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7.0/10
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"Tsugumomo" è un anime shonen di dodici episodi di genere ecchi e sovrannaturale, tratto da un manga ancora in corso, inedito in Italia.

Kazuya, il nostro protagonista, è uno studente come tanti altri. Da piccolo ha perso sua madre, di cui non ricorda più nulla. Unico oggetto lasciatogli dalla madre è un obi di seta (più avanti spiegherò bene di cosa si tratta) che si porta dovunque, sia in casa che a scuola. Proprio qui viene attaccato da una strana ragazza (it's a trap!), i cui capelli si muovono come tentacoli. A quel punto, l’obi di sua madre si trasforma in una ragazza, che, dopo averlo costretto ad accettare di diventare il suo servo, lo salva. Kiriha, così si chiama, rivela di essere lo tsukojami (lo spirito) che risiede nell'obi di seta appartenuto a sua madre, mentre ad attaccarlo è stato un amasogi impossessatosi della parrucca del trap. Kazuya dovrà convivere con Kiriha e affrontare insieme a lei vari spiriti maligni che lui stesso attira, e perciò verrà nominato "ripulitore di maledizioni" dalla divinità dell’acqua Kukuri.

Come già si può leggere dalla trama, "Tsugumomo" parla di mitologia giapponese, e ci sono molti termini sconosciuti in Occidente, come per esempio la parola "obi", che si riferisce alla fascia di seta che si indossa alla vita insieme al kimono giapponese - non è necessario fare ricerche su Google per saperlo, perché all’inizio di ogni puntata ci verranno spiegati i vari termini. Una bella idea che rende tutto più chiaro e piacevole da seguire nei primi episodi, poi diventa un po' inutile, soprattutto verso la fine, dove si spiega il significato di parole di cui tutti conoscono il significato, tipo "compagni", neanche fosse un cartone istruttivo, di quelli per bambini.

Torniamo alla storia. Come già detto, l’opera originale è ancora in corso, per cui non c'è un finale. L'impressione è che tutta questa serie non sia altro che un’introduzione. Il punto saliente della trama, ovvero il perché Kazuja attira gli spiriti maligni, non ci viene spiegato. Si capisce solo che ha a che fare con la madre di Kazuya, nonché precedente ripulitrice di maledizioni. Peccato la presenza di episodi di riempimento. Alcuni sono divertenti o addirittura spassosi, come quello della spesa, altri risultano noiosi (uno è quasi un hentai a tema lolicon). Non so se questi eventi sono raccontati anche nel manga, ma certo in una serie di soli dodici episodi potevano risparmiarseli.
Lo scontro finale è particolarmente degno di nota: è l’unico vero scontro presente ed è molto bello e anche strategico, in particolare si concentra molto sul comprendere il raggio d'azione proprio e avversario. Interessante anche l’aspetto dell’ecchi, che è diverso da quello a cui siamo abituati. Non c'è una scena dove Kazuya entra in bagno senza bussare e ci trova dentro una ragazza nuda, ma è Kiriha stessa ad andare a farsi il bagno con lui. In tutto ciò non c'è nulla di erotico, però. Kiriha lo stuzzica maliziosamente, ma come farebbe una sorella maggiore. Dopotutto lei lo ha visto crescere, e anche lui la vede come parte della famiglia. Altro aspetto interessante è che la scena erotica di turno non viene interrotta sul più bello, come di solito accade in questo genere. Ovviamente non viene mostrato nulla, ma si lascia intendere che Kazuja si dà da fare; o, per meglio dire, si lascia violentare dalle varie ragazze.
Come ci si può aspettare, le caratterizzazioni dei vari personaggi non spiccano particolarmente: solito protagonista gentile e di buon cuore, solita coppia di amici uno otaku e l’altro ‘sfigato’, solita amica d'infanzia. Neanche i vari personaggi che compariranno col proseguire della storia, siano sovrannaturali o no, avranno molto approfondimento (anche perché non ce ne sarebbe il tempo). Solo quello che, in un possibile proseguirsi della storia, sarà il rivale del protagonista viene approfondito, ma in maniera poco convincente. Tutta l’attenzione è rivolta a Kiriha, al suo essere aggressiva, dispotica, ma affettuosa allo stesso tempo, al suo passato e al segreto di cui tiene Kazuja all'oscuro. Insomma, è lei quella che più riesce a farsi apprezzare dallo spettatore.

Apprezzabile è anche il comparto tecnico, con buone animazioni e musiche abbastanza orecchiabili. Bello il chara design.

Come ho già detto, "Tsugumomo" è solo un’introduzione, ma una buona introduzione; certo con qualche alto e basso, ma c'è tanto buon materiale per un’opera ricca di azione e divertimento. Voto finale: 7