente: 3.